23 settembre 2007

Il Betile abbatterà il muro della vergogna che emargina Sant’Elia


Il caso. Espa replica all’assessore Pellegrini

La Nuova Sardegna del 23 settembre 2007

CAGLIARI. L’assessore alla Cultura, Giorgio Pellegrini, ha demolito il museo Betile, il museo dell’identità, a Sant’Elia. «Sarà un inutile spreco di soldi», ha detto all’indomani dell’avvio delle ruspe nella piana - all’ombra dei brutti palazzoni - dove sarà realizzato il progetto dell’architetto iraniano Zaha Hadid.
Attacco assurdo, quello di Pellegrini, è la replica di Marco Espa, capogruppo dell’Ulivo in Consiglio comunale. «Sono sconcertato - dice - dall’atteggiamento ostruzionistico che la maggioranza di centrodestra dimostra nei confronti del Betile. Noto con stupore che da un lato un prestigioso assessore della giunta Floris (Nanni Campus, all’Urbanistica) plaude alla realizzazone e addirittura ha fatto parte della Commissione che ha approvato il progetto, e dall’altro un altro assessore (Giorgio Pellegrini, alla Cultura) faccia da tempo mancontraria. Sono i misteri del centrodestra cagliaritano. Sì, sono preoccupato non vorrei che, alla fine, il Betile lo costruissero altrove. Se accadesse, sarebbe un clamoroso colpo basso per la città».
- La requisitoria di Pellegrini è stata implacabile: museo calato dall’alto, museo che stravolgerà lo sky-line, museo di dubbia utilità.
«Tutte affermazioni pretestuose e opportunistiche. Diciamolo una volta per tutte: quella requisitoria è basata solo sul arcinoto pregiudizio ideologico del centrodestra cagliaritano nei confronti del governo regionale di centrosinistra».
- Attacco politico, l’architettura è soltanto un pretesto: è così?
«Il Betile è una straordinaria opportunità di sviluppo e le opportunità non hanno colore politico: rappresentano solo buona amministrazione. Chi specula sullo sviluppo commette un errore che politico, sociale ed economico allo stesso tempo».
- Più favorevoli o contrari al museo, in Consiglio comunale?
«Io vorrei che, in nome dell’interesse della città, nelle aule di via Roma tutti superassero finalmente i toni polemici e le rivalità politiche. Vorrei dal Consiglio una scelta responsabile, con l’approvazione delle varianti urbanistiche necessarie, per evitare che Cagliari perda quest’opportunità».
- Un motivo per dire sì.
«Il Betile è il riscatto di Sant’Elia. È il primo passo verso l’integrazione della zona più emarginata, verso l’abbattimento del muro di Berlino tra Cagliari e Sant’Elia».
- Un altro motivo?
«Avremo un bene architettonico di altissimo pregio e di rilievo internazionale in un contesto ambientale irripetibile: sarà un investimento strategico, come dimostrano le esperienze realizzate in altre città europee».
- C’è chi dice: saremo puniti dall’esagerata esterofilia di questi anni.
«Assurdo. Pensiamo a Bilbao, una città che, dopo una fase di declino legata alla crisi della sua economia industriale, ha ricostruito una propria vocazione turistica, un nuovo percorso di crescita e una nuova immagine internazionale. E non c’è dubbio che il rilancio di Bilbao abbia trovato la sua forza propulsiva nel museo Guggenheim, una delle architetture contemporanee più note in tutto il mondo, realizzata da Frank Gehry. Una grande opera architettonica e un sapiente marketing urbano hanno riscattato Bilbao dal rischio di isolamento e declino. Stesso percorso deve seguire Cagliari».
- Betile si pagherà da solo i costi di gestione o sarà un’impresa fallimentare?
«Il museo sarà un polo d’attrazione, attirerà centinaia di migliaia di visitatori. Il dibattito estivo sul turismo d’architettura ha detto che intorno all’architettura moderna, e qui ricordo ancora il caso di Bilbaio, si muove un grande mercato internazionale in espansione».
- Parlare di rinascimento cagliaritano è un’esagerazione?
«In questi ultimi anni la Regione, dopo anni di assenza dei governi di centrodestra, ha riconosciuto a Cagliari, com’è giusto che fosse, il ruolo di motore di sviluppo della Sardegna. Oltre al Betile, ci sono stati la cancellazione delle servitù militari, la difesa ambientale di Tuvixeddu, i trentadue milioni per la riqualificazione urbana di Sant’Elia, la riconquista della Manifattura».
- Cagliari, città in progress.
«Io credo che prima della svolta la capitale della Sardegna sia stata affossata da politiche senza respiro, dal disinteresse nei confronti delle periferie, dall’assenza di un’adeguata politica sulla casa e sui servizi e, quindi, spero che il sindaco sappia cogliere l’importanza che avrà il museo nuragico per la nostra città e indirizzi nella giusta direzione la sua maggioranza».
- L’imponenza di un museo per chiudere i conti con gli anni bui della speculazione edilizia?
«Occorrerebbe anche una strategia complessiva, con il marketing urbano integrato insieme alle politiche di sviluppo della città. Ma è una visione strategica che il centrodestra non ha minimamente mostrato di avere. Anzi, continua a infierire sulla città».

Una piazza dedicata a Nanni Loy, un omaggio alla sua carriera


la proposta in Consiglio Comunale di Marco Espa

L'Unione Sarda 23 settembre 2007


Una piazza per Nanni Loy. La proposta arriva dal consigliere comunale Marco Espa, che ha presentato una mozione in consiglio, tuttora in attesa di essere approvata. Così come per Falcone e Borsellino, i politici cagliaritani vogliono così omaggiare uno dei più grandi registi italiani, al quale in città è stato intitolato solamente il cineteatro dell'Ersu alla casa dello studente. «Loy è uno degli esponenti più importanti della cultura regionale e ritengo sia stato trascurato dalla toponomastica sarda, da qui la mia proposta, probabilmente facilitata anche dalla mia passione per la produzione audiovisiva». Nanni Loy, nato a Cagliari e scomparso a Fregene di Fiumicino nel 1995, è famoso per aver introdotto in Italia la candid-camera nella serie Specchio segreto (1965). Come regista ha realizzato una serie di film che si collocano a pieno titolo nella commedia all'italiana, sempre improntati ad una satira amara e pungente ("Il padre di famiglia", "Cafè Express", "Mi manda Picone"), sconfinando in vere e proprie opere di denuncia sociale come "Detenuto in attesa di giudizio" e "Sistemo l'America e torno". «La sua produzione, e soprattutto Specchio Segreto, realizzato più di 40 anni fa», continua Espa, «erano all'avanguardia per l'epoca, non solo dal punto di vista cinematografico, ma anche per l'analisi dei costumi e della società italiana». (fe.fo.)

14 settembre 2007

Lunedi al Caesar di Cagliari per il PD. Ci saremo con Soru e con Veltroni

Dopo la definizione dei tre candidati alla segreteria regionale del Partito democratico sardo inizia un momento di vera partecipazione democratica: sarà la prima volta che un Segretario di partito verrà eletto direttamente dai cittadini che si riconoscono in questo percorso. Come sapete io sostengo Walter Veltroni e Renato Soru.
Mi piace ricordare che questa sarà una competizione tra alleati e che tutti speriamo in un clima sereno.
Per questo abbiamo pensato con alcuni amici di Progetto Sardegna e dei DS presenti nelle istituzioni a vario livello di promuovere una manifestazione per iniziare ad entrare nel merito delle questioni e per saperne un po' di più di ciò che si legge nei giornali.
Per questo vi invito numerosi Lunedi prossimo 17 settembre alle ore 19 al Caesar Hotel di Cagliari per un incontro che vedrà interventi, oltre quello di Renato Soru, anche di Vittorio Pelligra.

Il popolo zingaro a Cagliari - Comunicato stampa

IL FILM INCHIESTA DI MARCO ESPA SUL POPOLO ZINGARO A CAGLIARI DA OGGI ONLINE SU YOUTUBE
(PER LA VISIONE CLICCA NEI LINK SOTTORIPORTATI)
Come contributo al dibattito e alla conoscenza dei fatti è da oggi on line su You Tube il film inchiesta girato interamente a Cagliari "Il valore della diversità: domande al popolo zingaro" (30 min), con la regia di Marco Espa (capogruppo dell'Ulivo in Consiglio Comunale a Cagliari) dove in maniera cruda e senza nessun sentimentalismo si da voce diretta agli zingari che rispondono direttamente alle domande ricorrenti come l'accattonaggio, il furto, i bambini, il lavoro, i diritti, il nomadismo ecc. Oltre alle famiglie zingare sono intervistati anche zingari docenti universitari in Spagna e sociologi Rom residenti in Francia.
Girato in gran parte negli anni '90 in cui i bambini morivano di freddo e morsicati dai topi nei campi cagliaritani e fa capire come poco o nulla sia cambiato in città sul fronte dell'integrazione e come l'attuale campo sosta, costruito con i fondi regionali della legge Tiziana, sia stato un fallimento proprio da un punto di vista progettuale.
"Molto importante e positivo il disegno di legge regionale bipartisan presentato in Consiglio Regionale - dichiara Marco Espa - una grande opportunità per il Comune di Cagliari per l'integrazione e la sicurezza di tutti.
Gli zingari appartengono ad un unica razza, come tutti: quella umana"
LA PRIMA PARTE DEL FILM
LA SECONDA PARTE
LA TERZA PARTE

9 settembre 2007

Veltroni e Soru: i miei candidati per la guida del PD Nazionale e Sardo

E' il momento delle scelte e anch'io mi sono schierato: dopo aver firmato per la candidatura di Walter Veltroni , ho firmato con piacere per quella di Renato Soru.
Vediamo quali e quanti saranno i candidati in Sardegna: mi aspetto una vivace ma serena campagna di ricerca dei consensi. Non dimentichiamoci che siamo protagonisti di un fatto storico: i cittadini eleggeranno per la prima volta il segretario del più grande partito del centrosinistra...
Mi è piaciuta la lettera di Soru a Antonello Cabras che si conclude nel modo migliore: con amicizia.
Questo è lo spirito delle primarie: non nemici ma alleati anche se competitori.
Aggiornamenti nei prossimi giorni.

1 settembre 2007

Primarie del PD in Sardegna: un candidato? c'è unità. Più candidati? c'è democrazia

E' quello che ha detto a Nuoro il 29 agosto Paolo Fresu (coordinatore dei comitati per Veltroni per la Sardegna) che si dimostra così non solo il più grande artista sardo contemporaneo vivente ma anche una persona molto positiva... e in politica non è facile!



Io c'ero, a sostegno della candidatura di Veltroni: è stato un incontro inaspettatamente fuori dalle regole, schietto, sincero, uno di quegli incontri senza astio ne guerre nascoste ma dove i protagonisti hanno detto la verità, quello che pensavano, anche Cabras, Soro e Soru.
Il merito secondo me è tutto di Paolo Fresu, del suo modo pacato di unire, rappresentato dalla sua performance finale dove con una nota della sua tromba ha "circondato" tutti i presenti: in un momento dove le cose potrebbero anche trasformarsi in una guerra senza quartiere, Paolo può rappresentare una grande risorsa par tutti, per fare in modo che le primarie siano un momento di confronto tra alleati, non una dimostrazione muscolare di nessuno contro nessuno...
Affidiamo a Fresu più responsabilità anche per le primarie del segretario regionale?