Nell'era dei tagli del ministro Tremonti, non sorprende che per i servizi sociali dei comuni restino ormai soltanto le briciole. La notizia però è che la Regione Sardegna riesce anche a dividere le briciole. Con una lettera inviata a tutti i comuni sardi, inviata il 5 luglio scorso, la Direzione generale delle politiche sociali invita “a utilizzare un terzo delle risorse assegnate” per la lotta alle povertà in favore di “ai nuclei familiari con reddito pari o inferiore alla soglia di povertà che non sono in grado di far fronte agli oneri di natura tributaria con Equitalia”. In pratica, da un fondo di trenta milioni, ne vengono sottratti dieci per tamponare la voragine di debiti, si parla di almeno 600 milioni, che famiglie ed aziende sarde hanno contratto con Equitalia e che ha portato alle manifestazioni a Cagliari e in altre parti della Sardegna. Si tratta di fondi, individuati dall'ex assessore Nerina Dirindin e confermati dai suoi successori, destinati a persone il cui Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) non sia superiore a 4.500 euro annui .
“E' una decisione che rigettiamo in pieno, dice il consigliere regionale del Pd Marco Espa, perché toglie ai poveri per dare ad altri poveri. L'intervento in favore di chi è vessato da Equitalia è sicuramente giusto, ma la Giunta avrebbe dovuto mettere dieci milioni in più. Non sottrarli al fondo sulle povertà”. Una situazione che ovviamente si aggiunge alla manovra voluta dal Governo Berlusconi, che colpisce proprio le fasce più deboli. “E su questo si incastra l'indempienza della Giunta Cappellacci, che non è riuscita in oltre due anni a chiudere la vertenza entrate. Se noi avessimo i soldi che ci spettano, questi dieci milioni diventerebbero irrilevanti. Purtroppo non è cosi e nei prossimi anni saranno toccate anche persone che siamo riusciti a tutelare attraverso il nostro stato sociale”. La decisione della Regione rischia di mettere in crisi molti comuni, che in questi anni hanno usato i fondi per alleviare le condizioni di molti cittadini in difficoltà. Il sindaco di Mogoro, Sandro Broccia dovrà rinunciare a 26mila euro da uno stanziamento di 80mila, “Io destinavo almeno l'80% di quei fondi per creare piccoli incarichi lavorativi in Comune, tipo la pulizia delle strade o dei giardini o di assistenza nella Biblioteca. Se dovessi rinunciare ad un terzo, almeno 20 persone indigenti a Mogoro resterebbero senza questa opportunità”. Secondo Broccia si tratta di uno stravolgimento delle azioni condotte finora ed una incomprensibile contraddizione nelle scelte della stessa Giunta regionale “Con la delibera di appena due mesi fa la Giunta ha confermato la destinazione di quei fondi, ora per lettera ci dice il contrario. Non è accettabile che la Regione provi a risolvere, per altro con misure del tutto insufficienti, il dramma delle aziende indebitate con i soldi già assegnati ai comuni”. Si scatena, in pratica, una guerra fra poveri in cui non è semplice nemmeno per i Comuni individuare i soggetti cui destinare le risorse. “Dovrei levare fondi alle famiglie più povere del paese, perchè di questo si tratta, per darli a qualche azienda che magari li usa per pagare l’Iva non versata in anni precedenti. Sicuramente è una misura altrettanto importante, ma io trovo vergognoso che si ricorra a questa divisione della miseria”.
Sono stati due finora gli interventi in Aula su questa vicenda, una da parte dell’Italia dei valori e un altro con una interpellanza del gruppo Sinistra-Comunisti-Sardistas, primo firmatario Claudia Zuncheddu, che ritiene «“perlomeno scandaloso e inopportuno”, sottrarre ai "già poveri" per destinare ai "nuovi poveri" risorse che potrebbero essere prelevate da altri capitoli di bilancio al posto di quello sulla spesa sociale già penalizzata da innumerevoli tagli». Anche l’Anci Sardegna si occuperà domani della distrazione dei fondi per la povertà ad Equitalia, per cercare una posizione comune. Intanto il direttore Umberto Oppus anticipa che «Non si possono prendere decisioni simili unilateralmente. Bisogna prima concertare tra Regione e Comuni quali iniziative assumere. E’ evidente che se alcuni sindaci hanno già impegnato i fondi per il contrasto alle povertà, così come è stato negli anni scorsi, è molto difficile ora recuperarli -
Alberto Urgu, Sardegna 24
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