30 dicembre 2009

Scuola, ESPA: ora la Gelmini sta iniziando a pagare i danni fatti agli alunni con disabilità sardi e alle loro famiglie

Comunicato stampa

ESPA (PD): Il TAR condanna la Gelmini al risarcimento del danno nei confronti degli alunni sardi con disabilità. Subito un Fondo Regionale di assistenza legale a loro sostegno. L'assessore Baire si schieri apertamente senza se e senza ma a difesa dei bambini sardi con disabilità, contro la riforma Gelmini, non possono essere solo i tribunali ad intervenire.

 

E' notizia di oggi che il TAR LAZIO – dando ragione ai ricorsi dell'Avv. Riccardo Caboni  - ha riconosciuto il diritto di tre bambini con disabilità delle scuole elementari sarde ad ottenere non solo l'aumento delle ore illegittimamente tagliate ma anche il risarcimento del danno subito per l'inadeguato numero di ore di sostegno che è stato illegittimamente attribuito, nonostante la sua effettiva esigenza certificata.

          Il giudice amministrativo, infatti, non solo ha restituito in via d'urgenza l'insegnante di sostegno agli alunni aventi diritto ma addirittura ha condannato il Ministero a risarcire i danni per il periodo di illegittima riduzione delle ore spettanti.
 
Per la prima volta in Italia, inoltre, è stato riconosciuto il danno esistenziale anche ai genitori. Infatti il ministero è stato condannato ad un risarcimento di 4000 euro per ciascuno, oltre al pagamento delle spese processuali.
 
"I tribunali continuano a dar ragione alle famiglie sarde e di tutt'Italia- dichiara Marco Espa, consigliere regionale primo firmatario dell'ODG per la sospensione degli effetti della Riforma Gelmini in Sardegna - complimenti all'avvocato e alle famiglie per questa vittoria, fatta con loro grandi sacrifici, che apre una strada per tutti. Ora intervenga anche la Corte dei conti per colpire chi, ministro o funzionari ministeriali, hanno sbagliato e chiedere la restituzione dei soldi che lo Stato deve giustamente versare come indennizzo alla famiglie a causa di questa sciagurata riforma. Continuo a chiedere che l'assessore Baire si schieri apertamente senza se e senza ma a sostegno degli alunni con disabilità che combattono (ed è assurdo, pazzesco, che i bambini con disabilità sardi siano costretti a questo)  per il loro diritto all'istruzione che è un diritto alla vita. Annulli con un provvedimento unilaterale l'accordo stato regione da lei sottoscritto, blocchiamo gli effetti della riforma Gelmini in Sardegna.
Da parte nostra presenteremo nel prossimo collegato alla finanziaria in discussione in consiglio regionale un emendamento per la costituzione di un fondo regionale per l'assistenza legale alle famiglie. I ricorsi al Tar costano, molte famiglie non possono permettersi i ricorsi, e se la giustizia deve essere giusta  i diritti vanno sostenuti, in attesa che la famigerata riforma venga abbandonata"



29 dicembre 2009

Discorsi attorno la povertà

Un interessantissimo articolo di Aide Esu pubblicato su www.sardegnademocratica.it .
Leggilo cliccando qui  e qui sotto vedi il mio commento al dibattito apertosi sul sito.

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Discorsi intorno alla poverà, di Aide Esu
contributo di Marco Espa

24/12/2009 11:21
Le riflessioni di Aide (che condivido fortemente per la "filosofia pratica" che sottointende, in particolare i tre capisaldi citati all'inizio dell'articolo, che sono e rimangono la via maestra per tutte le politiche di inclusione che vogliono partire da non discriminazione e pari opportunità, rispetto dei diritti umani) mi fanno venire in mente tanti discorsi che hanno attraversato la politica del centrosinistra in questi ultimi anni. Sarò un po' prolisso ma qui c'è spazio...e mi discosto un pò dal suo ambito.
Parto dalla mia esperienza personale, non ne posso fare a meno, il privato è pubblico... come nel '68! Ho deciso di impegnarmi in politica attiva, nei partiti per dire meglio, quando nel 1999 ad un convegno su questioni intorno alla disabilità ho sentito un consigliere regionale dire ad un gruppo di persone con disabilità " Questo te lo fatto avere io, la carrozzella te lo data io, il terapista te lo fatto avere io, a te ti mando in istituto io ecc. ecc." Un'umiliazione che era chiaramente l'humus di un sistemo consolidato di potere. La rabbia e lo scandalo per me era così irrefrenabile che ho dovuto sfogarlo ... nell'impegno istituzionale!

Dico questo perchè venivo da una lunga esperienza associativa, un movimento democratico regionale e nazionale, di persone con gravi disabilità e loro familiari che della propria pelle volevano decidere il loro futuro, sentivano forte l'esigenza un processo di autodeterminazione contro ogni forma di pietismo, assistenzialismo, commiserazione. Volevamo partire dal riconoscimento dei diritti, dal voler uscire da una situazione di esclusione sociale per abbattere gli stereotipi e combattere le forme di stigmatizzazione. Ci piaceva condividere, le responsabilità, non essere oggetti di attenzione da parte di alcuno, coprogettare i nostri percorsi. Avere pari opportunità, poter avere individualmente e collettivamente la possibilità di essere una risorsa, trasformare le politiche che ci riguardavano da assistenzialistiche a caratterizzate per il rispetto dei diritti umani di ciascuno e di tutti. Abbiamo promosso e messo in campo, facendo arrabbiare chi ci voleva rinchiusi negli istituti, alimentando il solito florido business sulle persone rinchiuse, tutta la questione dei progetti personalizzati coprogettati con gli enti locali, dove per la prima volta un intervento sociale di sostegno deve essere cofirmato dall'Istituzione e dall'utente, pena la sua nullità.

Ecco, di tutte queste cose che cito non per vanagloria ma ? per permettermi di dire che ancora qualcuno delle grandi menti del centrosinistra isolano mi si rivolge come " sei il ******** della sinistra, bravo, ti "occupi" dei disabili, senti conosco uno che ha un figlio con problemi, non è che me lo fai ricoverare da qualche parte che è meglio per tutti? " In questi ultimi anni, su queste cose, molte cose sono cambiate in meglio. In particolare in Sardegna rispetto all'Italia. Ma ancora, quando si parla di sociale, ognuno è autorizzato a dire quello che vuole, siamo fintamente tutti esperti perche in realtà non ci interessa, abbiamo subbapaltato, di queste cose se ne occupa lui, non vogliamo entrarci tranne quando si tratta di riscuotere il conto elettorale, non distinguiamo il diritto di una persona pur in difficoltà di vivere il suo territorio, la sua comunità con la possibilità di chiuderlo in una struttura. E lasciamo spazio all'assistenzialsmo di maniera.

In consiglio regionale, durante l'ultima finanziaria, si contavano sulle dita gli interventi riguardanti le politiche del lavoro piuttosto che quelli sul risanamento dei conti, tutti molto precisi e scientificamente inoppugnabili, ma quando iniziavamo a parlare sul merito delle politiche sociali, tutti divengono esperti, ognuno dice quello che vuole, strumenti di analisi non ne utilizza nessuno, si confondono politiche per il sostegno alle persone e alle famiglie con le misure assistenzialistiche per i senza reddito, pietà, carità, ma insomma (la maggioranza ci dice) non abbiamo i soldi per poter coprire i problemi di tutti i casi pietosi che vengono manifestati... il sociale uguale casi pietosi o buon cuore.

Per questo, pensando a casa mia, alle proposte che devono venire dal centrosinistra, la nostra visione non può che essere "sociale", civile. Anche quando parliamo di situazioni estreme, di povertà come di esclusione sociale, dobbiamo sempre partire dai bisogni coniugati con i diritti dei cittadini, non dagli interessi economici o politici di qualcuno, non con il senso di fastidio che Aide ha ricordato vedendo gesti di stizza contro persone in stato di povertà.

Sociale non è una parolaccia. Ancora oggi esistono in Sardegna nel centrosinistra i salotti buoni dove poche persone credono di determinare ciò che è "cool" per le strategie future di sviluppo per la Sardegna? Qualcuno crede che parlare di sociale significa occuparsi di servizi sociali. E' il grande errore in cui cadiamo spesso come centrosinistra. Una mia amica ex deputato della sinistra storica al parlamento mi ha ricordato ancora: mi dicevano che devo lasciar perdere il sociale, non importa a nessuno, non andrai da nessuna parte. Permane ancora questa mentalità? Abbiamo un'arma di riscatto potentissima e non la sfruttiamo.Credo che sociale e sviluppo vanno coniugati assieme. La Sardegna è allo sbando per quanto riguarda la coesione sociale e ha paura del futuro. Le persone sono più sole, le relazioni diminuiscono, l'emergenza apre strade all'arrangiarsi e alla disperazione di chi poi segue il politico del "ci penzu deu".

Credo che la visione sociale dello sviluppo e dell'economia parte innanzitutto dal rafforzamento e dall'aumento della qualità delle relazioni tra i cittadini e con la loro amministrazione. Solo un esempio: gli anziani si sentono sicuri non se vedono aumentare il numero dei vigilantes sul territorio ma se sanno di poter contare su diritti di cittadinanza che assicurano la presenza capillare di negozi e servizi sul territorio o su un comune che piuttosto che proporre in caso di non autosufficienza lo sradicamento in un istituto garantisce il suo intervento nella propria casa. Senza strumenti reali di partecipazione sociale dei cittadini non si potrà mai più fare un Piano Urbanistico ambientale, un Bilancio comunale, un Piano sociale, un parcheggio, il ripascimento del Poetto (che infatti è stato un disastro).

Questa è la visione di una "Sardegna Sociale", la cui priorità è la costruzione di una società più coesa, più forte ed equilibrata in tutti i campi. Una coesione che genera il capitale sociale requisito indispensabile per far crescere la comunità e creare le condizioni anche per la competitività e lo sviluppo del sistema economico regionale e urbano. E poi, per dare cittadinanza a tutti, chiamiamola la prima opera sociale...cambiare la macchina amministrativa, rivoluzionarla. Basta con la politica de "is amigus", da tutte le parti. Penso al comune di Cagliari, dove la cultura amministrativa è totalmente permeata dal ruolo politico dei dirigenti, un non senso sia politico che amministrativo. Altro che separazione delle funzioni. (tra parentesi Cagliari è un tema che deve essere prioritario nell'agenda politica dell'intero centrosinistra sardo, se non affrontiamo pubblicamente i perchè del nostro mancato radicamento in città non cambieremo stabilmente le sorti della Sardegna).

Ci dobbiamo rendere conto che la rivoluzione deve coinvolgere e formare una vera e nuova classe dirigente pubblica, moderna, che, oltre che della legalità, della relazione e della resa del conto faccia il senso stesso della sua professionalità. La rivoluzione procede orizzontalmente.

20 dicembre 2009

L’aiuto ai disabili? «Pagheranno i Comuni»

DOMENICA, 20 DICEMBRE 2009 Pagina 9 - la Nuova Sardegna
Il Pd: «A rischio i programmi di assistenza per le persone non autosufficienti»

CAGLIARI. «Il Fondo regionale per la non autosufficienza non è in grado di soddisfare la domanda e occorrono altri 24 milioni di euro, oltre a quelli previsti in Finanziaria». Il Pd ribadisce la sua posizione sul Fondo per la disabilità.
La denuncia è stata fatta dai consiglieri del Pd, Mario Bruno, Marco Espa e Pier Luigi Caria. «La mancata copertura nella Finanziaria di tutti i programmi personalizzati di assistenza in famiglia delle persone con grave disabilità la pagheranno in prima persona i Comuni, già alle prese con le ristrettezze di bilancio e incaricati di erogare i contributi», sostiene Marco Espa. Il Pd stima in almeno settemila il numero di coloro che vedranno respinta la domanda. Nel disegno di legge collegato alla manovra 2010, l’opposizione ribadirà la richiesta di aumentare i fondi di almeno 24 milioni di euro. In alternativa, ma sarebbe una soluzione pur sempre limitativa, il rischio è che per ogni paziente vengano ridotte le ore di lavoro degli operatori che sono circa 12.000. I tre consiglieri del gruppo pd, Bruno, Espa e Caria, hanno sollecitato, infine, un controllo serrato sulle modalità con cui operano le commissioni che certificano gli stati di grave disabilità, a dimostrazione che qualcosa, benchè non sia provata, non sembri funzionare per il verso giusto: «Devono essere serie e molto severe». Un’altra proposta riguarda l’estensione della durata dei programmi di assistenza, da uno a due anni, che - ha concluso Marco Espa - sono un modello tutto sardo già imitato altrove.
R. R.

18 dicembre 2009

Finanziaria 2010 e i tagli ai progetti personalizzati: il Pd chiede altri 24 milioni per copertura del Fondo per le disabilità grave


Cagliari, 18 dicembre 2009 - Il Fondo regionale per la non autosufficienza non è in grado di soddisfare la domanda e occorrono altri 24 milioni di euro oltre a quelli previsti in Finanziaria. La denuncia è dei consiglieri del Pd Mario Bruno, Marco Espa e Pier Luigi Caria, che nel corso di una conferenza stampa hanno ricordato come nel corso della discussione in Aula un apposito emendamento delle opposizioni è stato rigettato. “Ma lo riproporremo quando discuteremo il collegato alla Finanziaria”, ha già preannunciato Marco Espa.
Come ha ricordato Mario Bruno, introducendo la conferenza stampa, i piani personalizzati per l’assistenza dei portatori di handicap gravi erano stati uno dei pilastri dell’azione della precedente maggioranza. Oggi non si stanziano fondi sufficienti per l’intero fabbisogno: rischiano di restare senza assistenza 9 mila non autosufficienti, con tutte le consguenze sulle famiglie e sui Comuni in quanto i finanziamenti vengono assegnati ad essi.
Marco Espa ha ricordato che la legge 162 è stata una legge-gioiello a favore delle famiglie che hanno a loro carico persone con disabilità gravi. Una legge oltretutto, ha aggiunto Espa, che ha consentito anche l’emersione di tanto lavoro nero, perchè i piani di assistenza necessitano di personale qualificato. “Non deve esistere –ha detto Espa- che qualche persona che ha bisogno possa restare fuori dai piani di assistenza”. Di sicuro non ci arrendiamo, ha proseguito e in occasione del “Collegato” riproporremo l’emendamento.
Con strumenti così importanti –ha detto Pier Luigi Caria- servono risposte celeri, e le politiche sociali sono importantissime. Per questo preoccupa la razionalizzazione della spesa se questa limita i piani di assistenza e di fatto ostacola il programma del “ritorno a casa” di migliaia di non autosufficienti. “Oggi la copertura finanziaria non c’è e daremo battaglia”.
(lp)Ufficio Stampa Consiglio Regionale -

POL:FINANZIARIA 2009-12-18 11:00
FINANZIARIA: PD,COMUNI SUBIRANNO INCOMPLETO AIUTO A DISABILI
CAGLIARI
(ANSA) - CAGLIARI, 18 DIC - La mancata copertura in finanziaria di
tutti i programmi personalizzati di assistenza in famiglia delle
persone con grave disabilità la pagheranno in prima persona i
Comuni, già alle prese con le ristrettezze di bilancio e incaricati
di erogare i contributi. E' la convinzione del consigliere regionale
del Pd, Marco Espa.
Espa stima in almeno 7000 il numero di coloro che vedranno respinta
la domanda. Nel ddl collegato alla Manovra 2010, l'opposizione
ribadirà la richiesta di aumentare i fondi di almeno 24 milioni di
euro. In alternativa, ma sarebbe una soluzione pur sempre
limitativa, il rischio è che per ogni paziente vengano ridotte le
ore di lavoro degli operatori che sono circa 12.000. Espa, insieme
col capogruppo Mario Bruno e al consigliere Pier Luigi Caria,
chiedono, inoltre, un controllo serrato su come operano le
commissioni che certificano gli stati di grave disabilità, a
dimostrazione che qualcosa, benché non sia provata, non sembri
funzionare per il verso giusto: "Devono essere serie e molto
severe". Un'altra proposta riguarda l'estensione della durata dei
programmi di assistenza, da uno a due anni, che, si ribadisce, sono
un modello tutto sardo già imitato altrove. (ANSA).

(AGI) - Cagliari, 18 dic. - Sono iniziati poco prima delle 11, con il giuramento del nuovo assessore regionale all'Industria, Sandro Angioni, i lavori del Consiglio regionale. All'ordine del giorno le dichiarazioni - con successivo dibattito - del presidente della Giunta, Ugo Cappellacci, sul trasferimento dei fondi Fas per la Sassari-Olbia. Prima della seduta i consiglieri Pd, Mario Bruno, Marco Espa e Pierluigi Caria, hanno denunciato ancora una volta il taglio all'assistenza a circa 9.000 disabili sardi, che hanno presentato domanda per i piani personalizzati. "E' vero", ha detto Bruno, "che la finanziaria ha aggiunto fondi, ma questi non coprono le domande di assistenza. Riproporremo in sede di collegato gli emendamenti che ci sono stati bocciati nel corso della manovra finanziaria". Espa ha chiarito che si tratta di "difendere un diritto, la legge 162 e' un patrimonio di tutti e una conquista delle famiglie, che ha permesso di regolarizzare decine di migliaia di lavoratori che operano nell'assistenza. Tenere una persona disabile in famiglia puo' costare 14 mila euro all'anno; esser costretti a ricoverarla in una Rsa costa fino a 4.000 euro al mese. Rischiamo, tra l'altro, di caricare ulteriori costi sui comuni". Espa ha quindi elencato le proposte del Pd: "Sicuramente nel collegato chiederemo un inserimento di 24 milioni, per coprire anche le richieste di chi ora e' tagliato fuori dall'assistenza. Vogliamo, poi, che i piani siano finanziati per biennio e non annualmente, che la Regione ne monitori l'attuazione, che ci sia un controllo delle commissioni, velocita' nella spesa e il coinvolgimento della commissione consultiva prevista dalla legge. Infine, chiediamo che si faccia la Conferenza regionale delle disabilita'". Una verifica puntuale "sui tempi di risposta alle persone"e' stata sollecitata anche da Pierluigi Caria, che ha puntato l'attenzione sulla situazione all'interno dell'assessorato alla Sanita'. "Il cambio di direzione generale delle Politiche sociali", ha detto l'esponente del Pd, "non ha certo favorito il lavoro sul sociale. Quanto al risparmio della spesa, su cui l'assessore La Spisa ha impostato la finanziaria, non si vuol capire che finanziare di piu' l'assistenza nel sociale consente di risparmiare nel sanitario". (AGI) Cli/Rob

CONSIGLIO REGIONALE: CONFERENZA STAMPA PD PER SOSTEGNO PERSONE CON DISABILITA'

(AGI) - Cagliari, 18 dic. - Sono iniziati poco prima delle 11, con il giuramento del nuovo assessore regionale all'Industria, Sandro Angioni, i lavori del Consiglio regionale. All'ordine del giorno le dichiarazioni - con successivo dibattito - del presidente della Giunta, Ugo Cappellacci, sul trasferimento dei fondi Fas per la Sassari-Olbia. Prima della seduta i consiglieri Pd, Mario Bruno, Marco Espa e Pierluigi Caria, hanno denunciato ancora una volta il taglio all'assistenza a circa 9.000 disabili sardi, che hanno presentato domanda per i piani personalizzati. "E' vero", ha detto Bruno, "che la finanziaria ha aggiunto fondi, ma questi non coprono le domande di assistenza. Riproporremo in sede di collegato gli emendamenti che ci sono stati bocciati nel corso della manovra finanziaria". Espa ha chiarito che si tratta di "difendere un diritto, la legge 162 e' un patrimonio di tutti e una conquista delle famiglie, che ha permesso di regolarizzare decine di migliaia di lavoratori che operano nell'assistenza. Tenere una persona disabile in famiglia puo' costare 14 mila euro all'anno; esser costretti a ricoverarla in una Rsa costa fino a 4.000 euro al mese. Rischiamo, tra l'altro, di caricare ulteriori costi sui comuni". Espa ha quindi elencato le proposte del Pd: "Sicuramente nel collegato chiederemo un inserimento di 24 milioni, per coprire anche le richieste di chi ora e' tagliato fuori dall'assistenza. Vogliamo, poi, che i piani siano finanziati per biennio e non annualmente, che la Regione ne monitori l'attuazione, che ci sia un controllo delle commissioni, velocita' nella spesa e il coinvolgimento della commissione consultiva prevista dalla legge. Infine, chiediamo che si faccia la Conferenza regionale delle disabilita'". Una verifica puntuale "sui tempi di risposta alle persone"e' stata sollecitata anche da Pierluigi Caria, che ha puntato l'attenzione sulla situazione all'interno dell'assessorato alla Sanita'. "Il cambio di direzione generale delle Politiche sociali", ha detto l'esponente del Pd, "non ha certo favorito il lavoro sul sociale. Quanto al risparmio della spesa, su cui l'assessore La Spisa ha impostato la finanziaria, non si vuol capire che finanziare di piu' l'assistenza nel sociale consente di risparmiare nel sanitario". (AGI) Cli/Rob

10 dicembre 2009

FINANZIARIA: ESPA (PD), A RISCHIO ASSISTENZA A 9.000 PERSONE CON DISABILITA'

Cagliari, Consiglio Regionale, 10 dic. - Il Pd, insieme a tutte le forze politiche del centrosinistra, ha presentato due emendamenti all'articolo 4 (interventi a favore delle politiche sociali e per l'occupazione) del testo di legge finanziaria per incrementare il fondo regionale per la non autosufficienza e per stanziare mezzo milione di euro per finanziare percorsi formativi per assistenti da impiegare nell'assistenza domiciliare per i malati di sla. "Circa 9.000 persone non autosufficienti, per la prima volta negli ultimi dieci anni, rischiano di rimanere senza la copertura economica per i piani di assistenza personalizzati", spiega il consigliere del Pd, Marco Espa. "Quest'anno sono state presentate oltre 28.000 richieste di finanziamento dei piani personalizzati, ma ci sono i fondi soltanto per 20.000. Le altre rischiano di rimanere senza assistenza. Stimiamo che oltre 600 persone fra queste si trovino in condizioni di grave disabilita. In alternativa tutti coloro che hanno da anni ottenuto il finanziamento dei progetti personalizzati, potrebbero subire tagli addirittura del 40% ai loro progetti in corso e ciò è fortemente assurdo e discriminatorio, in una Regione dove si trovano subito i soldi (centinaia di milioni) per ripianare i deficit per tutte le aziende sanitarie private e pubbliche '". L'emendamento, in particolare, stanzia 74,5 milioni per finanziare i programmi personalizzati a favore di persone con grave disabilita' e intende dotare di 174,3 milioni di euro il fondo per la non autosufficienza. Analogo emendamento era stato presentato in Commissione bilancio dal Presidente della Commissione Sanità Contu (UDC) ma la Giunta aveva espresso parere negativo. Dopo una accesa discussione in aula gli emendamenti sono stati bocciati dalla maggioranza di centrodestra.
L'altro emendamento, invece, risponde a una delle richieste avanzate dai malati di Sla sardi, anche attraverso la protesta di Salvatore Usala, componente della commissione regionale sulla sla, che il mese scorso aveva anche fatto lo sciopero della fame assieme ad altri malati. (AG) Rob