30 giugno 2008

Rom, l'attacco di Famiglia Cristiana "Indecente prendere le impronte"

ROMA - Parole di fuoco. Una condanna senza appello. Che punta l'indice sul governo, sul progetto di prendere le impronte ai bambini rom. Evocando i tempi cupi delle persecuzioni degli ebrei. Prendere le impronte digitali ai bambini rom è una "indecente proposta", scrive Famiglia Cristiana. Ed è un attacco senza reticenze quello del settimanale dei Paolini. Che una settimana fa aveva scritto che Berlusconi "è ossessionato dai giudici".


Nel mirino finiscono, in particolare i ministri 'cattolici' del governo del Cavaliere che escono "bocciati, senza appello". "Per loro la dignità dell'uomo vale zero - continua l'editoriale - Nessuno che abbia alzato il dito a contrastare Maroni e l'indecente proposta razzista". Ma il ministro dell'Interno tira dritto: "Non arretro di un millimetro". Appoggiato anche dal titolare della Farnesina, Franco Frattini: "Non si parla di retate ma di identificare quelli che vivono nel nostro paese. Questa cosa viene fatta in tanti altri paesi, ma senza nessuno scandalo. Quindi bisogna farla pure qui". Magari per "obbligare qualcuno a mandare i figli a scuola" commenta il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini.

Parole che Famiglia Cristiana non tiene in alcuna considerazione. "Avremmo dato credito al ministro Maroni - prosegue l'affondo dei Paolini che segue la condanna della Cei - se, assieme alla schedatura, avesse detto come portare i bimbi rom a scuola, togliendoli dagli spazi condivisi coi topi. Che aiuti ha previsto? Nulla". Ed ancora: "Non sappiamo cosa ne pensi Berlusconi: permetterebbe che agenti di polizia prendessero le impronte dei suoi figli o dei suoi nipotini? A sessant'anni dalle leggi razziali, l'Italia non ha ancora fatto i conti con le sue tragiche responsabilità (non ce ne siamo vergognati abbastanza). In particolare, quei conti non li ha fatti il centrodestra al governo, se un ministro propone il concetto di razza nell'ordinamento giuridico. Perché di questo si tratta. Come quando i bambini ebrei venivano identificati con la stella gialla al braccio, in segno di pubblico ludibrio".

L'editoriale si chiude con una provocazione. "Quanto alle impronte, se vogliamo prenderle, cominciamo dai nostri figli, ancor meglio, dai parlamentari: i cittadini saprebbero chi lavora e chi marina, e anche chi fa il furbo, votando al posto di un altro. L'affossa 'pianisti' sarebbe l'unico 'lodo' gradito agli italiani".

Anche la Croce Rossa mostra cautela. L'organizzazione partecipareà all'operazione ma, ci tiene a precisare il presidente Maurizio Barra, si tratta di "scelte delle autorità di governo, che la Croce Rossa Italiana, come ente ausiliario, deve solo applicare, nel rispetto dei diritti dell'uomo e in una prospettiva umana".

(Repubblica, 30 giugno 2008)

19 giugno 2008

ESPA (PD): VERTENZA ENTRATE E LEGGE SALVA SILVIO, LA TRAVE NELL’OCCHIO DEL CENTRODESTRA SARDO

Finalmente un po’ di chiarezza per i sardi: la conferenza stampa del Presidente Soru, dell’Assessore Secci ci ha permesso finalmente di far sapere ai sardi la verità: non solo non siamo sull’orlo del fallimento come con toni apocalittici annunciato dai colleghi del centrodestra, ma anzi con la sentenza della Corte (che rispettiamo profondamente), si è potuto dimostrare che il centrosinistra sta compiendo una virtuosissima opera di risanamento contabile finanziario, tutto a vantaggio dei bisogni primari dei nostri cittadini.

Un dato per tutti: nonostante gli effetti del pronunciamento della Corte il debito totale dei sardi è passato dalla spaventosa cifra di quasi 6 miliardi di euro di fine gestione 2004 da parte del governo di centrodestra agli attuali 4,5 miliardi: in questi anni il debito totale è diminuito di ben 1500 milioni di euro, ovvero circa 1000 euro a testa di meno debiti per tutti noi. (Altri dati cliccando qui)

Devo anche constatare che mentre i parlamentari sardi del centrodestra si inerpicavano in dichiarazioni funeste per il nostro governo regionale, zitti zitti votavano in Parlamento il decreto salva Silvio, e plaudendo alla “Robin Hood tax”, dopo aver rimproverato alla nostra giunta regionale l’emanazione della tassa sul lusso…

Per questo viene da chiedersi se i colleghi hanno avuto modo di constatare la loro trave nell’occhio, quella del debito totale dei sardi che hanno costruito con il loro governo e quella di dare un aiutino al loro leader nazionale, bloccando il corso della giustizia per almeno 100 mila processi.

11 giugno 2008

Capoterra - La nuova casa della Salute

L'Unione Sarda

Capoterra Ambulatori e guardia medica
Da eterna incompiuta a casa della salute

Lo chiamano tutti ospedaletto. Ma quella struttura che avrebbe dovuto risolvere molti problemi dei malati di Capoterra è una cattedrale nel deserto: il Comune ne ha ceduto il terreno alla Regione, ma non è mai stata inaugurata. Se di quel poliambulatorio dunque non si è mai fatto nulla, ora arrivano buone notizie. Presto non ci sarà più bisogno di spostarsi a Cagliari o Sarroch per curarsi. Capoterra si prepara assieme ad altri 33 Comuni della Sardegna ad accogliere la Casa della Salute. Lo ha deciso avantieri una delibera della Giunta regionale.
Sorgerà nello stabile che avrebbe dovuto ospitare il tanto atteso poliambulatorio, sulla strada della Comunità Montana. Un centro unico dove i cittadini potranno accedere per esami, visite, controlli, 7 giorni su 7 e per 12 ore al giorno. E la notte resta aperto per le emergenze. « Capoterra ha assoluto bisogno di una struttura di questo tipo» , commenta Marco Espa consigliere regionale del Pd. «Sarà un centro facilmente identificabile dove sarà possibile curare numerosissime malattie, fare semplici prescrizioni, prenotazioni di esami specialistici, il prelievo del sangue, o rivolgersi al pediatra, alla guardia medica al 118 e, perfino al personale dei servizi sociali».
Un luogo insomma, dove si concentrano servizi e attività che ora, spesso, sono frammentati e dispersi. « La Casa della Salute» - prosegue Espa - «rappresenta il principale modello di organizzazione della medicina del territorio e la sede privilegiata dell'integrazione socio-sanitaria». Ora spetterà alla Asl presentare alla Regione un progetto per trasformare quello a Capoterra ormai è conosciuto come l'ospedaletto. (g.d.m.)