18 novembre 2009

Espa (Pd): difendiamo il Microcitemico e il suo prezioso lavoro di eccellenza

L'appello dello scienziato Antonio Cao che, con responsabile preoccupazione, raccomanda alla politica di non rovinare la storia di eccellenza dell'ospedale Microcitemico di Cagliari viene fatta propria dal vicepresidente della Commissione Sanità e consigliere regionale Marco Espa (PD).
"Non condivido l'idea che per razionalizzare si metta a rischio un'esperienza di cura e ricerca riconosciuta in ambito internazionale rappresentata dal presidio dell'ospedale Microcitemico di Cagliari. Lo dico stando dalla parte non solo degli scienziati che lì ci lavorano, ma anche da quella della voce dei malati che hanno ottenuto grandi benefici in questi anni di attività.
Penso alla grande preoccupazione dei talassemici per il loro futuro, le persone colpite da malattie rare, così come penso alle vibrate proteste dei genitori dei bambini leucemici che temono per il futuro dei propri figli.
Ricordo che la Legge di Riforma approvata in Consiglio Regionale è stata voluta con un emendamento senza nessuna preventiva discussione dell'organo consiliare preposto: la Commissione Sanità.
Per questo è doveroso prima di qualunque piano di accorpamento tra il Microcitemico e il Brotzu sentire gli operatori professionali, gli scienziati, e in particolar modo, i pazienti, i loro familiari e le loro associazioni.
Non si potrà spazzare per esigenze di razionalizzazione una pagina così importante della storia della sanità sarda di grande crescita e miglioramento.
Queste e altre domande farò al commissario dell'Azienda Brotzu in audizione domani in commissione al Consiglio Regionale.

17 novembre 2009

Il Betile, il Maxxi e Zaha Hadid. Come Cagliari ha perso la grande occasione.


Habemus MAXXI, cosi scrive entusiasticamente nei giorni scorsi "il Giornale" di Vittorio Feltri nel decantare "l'emozione senza pari" nel percorrere l'interno dell'ultima realizzazione di uno dei più grandi architetti contemporanei viventi, il premio Pritzker Zaha Hadid. Il MAXXI di Roma, lo straordinario museo dell'arte contemporanea che sarà aperto al pubblico a marzo del 2010. Ma gli attuali amministratori capitolini, sindaco, assessori, rigorosamente di centrodestra, non si sono persi l'occasione di fare una entusiastica preapertura solo per la stampa, plaudendo coralmente insieme al ministro Bondi all'ultimo capolavoro dell'iraniana che renderà ancora più bella la città eterna. Poco giustamente gli importa che il progetto proviene da amministrazioni comunali e nazionali del centrosinistra che li hanno preceduti. Si godono, e fanno bene, la bellezza delle cose che valgono, che rimangono nel tempo. A Cagliari invece, molti dei nostri amministratori del centrodestra comunali e regionali, in Regione e in Comune ci sono andati giù duro contro la straniera usurpatrice per il Museo del Betile, fino ad affossarlo insieme al master plan per Sant'Elia da 220 milioni di euro e 1200 posti di lavoro, gia firmato da Soru e il sindaco che poi fece marcia indietro, tutti presi nella indecorosa propaganda elettorale antisoriana, senza guardare la bellezza delle cose. "Vogliamo gli ingegneri sardi, volete stuprare il paesaggio di Cagliari con l'ecomostro del Betile di una improbabile archistar", ci hanno detto. Ditelo ora a Bondi, Alemanno, Feltri. Il Betile poteva essere il riscatto di Sant'Elia, il primo passo verso l'integrazione della zona più emarginata di Cagliari. Pensiamo per esempio a Bilbao, una città che dopo una fase di declino legato alla crisi delle sua economia industriale, ha ricostruito una propria vocazione e un percorso di crescita e di nuova immagine internazionale. Non c'è dubbio che il rilancio di Bilbao abbia trovato una rappresentazione, a livello locale e internazionale, nell'immagine del museo Guggenheim realizzato da Frank Gehry, una delle architetture contemporanee più note in tutto il mondo. Una grande opera architettonica – e un sapiente marketing urbano – hanno riscattato Bilbao dal rischio di marginalizzazione e declino. Invece a Cagliari, dopo aver scempiato il Poetto con il ripascimento, pensavano a fare propaganda, non al benessere dei cittadini. Una grande occasione di sviluppo per Cagliari e per la Sardegna persa vergognosamente. Complimenti, ne siete gli unici responsabili.






per

14 novembre 2009

E’ INAUDITO, il processo breve....ed altre storie

condivido totalmente e sottoscrivo quest'articolo di Letizia de Torre, e quindi... lo pubblico!

Marco Espa

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Vi è una reale urgenza di ridare dignità al sistema giudiziario italiano, ricostruendo la piena fiducia nel terzo pilastro del nostro Stato democratico, anche attraverso 'la ragionevole durata' (Art. 111 della Costituzione) e la certezza dei procedimenti. Ma è scellerato pensare di farlo con una legge retroattiva che ha finalità privata. E' inaudito che un Paese sia tenuto in scacco dai processi giudiziari del suo premier. E' inaudito che un Parlamento sia costretto ad occuparsi di un disegno di legge che ha conseguenze nefaste per tanti cittadini e per il sistema della giustizia. E' inaudito che come società civile non riusciamo a reagire come si deve: tanto questa si manifesta come una legge per il popolo che ci imbarazza scoprire l'ennesima distorsione del diritto. Qualcuno alza la voce, a dire il vero, basti pensare all'appello di febbraio lanciato da Libertà e Giustizia e alla marea di iniziative sui blog. Ma non basta. Il nodo è politico: altro che reintrodurre l'immunità! è scandaloso solo pensarlo. In questo tempo di decadenza della politica (da 'fine Impero'… e quello romano non ha fatto una gran fine, occupato com'era tra orge e tradimenti), "noi abbiamo semplicemente perso la politica, perché le istituzioni e la politica sono state occupate dagli affari e dagli interessi privati. E quindi è il privato che ha sostituito il pubblico". Sono parole del procuratore di Palermo Ingroia che va oltre, sostenendo che è in corso un processo di "mafiosizzazione": "lo vediamo, lo vediamo ogni giorno e quello che più ci preoccupa è quello che ha fatto sì che non solo degli interessi privati hanno invaso le istituzioni spazzando via la politica nel senso più nobile del termine e ha fatto sì che anche interessi squisitamente criminali sono entrati e hanno invaso anche le istituzioni….Credo che non sia tempo di neutralità. Credo che sia tempo di schierarsi dalla parte della Verità e della Giustizia" (leggi tutto). E la politica sana (che non è poca ed è anch'essa contagiosa) non può che scegliere una posizione eroica, non solo di estrema trasparenza, ma di convinta testimonianza. A noi che facciamo politica è richiesto, in altre parole, non solo di rispettarla la legge, ma di 'incarnarla' la legge, di essere 'legge viva', di dare il senso a tutti della necessità della verità; e della giustizia. Non è una questione di morale: è una scelta tra la vita o la morte di un popolo. Sento così quando sono seduta in Parlamento, ma vorrei sapere che cosa sentite voi.

di Letizia de Torre, deputato al Parlamento


8 novembre 2009

Tutti mobilitati per l’autistico

Genio senza interprete. Nuovi impegni della scuola, della Provincia,
dell'Asl e della Regione
Avviato a soluzione in Gallura il caso dello studente disabile
PIER GIORGIO PINNA - DOMENICA, 08 NOVEMBRE 2009 Pagina 6 - La Nuova Sardegna
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 OLBIA. Tutti mobilitati per l'assistenza al ragazzo autistico.
Scuola, Provincia, Regione, operatori privati scendono in campo.
L'obiettivo è aiutare L., lo studente disabile che frequenta la prima
in un istituto della Gallura e che in 3ª media è stato promosso con
ottimi voti. Come fare? Estendendo il sostegno in classe per più ore
al giorno, con un assistente-interprete capace di assicurare le
comunicazioni tra i docenti e l'alunno. Manca una decisione, ma
all'indomani dell'allarme lanciato dai genitori e dall'associazione
Abc si va verso soluzioni definitive.
 Il preside dell'istituto frequentato da L. intanto chiarisce che
l'interesse da parte della scuola è stato forte sin dal primo giorno
di lezioni. Da subito, puntualizza, è stata «resa disponibile la
figura dell'insegnante di sostegno nella misura massima possibile: 18
ore settimanali, con un rapporto 1/1». «Per facilitare l'adattamento
nel nuovo gruppo, su delega della Provincia, si è fatto un contratto
con un'assistente "esperta" di comunicazione facilitata, per 6 ore
settimanali - prosegue - La mamma dello studente ha poi avuto
molteplici colloqui individuali con me, con i singoli insegnanti e con
il docente di sostegno, tutti finalizzati a consolidare i rapporti
scuola-famiglia improntati a correttezza e fiducia reciproche».
 Il capo d'istituto ricorda come lo studente, «per problemi legati al
suo stato di salute», frequenti «le lezioni per circa due ore e mezza
al giorno trovando sempre accoglienza e assistenza concrete». «La
mamma aspetta fuori dalla scuola o fa altro non per aiutare i docenti
(gli insegnanti hanno richiesto il suo intervento una sola volta, per
un particolare stato d'agitazione di L.), ma per evitare più viaggi
dal domicilio alla sede scolastica e viceversa», osserva quindi il
preside replicando alla madre, che considera invece la sua presenza
assolutamente necessaria in questa fase d'insufficiente assistenza. Il
preside ricorda come il tempo di osservazione delle potenzialità duri
di norma due mesi e «deve concretizzarsi in un "Profilo dinamico
funzionale" per la definizione del "Piano educativo personalizzato"».
«Ma in questo caso manca, purtroppo, la figura specialistica fornita
dall'Asl che, sino a oggi, non ha ancora dato risposta alle tante
richieste della scuola», spiega ancora il preside. «Il nostro istituto
ha sempre avuto con gli studenti disabili e le famiglie rapporti di
massima collaborazione e fiducia reciproca, fondati sulla solidarietà
per l'integrazione effettiva - è la conclusione - E così sarà anche in
questo caso». Sull'intera questione giovedì c'è stata una riunione del
consiglio di classe e durante l'incontro la madre del genio autistico
ha potuto esporre quali sono le effettive esigenze del figli.
 Sulla vicenda ha presentato un'interrogazione in consiglio regionale
Marco Espa. «Dove sono finiti i 5 milioni previsti in Finanziaria per
l'aiuto ai disabili nelle scuole sarde?», chiede l'esponente pd, primo
firmatario del documento, sottoscritto dai consiglieri Giuseppe Cuccu,
Pierluigi Caria, Mario Bruno, Valerio Meloni, Gavino Manca. «Dopo i
tagli agli insegnanti di sostegno fatti dal ministro Gelmini ci manca
solo l'insufficienza dell'apporto degli assistenti alla
comunicazione», affermano Espa e i colleghi. Spiegando come sia «un
diritto previsto dalla Legge 104, non una gentile concessione»,
affrontare il percorso di studi con queste integrazioni.
 La mamma di L. ha intanto fatto domanda per rendere più efficiente
l'area-studio domestica del figlio, con sintetizzatori vocali e altri
apparati idonei, per un letto con doghe particolari e per migliorare
l'autonomia gestionale in casa. L'Asl Gallurese ha già fatto un
sopralluogo e le verifiche. «Dal momento che il progetto è stato
finanziato, dobbiamo adesso attendere semplicemente che la pratica
vada a buon fine - ha aggiunto la donna - Per il resto aspettiamo solo
che le ore dell'assistente scolastica vengano integrate».
 La storia di L. rimbalza intanto a Roma. Sostenendo che Mariastella
Gelmini non crea parità di condizioni per tutti a scuola, due tra le
più grosse federazioni che fanno parte della Consulta ministeriale
dell'Osservatorio per l'integrazione, la Fish e la Fand, minacciano di
abbandonare quest'organismo. Soprattutto se non ci saranno tra breve
risposte su questo e altri casi.

5 novembre 2009

L'assistenza alla comunicazione è un diritto e non una gentile concessione

da Superando.it
 
Eppure in Sardegna - nonostante la Legge Finanziaria Regionale abbia previsto fondi specifici - le ore di questa forma di assistenza garantita per legge agli studenti con disabilità, sono assai poche e provocano "situazioni limite" come quella di Tempio, da noi segnalata nei giorni scorsi, con la madre di un ragazzo autistico costretta a rimanere seduta tutto il giorno sui gradini della scuola, per poter spiegare all'occorrenza cosa il figlio vuole comunicare. Su tali problemi è stata presentata un'interrogazione in Consiglio Regionale all'assessore alla Pubblica Istruzione

«Il genio autistico senza interprete». «Manca l'assistente, a Lorenzo è negato il diritto allo studio». Sono solo due dei titoli apparsi sui giornali e riferiti al caso del ragazzo con autismo di Tempio, in Sardegna, la cui madre è costretta a rimanere seduta tutto il giorno sui gradini della scuola per poter spiegare all'occorrenza cosa il ragazzo vuole comunicare, a causa dell'insufficiente assistenza scolastica (solo sei ore), pure prevista dalle leggi.
Sulla vicenda - segnalata nei giorni scorsi dall'ABC Sardegna (Associazione Bambini Cerebrolesi) e ripresa dal nostro sito con l'articolo intitolato Quando la scuola non è per tutti (lo si può leggere cliccando qui) -  è stata depositata un'interrogazione in Consiglio Regionale Sardo (primo firmatario Marco Espa, insieme ai colleghi Giuseppe Cuccu, Pierluigi Caria, Mario Bruno, Valerio Meloni e Gavino Manca), ove in particolare si chiede conto all'assessore regionale alla Pubblica Istruzione Maria Lucia Baire che fine abbiano fatto i 5 milioni di euro previsti dalla Legge Regionale Finanziaria per il 2009 (Legge Regionale 1/09, articolo 3, comma 18), proprio per integrare i fondi necessari in questi casi (il testo integrale dell'interrogazione è disponibile cliccando qui).

«Dopo i tagli agli insegnanti di sostegno del ministro Gelmini - dichiara il consigliere regionale Marco Espa - ci manca ora solo l'insufficienza degli assistenti alla comunicazione! Ricordiamo però che questo è un diritto degli studenti previsto dalla Legge 104/92 e non una gentile concessione».
«È molto bello - continua Espa - ed è una conquista democratica e inclusiva della scuola sarda e italiana, che mentre trent'anni fa nessuno studente con grave disabilità superava le scuole medie, oggi anche nella nostra Regione centinaia di studenti affrontano il percorso delle superiori, molti dei quali con esiti positivi e alcuni, poi, con percorsi universitari importanti. Mentre quindi le scuole elementari e medie, finanziate dai Comuni tramite la Regione, sono storicamente abbastanza ben organizzate, mancano in particolare alle Province - che sono tenute ad assolvere alle funzioni per le scuole superiori - i fondi necessari per far fronte ai diritti dei nostri alunni sardi con disabilità grave. Infatti, conosciamo bene il caso del ragazzo della Gallura, ma la situazione è generalizzata in tutta la Sardegna, con segnalazioni da Sassari, Cagliari, Medio Campidano e dalle altre Province sarde. La Regione ha dunque il dovere di deliberare in materia perchè i fondi ci sono già, previsti dal nostro emendamento alla Finanziaria Regionale per il 2009, che mette in campo ben 5 milioni di euro da distribuire con Delibera di Giunta Regionale agli Enti Locali a integrazione dei fondi ordinari». E tuttavia la Delibera citata da Espa non si vede ancora e così gli studenti con disabilità - in particolare delle scuole superiori - sono costretti ad avere un servizio di cinque o sei ore alla settimana, assolutamente insufficienti come dimostrato nel caso di Tempio.
«Ne servirebbero almeno diciotto, di ore», conclude Espa, «e in ogni caso abbiamo già pensato a un ulteriore emendamento in proposito, sulla prossima Finanziaria Regionale per il 2010, per stanziare risorse adeguate ai diritti degli alunni con disabilità sardi». (S.B.)

Alla vicenda di Tempio citata nel presente articolo avevamo dedicato nei giorni scorsi il testo intitolato Quando la scuola non è per tutti, disponibile cliccando qui. Suggeriamo poi anche la lettura del testo intitolato L'assistente all'autonomia e alla comunicazione: adempimenti e funzioni, disponibile cliccando qui.
Ultimo aggiornamento (giovedì 05 novembre 2009 13:12)

Marco Espa: L'assistenza alla comunicazione è un diritto e non una gentile concessione

4 novembre 2009

DISABILI: INTERROGAZIONE PD, SUBITO DELIBERA REGIONE PER FONDI (AGI)

DISABILI: INTERROGAZIONE PD, SUBITO DELIBERA REGIONE PER FONDI
(AGI) - Cagliari, 4 nov. - Sei consiglieri regionali del Pd hanno presentato un'interrogazione alla Giunta sul caso del ragazzo autistico di Tempio Pausania, al quale non e' garantita adeguata assistenza a scuola per consentirgli di frequentare il primo anno delle superiori. La madre ha riferito di essere costretta a restare fuori dall'istituto per poter spiegare, quando necessario, agli insegnanti cosa suo figlio voglia comunicare. Il caso e' stato reso pubblico stamane dal quotidiano "La Nuova Sardegna". "Conosciamo bene il caso del ragazzo della Gallura", spiega il primo firmatario, Marco Espa. "Abbiamo segnalazioni da Sassari, Cagliari, Medio Campidano e da tutte le province sarde. la Regione ha il dovere di deliberare in materia, perche' i fondi ci sono gia', previsti nel nostro emendamento alla finanziaria 2009 che stanzia cinque milioni di euro da distribuire con delibera della giunta regionale agli enti locali a integrazione dei fondi ordinari". L'interrogazione e' firmata anche da Giuseppe Cuccu, Pierluigi Caria, Mario Bruno, Valerio Meloni e Gavino Manca. "Ma la delibera non si vede ancora", protesta l'esponente del Pd, preannunciando un emendamento alla prossima finanziaria per stanziare risorse adeguate a garantire i diritti degli alunni disabili. "Gli studenti con disabilita', in particolare delle scuole superiori, sono costretti ad avere un servizio di cinque o sei ore la settimana, assolutamente insufficienti, come dimostrato nel caso di Tempio, mentre ne servirebbero almeno 18".(AGI) Red-

approfondisci qui il caso http://www.abcsardegna.org/62_121_news_456.php

o qui http://www.superando.it/content/view/5192/116/