28 dicembre 2012

novità legge 162 progetti personalizzati! si ora é ufficiale.....accolte tutte le nostre richieste... la battaglia serve!!!

Ultimissima ora: novità legge 162 progetti personalizzati! 
si ora é ufficiale.....accolte tutte le nostre richieste... la battaglia serve!!! ovvero proroga sicura fino al 31 marzo 2013 e nessun taglio ai progetti personalizzati, nemmeno di un euro. E questo nonostante la incredibile e spaventosa circolare - che annulleranno - inviata ieri a tutti i comuni...ma da chi?

Non fa però.. ogni volta una battaglia...ma non molliamo!
PS: e nessuno licenzi nessun operatore, mi raccomando!
ciao da Marco Espa.

DISABILI: REGIONE, DELIBERATI NUOVI CRITERI PER PIANI LEGGE 162
(AGI) - Cagliari, 28 dic. - La Giunta regionale ha deliberato in via definitiva, nella seduta di stasera, i nuovi criteri per i progetti personalizzati per le persone con disabilita' grave della legge 162. "Prevediamo nell'immediato la proroga di tutti i progetti in corso fino al marzo 2013, senza che sia apportano nemmeno un euro di taglio", assicura l'assessore regionale alla Sanita', Simona De Francisci. "Infatti, per un'errata interpretazione tecnica le 33 mila persone con disabilita' grave rischiavano di veder ridotto di quasi il 50% il loro budget mensile". (AGI) Red-Rob (Segue)
(AGI) - Cagliari, 28 dic. - Nella seduta di oggi e' stata modificata la bozza della delibera, dopo le indicazioni della commissione Sanita' del Consiglio Regionale. "Apriamo i termini per i progetti per i vecchi e nuovi casi del prossimo anno, confermando sostanzialmente le regole dello scorso anno", ha aggiunto De Francisci, "in attesa che la Commissione tecnica che ho nominato concluda i suoi lavori, per poter dare per tempo soluzione ai problemi che ci sono". "La legge, nella sua applicazione sarda, rimane", conclude De Francisci, "un modello di eccellenza in Italia e la nostra volonta' non puo' che essere di miglioramento, in favore delle persone piu' in difficolta'"

24 dicembre 2012

Buon Natale e... aggiornamento 162 progetti personalizzati.

Innanzitutto buon Natale e buone feste, a tutti! 
poi...legge 162 progetti personalizzati, allora questa è la situazione: la giunta regionale di venerdi 21 dicembre non ha deliberato.... mancava mi dicono il visto obbligatorio di qualche funzionario (?). 
Ora rinviata al 28 dicembre... mi dicono che però sono raccolte le indicazioni che ho portato in commissione e approvate da tutti, insieme (ci tengo a sottolinearlo) ovvero proroga certa fino al 31 marzo 2013 e nessun taglio in questi 3 mesi di proroga come invece è previsto purtroppo incredibilmente nella bozza di delibera. 
Un suggerimento in attesa del 28 dicembre: NESSUNO LICENZI NESSUN OPERATORE! Aspettiamo ancora se la giunta cambia, io spero proprio di si. 
PS: Non molliamo!
Marco Espa

14 dicembre 2012

Assolto!

il mio amico da sempre Marco Benoni (con Renato Soru) appena riassolti con formula superampia al processo di appello per il caso Saatci. Posso essere contento? :)))
Ecco, c'è chi "spara" sui magistrati e scappa e c'è chi invece pur soffrendo si sottopone alla giustizia. 
Si, non siamo tutti uguali.



11 dicembre 2012

CORTE CONTI: ATTACCO PD, REGIONE NON GOVERNA SISTEMA SANITA' ESPA, SIAMO ALLO SBANDO; BARRACCIU, MANCA PROGRAMMAZIONE

CORTE CONTI: ATTACCO PD, REGIONE NON GOVERNA SISTEMA SANITA'
ESPA, SIAMO ALLO SBANDO; BARRACCIU, MANCA PROGRAMMAZIONE
CAGLIARI
(ANSA) - CAGLIARI, 11 DIC - "Nella sanità sarda manca il governo
regionale che guidi il sistema". Così i consiglieri regionali del Pd,
Francesca Barracciu e Marco Espa, commentano la relazione della Corte
dei Conti sulla Sanità in Sardegna. "Ci troviamo davanti una
situazione preoccupante che avevamo già denunciato in Consiglio - ha
spiegato Espa - la Sanità non é governabile ed è allo sbando su vari
fronti, sui conti economici, sul lavoro interinale, sulla spesa
farmaceutica, dove siamo ultimi in Italia per l'abbattimento dei
costi, e sulla mancanza dei controlli". Secondo Barracciu la relazione
"conferma il non governo della Sanità guidata da questa Giunta
regionale. La conferma dei mostruosi disavanzi da noi più volte
denunciati sono il risultato dell'assenza totale di atti di
programmazione ad iniziare dal Piano sanitario regionale. L'assessore
De Francisci ha perso un'occasione perché anziché approvare l'inutile
legge di ottobre avrebbe dovuto lavorare al Piano, mentre ha preferito
contribuire al disastro". (ANSA).

21 novembre 2012

(ANSA) (AGI) - SLA E NON AUTOSUFFICIENZA: ESPA (PD), TRIONFO DI SALVATORE USALA E DEL MODELLO SARDO. ORA VIGILEREMO SU FONDO NAZIONALE MA ANCHE REGIONALE

SLA E NON AUTOSUFFICIENZA: ESPA (PD), TRIONFO DI SALVATORE USALA
E DEL MODELLO SARDO. ORA VIGILEREMO SU FONDO NAZIONALE MA ANCHE REGIONALE
CAGLIARI

(ANSA) - CAGLIARI, 21 NOV - ''Le rassicurazioni del sottosegretario
Polito, con il reperimento di 400 milioni di euro per la non
autosufficienza dei disabili gravissimi, rappresentano il trionfo di
Salvatore e del modello Sardegna''. E' il commento del membro
della commissione Sanita' del Consiglio regionale, Marco Espa (Pd),
allo sblocco dei fondi seguito alla protesta di questa mattina a Roma
dei malati di Sla, tra cui il sardo Salvatore Usala. ''Questo
significa personalizzazione, coprogettazione, niente
istituzionalizzazione anche per i disabili gravissimi - spiega Espa -
e il rispetto del diritto alla vita nel proprio territorio e nella
propria famiglia con grande risparmio per la spesa pubblica sanitaria
fino a 10 volte. Ora - annuncia l'esponente del Pd - vigiliamo finche'
il fondo non verra' approvato in Senato e assieme continueremo la
battaglia anche in vista della prossima Finanziaria regionale
affinche' non un euro sia toccato dal Fondo sardo per la non
autosufficienza (legge 162 e progetto 'Ritornare a casa') proprio
adesso che viene preso a modello dall'intera nazione''. (ANSA).


SLA: ESPA (PD), TRIONFO DI SALVATORE USALA 
(AGI) - Cagliari, 21 nov. - "Ho parlato con la moglie di Salvatore Usala, compagna di vita e di lotta, mi ha detto che il sottosegretario Polito ha garantito che il Fondo nazionale per la non autosufficienza per tutti i disabili gravissimi sara' di 400 milioni di euro. Ora, interrotto lo sciopero della fame, Salvatore torna in Sardegna. Sembra sicuro che saranno tutti per progetti personalizzati, niente fondi per istituzionalizzazione". Lo dichiara il consigliere regionale del Pd, Marco Espa, che segue da vicino la battaglia del Comitato 16 novembre per ottenere maggiori risorse per la non autosufficienza. (AGI) Ca3/Sol (Segue)
SLA: ESPA (PD), TRIONFO DI SALVATORE USALA (2)
(AGI) - Cagliari, 21 nov. - "Grande Salvatore", afferma ancora Espa: "Il trionfo di Salvatore e' quello del modello Sardegna: personalizzazione, coprogettazione, niente istituzionalizzazione anche per i gravissimi, diritti umani, il diritto alla vita nel proprio territorio e nella propria famiglia con grande risparmio per la spesa pubblica sanitaria. Ora vigiliamo e assieme continuiamo la battaglia anche in vista della prossima finanziaria sarda: non un euro in meno ci deve essere sul Fondo sardo per la non autosufficienza (162, ritornare a casa) proprio adesso che viene preso a modello nazionale", conclude Espa. (AGI) Ca3/Sol



Marco Espa: Grande Salvatore Usala

mi ha chiamato ora per suo conto la moglie di Salvatore Usala, compagna di vita e di lotta. Mi ha detto che il sottosegretario Polito ha garantito che il Fondo nazionale per la non autosufficienza per tutti i disabili gravissimi sarà di 400 milioni di euro!!! interrotto lo sciopero della fame, Salvatore torna in Sardegna. Sembra sicuro che saranno tutti per progetti personalizzati "a sa sarda"... niente fondi per istituzionalizzazione... Grande Salvatore, ora vigiliamo e assieme continuiamo la battaglia e in vista della prossima finanziaria sarda... non un euro in meno sul Fondo sardo per la non autosufficienza (162, ritornare a casa), tutti avvisati eh!!!

15 novembre 2012

Comunicato stampa: fondi alluvione legge di stabilità, la Sardegna fuori!

Dichiarazione di Marco Espa, Consigliere Regionale (PD) 

Fondi alluvione legge di stabilità, la Sardegna fuori!

...non voglio aprire nessuna polemica. ma dov'è la giunta regionale- che ci piaccia o no ( a me non piace) rappresenta tutti per mandato popolare - e ha il dovere di rappresentarci anche con il governo italiano - mentre si distribuiscono soldi (pochi) per le alluvioni passate? La Sardegna non esiste. Non solo non spendiamo velocemente i nostri soldi, che abbiamo nelle nostre casse, ma quando possiamo recuperare qualcosa non si interviene. Non esiste, proprio non esiste. 
questa la modifica di oggi alla legge di stabilità, concordata con le regioni che si sono fatte sentire...

Il comma 21-sexies (art. x, comma xxx, del Testo A) assegna 40 milioni di euro per il 2013 al Fondo per la protezione civile per interventi in conto capitale da realizzare in determinati territori colpiti da eventi atmosferici ed alluvionali, quali quelli in Liguria e Toscana del dicembre 2009-gennaio 2010; in Veneto dell'ottobre-novembre 2010; nella provincia di Messina del febbraio-marzo e novembre 2011; nelle Marche del marzo 2011; nelle Marche e nell'Emilia Romagna del febbraio 2012; in Calabria e Basilicata per il sisma del 26 ottobre 2012. Le risorse saranno ripartite tra le indicate finalità con D.P.C.M.

9 ottobre 2012

ESPA: DISABILI E PARCHEGGI A QUARTU, RISPETTARE I DIRITTI DELLE PERSONE ONESTE


QUARTU S. ELENA


ESPA: DISABILI E PARCHEGGI A QUARTU
IL COMANDANTE DEI VIGILI URBANI NON PERSEGUE GLI ABUSIVI E NEGA I DIRITTI AI (TANTI) DISABILI ONESTI?


Le affermazioni del Comandante dei vigili urbani di Quartu Sant'Elena rilasciate all'Unione Sarda del 4 ottobre lasciano sinceramente perplessi: si prende la responsabilità della decisione di non permettere il parcheggio gratuito nelle linee blu della città - quando gli stalli riservati sono occupati - a causa dell'aver scoperto numerosi abusi di amici e familiari dei disabili nell'uso dei pass nei parcheggi a pagamento.
Ma, mi scusi, Comandante, ma può essere mai questa la motivazione? Lei sa di avere il DOVERE di punire i responsabili, gli abusivi, con il sequestro del pass, con una sanzione fino a 500 euro, con la sospensione per un mese? E' un suo dovere, non una discrezionalità. Faccia multe, colpisca gli abusi, non i disabili onesti magari proprio quelli che per la loro gravità non possono prendersi la patente e devono essere accompagnati! Vedrà che dopo poche multe ben somministrate e pubblicizzate non troverà nessun abusivo in giro.
Nessuno, sia chiaro, mette in dubbio la legittimità della decisione finche non cambia la legge, ma la motivazione addotta e l'opportunità si. Lei deve fare i controlli e contemporaneamente riconoscere i diritti civili alle persone con disabilità: come fanno da anni a Cagliari, a Milano, a Parigi, a Londra e in tutte le più importanti città del mondo.
Quartu non è un paesotto: è la terza città della Sardegna.
Perchè, Comandante, non applica con rigore e severità la legge contro gli abusivi e invece mette in difficoltà i veri e onesti disabili di Quartu?


Nessuna polemica sia chiaro ma l'esigenza di dare il giusto senso alle cose.
Spero che Lei per primo ma anche il Sindaco voglia raddrizzare questa inutile passo indietro di una città civile come Quartu e che il Consiglio Comunale faccia sentire la sua voce: le persone con disabilità vere vogliono i controlli ma non serve a nessuno calpestare i minimi diritti civili come quello alla mobilità.


Marco Espa
membro della Commissione Sanità e politiche sociali del Consiglio Regionale della Sardegna


L'Unione Sarda 9 ottobre 2012
VIABILITÀ. Chi ha il pass speciale può utilizzarlo solo nei posteggi riservati
La guerra dei parcheggi
I disabili: «Non vogliamo pagare nelle strisce blu»

La polemica era prevedibile, infatti è scoppiata. Il Comune sposa la linea dell'intransigenza: nei parcheggi blu gestiti dall'Aipa pagano tutti, compresi i disabili e i loro accompagnatori muniti di pass. Il consigliere regionale Marco Espa, del Pd, componente della commissione Politiche sociali, genitore di una bimba cerebrolesa ed ex presidente dell'Abc (Associazione bambini cerebrolesi), va su tutte le furie: «Se i parcheggi gialli speciali sono già occupati», tuona Espa, «a chi ha il pass si deve consentire di posteggiare gratis, invece il comandante della Polizia municipale lo impedisce solo perché sono stati scoperti abusi di amici e familiari dei disabili nell'uso dei pass».
LA MOTIVAZIONE Espa contesta questa logica: «Lei ha il dovere», contesta al comandante, «di punire i responsabili degli abusi con il sequestro del pass e una sanzione fino a cinquecento euro e con la sospensione per un mese. Faccia multe, colpisca gli abusi», aggiunge, «e non i disabili onesti, che non possono conseguire la patente e devono essere accompagnati. Vedrà che, dopo poche multe ben somministrate e pubblicizzate, non troverà più un abusivo in giro». Espa non discute la legittimità della decisione finché la legge non sarà modificata, «ma la motivazione e l'opportunità sì. I vigili devono fare i controlli e riconoscere i diritti civili alle persone con disabilità, come fanno da anni a Cagliari, Milano, Parigi e Londra». È un affondo pesante, quello del consigliere regionale, che chiede al comandante dei vigili e al sindaco Mauro Contini di «raddrizzare questo inutile passo indietro di una città civile come Quartu» e sollecita il Consiglio comunale affinché «faccia sentire la propria voce a tutela dei diritti dei disabili».
IL COMANDANTE Marco Virdis non si riconosce nei panni dell'insensibile ai problemi dei disabili: «I controlli sugli abusi nell'utilizzo dei pass li abbiamo sempre fatti e continueremo a farli», premette, «ma non è semplice. Non si tratta di pass falsificati bensì dell'utilizzo irregolare di quelli veri che spesso ne fa chi ha il diritto di ottenerli. I parcheggi gialli riservati», aggiunge Virdis, «spesso sono occupati dalle auto di accompagnatori che però, in quel momento, non stanno accompagnando un disabile». Virdis ritiene che l'abuso dei parcheggi per disabili non si combatte consentendo un secondo abuso, stavolta delle strisce blu. «I controlli sono complessi», aggiunge il comandante, «perché richiedono appostamenti: si deve pedinare chi parcheggia nelle aree per disabili per controllare che effettivamente sia andato a prendere la persona con problemi di mobilità che deve accompagnare: si può fare, ma è molto oneroso, e se aprissimo agli incivili anche le strisce blu sarebbe ancora peggio. Poi, la scelta su come regolamentare la sosta per disabili spetta al Comune, a noi solo applicarla. A Quartu esistono altri tipi di tutele che altrove non ci sono».

Luigi Almiento

7 ottobre 2012

Sanità. Intervento di Marco ESPA: Ritirate la legge! Senza il Piano Sanitario e coinvolgimento dei territori non si va da nessuna parte.


Disegno di legge Sanità in Consiglio Regionale. 4 ottobre 2012

Intervento di Marco ESPA: Ritirate la legge! Senza il Piano Sanitario e coinvolgimento dei territori non si va da nessuna parte.

DL 385 PRESENTATO DALLA GIUNTA REGIONALE: DISPOSIZIONI URGENTI IN MATERIA SANITARIA
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.

ESPA (P.D.). Presidente, ho dieci minuti, vero, Presidente?

PRESIDENTE. Venti.

ESPA (P.D.). Sarò più breve. Io volevo riprendere alcune affermazioni che sono state fatte oggi anche in particolare dall'onorevole Gallus. Adesso lui alla fine del suo intervento ha fatto alcune considerazioni che mi sembrano abbastanza legittime. Entrando nel merito del disegno di legge si chiedeva come potremmo procedere poi quando si tratta della riorganizzazione della rete ospedaliera, come potemmo procedere nel fare i tagli dei posti letto, quindi già si preoccupava di alcuni passaggi importanti, come per esempio che non succeda qui (...) è presentato il disegno di legge, che i piccoli ospedali siano salvaguardati, eccetera, eccetera.
Allora, quando noi vi chiediamo di ritirare questa legge, quando ve lo chiediamo molto
seriamente, quando prendiamo l'impegno di lavorare da domani mattina, come ha detto la mia collega Francesca Barracciu, per il Piano sanitario, per aggiornarlo, stiamo dicendo cose che danno risposte a dei problemi dell'onorevole Gallus. Perché questa legge stravolge completamente i poteri, ma soprattutto l'idea del coinvolgimento di tutti nel realizzare il Piano sanitario. Quando mai una legge si sostituisce al Piano sanitario nel decidere cosa è meglio mettere, posti letto in più, posti letto in meno, in quel territorio sì, in quel territorio no? Credo che la discussione così animata e così importante che c'è stata in questo Consiglio regionale quando è stato approvato il Piano sanitario è stata una discussione importante e feconda, sicuramente è stata una battaglia, sicuramente ci sono state tante cose, sono successe tante cose, ci sono stati ricorsi al TAR, tutto quello che volete, ma perché da soli ci vogliamo togliere la prerogativa di discutere di questi problemi che riguardano i cittadini e il nostro territorio, i tagli ai posti letto, come si fa a ospedalizzare com'è stato ricordato molto bene prima, perché appunto dobbiamo creare delle condizioni... invece a colpi di legge, perché qua bisogna dire, usando lo strumento improprio, noi invece che cosa facciamo? Noi decidiamo di dire: "No, va beh, il Consiglio non si occupa di queste cose, facciamo una leggina" e quindi a priori, non si sa come è possibile, si decidono le cose che colpiranno i vostri territori, quelli che poi voi che governate verranno a inseguirvi per dirvi: "Ma perché state facendo questo? Perché state facendo quest'altro?". Perché avete approvato una legge che taglia fuori le comunità locali, taglia fuori i sindaci, taglia fuori tutti gli attori sociali che la legge numero 10 prevedeva fossero coinvolti. Non si tratta di velocizzare, scusatemi, si tratta di rispettare quelle che sono normali procedure che in tutta Italia vengono fatte.
Per questo, parto dall'esempio dell'onorevole Gallus preoccupato per la sorte dei piccoli ospedali, per dire: materia del Piano sanitario, come era, ma su quello ci ritorno dopo, la questione dei numeri che è stata, scusate, io lo dico, un po' una barzelletta, la questione di portare a 4500 posti per legge i posti in RSA, roba da Piano sanitario, a parte che poi è saltato, grazie a Dio c'è stata l'intelligenza di capire che era una follia, però, voglio ricordare, cari colleghi, proprio cosa dice una legge vigente, non una legge abrogata, che è il comma 5, dell'articolo 12, della legge numero 10. Allora, dice che il Piano regionale dei servizi sanitari, oltre che fa tutta una serie di cose, illustra... le condizioni di salute della popolazione, indica le aree prioritarie di intervento, individua gli strumenti per orientare il sistema sanitario regionale per la qualità, insomma, ci sono tutta una serie di elenchi. Ecco, invece, in questo caso, con questo disegno di legge, si è deciso di disciplinare con legge materie che ai sensi della normativa quadro nazionale, non solo regionale, ma nazionale, cioè il decreto legislativo 502 del '92 devono essere mandate allo strumento del Piano sanitario regionale, che deve essere adottato attraverso un termine di un preciso iter procedimentale: parere del Ministro, quindi un coordinamento anche di carattere nazionale, partecipazione procedimentale degli enti locali e delle categorie interessate. Da questo punto si incorre sicuramente in vizi di legittimità perché con questo disegno di legge noi che cosa facciamo? Togliamo la partecipazione di questi attori che, ripeto, veramente questo assalto alla legge numero 10 come se fosse... è stata la legge più importante, secondo me, della scorsa legislatura che ha interrotto un buco, un silenzio di anni che veramente è stata fatta dopo un grande lavoro, con grandi discussioni, come ho già detto prima, all'interno di questo Consiglio, si considera che la legge numero 10 sia un patrimonio del centrosinistra, ma io sono orgoglioso che sia un patrimonio di tutta la Sardegna. E' finita quella fase in cui dobbiamo cercare di impallinare strumenti che servono alla Sardegna. Allora, se quello strumento ci ha fatto da strada per far capire come, per esempio, invece di disciplinare per legge che è una follia, secondo me è una follia disciplinare per legge posti letto, residenze sanitarie, deospedalizzazione, non esiste, sono cose che vanno fatte in base a discussioni. La barzelletta, come dicevo prima, delle residenze sanitarie assistite, per esempio, improvvisamente bisogna mettere 4500 posti. Poi, cosa sarebbe successo, menomale che non è passata? Cosa succedeva? Che poi magari chi ha già centinaia e centinaia o migliaia di posti ne avrebbe avuto altri e chi rimaneva senza rimaneva senza aldilà del fatto che il numero... ecco perché giustamente la legge numero 10 ha previsto di discuterne di queste cose, di presentare un piano, di farlo passare in Commissione, di discuterlo con le comunità locali, di rappresentarci e riferirci al Ministero. Quindi, credo che questi siano passaggi veramente importanti.
In più, come dire, credo che sia importante sottolineare il fatto che in data 20 luglio 2011 la Giunta ha deliberato l'approvazione preliminare del documento di riordino della rete ospedaliera, è' stato ricordato anche prima, e della rete di emergenza. Allora, in base a questa legge, di questa delibera (di cui si è già aperto un processo di consultazione e di capire alla fine dell'esito di questa consultazione come deve essere coinvolto il Consiglio) che fine fa questa delibera che è in vigore? Che cosa fa? Non si sa. Non c'è quindi nessuna attenzione da questo punto di vista. Quindi, questa riforma è una riforma pasticciata, io non posso che sottolineare il fallimento del precedente disegno di legge dello scorso anno, proprio un anno fa che ancora giace negli uffici della Presidente del Consiglio, nel senso che non lo può portare in Aula perché nonostante sia approvato in Commissione voi avete ritenuto non ci sono le condizioni politiche per portarlo in Aula perché sicuramente sarebbe bocciato, e quel disegno di legge è ancora figlio di quello che era il vostro famoso emendamento che molti chiamano... mentre parlavamo di carciofi voi avete fatto con la legge numero 3 avete cambiato tutto il sistema sanitario dicendo: "In attesa della legge di riforma" che non c'è ancora, e avete portato una situazione che a volte fa pensare non a dei legislatori che rigorosamente utilizzano anche le competenze, utilizzano la partecipazione pur orientando le competenze, quindi avendo una propria idea, cercando di mettere in campo quelli che sono i propri principi, però utilizzando competenze professionali. A volte quando leggiamo certi disegni di legge che proponete o certe modifiche che proponete, sembra veramente di trovarci a volte al bar mentre tra un cappuccino e una briochequalcuno dice: "Ma perché non togliamo questo e mettiamo quest'altro? Ma perché decidiamo che il direttori generali della ASL possono essere neolaureati e non avere bisogno di anni di esperienza?". Cioè, si passa a un modo così facilone di legiferare che veramente lascia perplessi perché noi pensiamo che l'interesse dei sardi e della salute dei sardi sia veramente trovare forme (in un periodo di grande crisi e di tagli) che ci permettano di spiegare a noi, alla politica e permettano di spiegare quello che sta succedendo. E ricordando anche questa questione molto importante delle risorse, è stato già detto prima dalla mia collega, ma io ci voglio tornare. Quando l'Assessore ha affermato che l'approvazione di questo disegno di legge ci permette di non perdere 256 milioni per gli ospedali, noi siamo i primi che non vogliamo perdere nessuna risorsa, però diciamoci le cose tecnicamente anche come sono. Ecco, allora questa affermazione pensiamo noi faccia riferimento alle risorse previste per il programma di investimenti ex articolo 20 della legge numero 67 dell'88. Ecco però a questo proposito noi abbiamo osservato anche in relazione che le somme a disposizione del Ministero della sanità sono di 200 milioni di euro e ripartite con delibere CIPE del 97 e 98 del 18 dicembre del 2008 e quindi non 256 milioni quello che poi l'Assessore ci spiegherà, però a noi risultano 200 milioni. Comunque la procedura di attribuzione prevista dal Ministero non è sufficiente ad approvare un disegno di legge, diventa legge quindi il Ministero ci dà soldi, ma la procedura da seguire per l'attribuzione delle risorse è articolata e complessa. E certamente non si può prescindere dal recepimento degli standard nazionali e quindi dall'adozione di questo provvedimento il semplice recepimento da solo non può bastare. Su questo punto anche qua voglio ricordare, lo voglio risottolineare, quando il decreto legge numero 95 del 2012 nazionale è stato convertito con la legge 7 agosto del 2012 numero 135 ci sono alcune modifiche di cui sicuramente bisogna tener conto. Per esempio il legislatore ha modificato la percentuale dei posti letto a carico dei presidi ospedalieri portandola da 40 al 50 per cento mentre per noi in questo disegno di legge non è così. Poi il 6 settembre il decreto Balduzzi ha apportato delle novità quindi successivamente al vostro disegno di legge di cui ovviamente qui non si tiene conto e questo fatto ancora di più fa pensare come ci sia bisogno di fermarci davanti a questa situazione perché la sanità non si può governare a colpi di articoli di legge, ma c'è bisogno di partecipazioni ben diverse e c'è bisogno di considerazioni che permettano soluzioni condivise il più possibile ovviamente o comunque condizioni che creino una situazione veramente di gestione virtuosa per le risorse che noi dobbiamo utilizzare e quindi di razionalizzazione della spesa, di come siamo stati richiamati dallaspending review di applicare delle cose che ci permettano poi di far diventare la sanità non più povera ma senza sprechi. Ecco, sui piccoli ospedali per esempio questo decreto legge, ritorno all'inizio del mio intervento, non prevede nulla riguardo ai piccoli ospedali mentre il decreto legge numero 95 del 2012 prevede che nell'ambito del processo di riduzione le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano operano una verifica sotto il profilo assistenziale e gestionale della funzionalità delle piccole strutture ospedaliere pubbliche ecc. ecc. e promuovono un ulteriore passaggio dal ricovero ordinario al ricovero diurno ed al ricovero diurno all'assistenza in regime ambulatoriale favorendo l'assistenza residenziale e domiciliare. Queste sono le cose che stanno uscendo fuori dalle notizie che arrivano dal governo e su questo ritornando un po' alla faciloneria con il quale si ritiene secondo me sbagliando culturalmente non politicamente, ma culturalmente che determinate leggi siano leggi di una parte ma in realtà sono leggi veramente risorsa per la Sardegna come la legge numero 10, ritorno sulla famosa scena che successe in Consiglio quando alla fine avete abrogato l'articolo 7 dopo le sollecitazioni nostre del collega Campus che in maniera molto forte abbiamo chiesto di bloccare questo passaggio poi l'Assessore era venuto a ritirare questo articolo. Però è il metodo, perché abbiamo appena sentito cosa il governo ci suggerisce perché francamente noi siamo proprietari di un potere concorrente, abbiamo messo in campo, abbiamo la capacità adesso di poter pagare noi la spesa sanitaria però quando si tratta di razionalizzazione, se ci sono cose giuste ovviamente io aderisco molto volentieri. Allora quando il governo ci ricorda che noi dobbiamo orientare le nostre politiche a creare assistenza residenziale domiciliare e parlo anche di assistenza ospedaliera quindi quando noi vogliamo dare non una visione ospedalocentrica come in questo disegno di legge, nel vostro disegno di legge spesso c'è, ma vogliamo dare veramente sostegno a una sanità che sia nel territorio quindi voglio ricordare anche la storia delle case salute come voi sapete appena era cambiato Giunta voi avevate sparato a zero contro le case della salute, adesso pare che il governo nazionale voglia fare in realtà delle case della salute e il nuovo Assessore, il vostro Assessore si è espresso favorevolmente per le case della salute.
Quindi ripeto la polemica politica a volte non serve a niente e invece le cose buone vanno sostenute visto che anche il governo nazionale riprende quella idea.
Però quando voi ci portate un provvedimento che spiega che noi dobbiamo arrivare a 4350 posti letto in RSA con un incremento pari a quasi tre volte l'attuale dotazione e scopriamo dopo una lunga discussione che la spesa passerebbe dagli attuali 60 milioni di euro circa ai 173 milioni se fosse applicato quello, quando poi chiamiamo i dirigenti, i funzionari dell'Assessorato che ci spiegano che addirittura i posti che ci sono non sono occupati, non tutti sono occupati, quando noi scopriamo che poi il governo ci dice: "Ma passate all'assistenza domiciliare, sviluppate i sistemi come per esempio quello di rianimazione a domicilio che libera le rianimazioni e crea invece un'assistenza degli ospedali sul territorio" come abbiamo visto in alcuni passaggi virtuosi, io voglio citare per esempio questa grande e interessante che abbiamo visto in un piccolo ospedale come Isili quando la Commissione ha fatto un sopralluogo dell'oncologia a domicilio, una cosa importantissima che fa risparmiare un sacco di soldi e permette ai malati oncologici gravi di poter essere sostenuti nel loro territorio. Sono cose importantissime che si sperimentano, buone prassi, piccole ma che si sperimentano qui, voi cosa proponete? Proponete no, tutti in RSA. Cioè avete proposto. Poi quanto spendiamo? Tre volte di più, 10 anni, siamo dal 2000 che tutte le Giunte partendo dalla Giunta con assessore Giorgio Oppi passando per la Presidenza dell'onorevole Capelli poi con la professoressa Dirindin, stiamo investendo giustamente decine e decine di milioni di euro per fare in modo che le persone possano stare nel loro territorio anche se sono in situazione estrema e improvvisamente noi invece diciamo: "No vabbè basta, ritorniamo tutti in istituto".
Cioè cos'è che fanno ovviamente questi investimenti? Fanno risparmiare gli investimenti per la domiciliarità come dicono ormai tutti, lo dicono tutti i governi, fanno risparmiare soldi sanitari, casse di soldi e fanno ridurre il debito della sanità perché ovviamente i costi sono notevolmente inferiori. Pensiamo a come si è trasformata per esempio l'assistenza ai malati di SLA, ce lo ricordiamo benissimo, prima i malati di SLA rimanevano un anno in ospedale, rimanevano un anno e mezzo in ospedale perché non si riusciva a portarli a domicilio perché non c'erano le leggi.
Guarda un po', nella legislatura precedente è partito con "Ritornare a casa" con altri progetti che riguardano anche questo modo di deospedalizzare le persone, abbiamo portato a costi compatibili anche con progetti importanti anche costosi da 40 mila euro all'anno ma in rianimazione costavano 700 mila euro all'anno. Cioè siccome la spesa sanitaria, si (...) il deficit si aumenta la spesa sociale si dice: "No ma state spendendo troppo". Ma stiamo risparmiando, nel globale si risparmiano 10 volte le stesse risorse grazie a politiche intelligenti. Allora come si può pensare invece di portare la spesa per rinchiudere le persone da 63 milioni a 173 milioni?
Questo credo che poi l'intelligenza di tutti abbia capito che non conviene, che non è un braccio di ferro da fare con nessuno e il provvedimento è stato ritirato.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA
(Segue ESPA.) Però il senso di queste cose, ripeto, appartiene a una vera programmazione da fare nel piano sanitario, non è possibile e ripeto si trovino gli strumenti e noi siamo pronti, credo che tutto il centrosinistra come è stato già detto anche prima che se si vuole veramente rifare il piano sanitario in tempi brevi, siamo a disposizione. Se però con le procedure che devono essere fatte in tempi migliori e sono sicuro Assessore che il governo non esiterà davanti a procedure e a buone prassi a riconoscere tempestivamente se sarete capaci ovviamente di chiederli e di non far bocciare il piano di rientro e tutte queste cose qui, riconoscerà i 200 milioni che ci deve anche in questa materia. Su questo ancora una volta vi faccio un appello. Ragionateci, c'è ancora tempo, cercate di capire che più che sbrigare una pratica amministrativa, questa non è una pratica amministrativa, è un fatto importante, è un fatto grave, lo dico con la dimensione che ha questa parola, quindi dando importanza. Quindi dobbiamo capire che se non è lo strumento più adatto bisogna avere il coraggio di riportare via la legge da questa'Aula, e capire se abbiamo altri strumenti che ci permettano di dare risposte al territorio comprensibili, di fare in modo che i cittadini capiscano che non è solamente un movimento di pedine, ma capiscano che davanti a situazioni pesanti come quelle che si annunciano su tutti i territori, noi siamo decisamente per la territorializzazione dei servizi sanitari, e per ridurre gli sprechi attraverso una politica che ci permetta di razionalizzare la spesa, della spesa farmaceutica ne abbiamo già parlato in abbondanza, ma di mantenere il livello di qualità sempre ampio. E questo si può fare solo con il piano sanitario, e non a colpi di legge.

30 settembre 2012

Il sostegno negato. Intervista a Marco Espa. “La direzione scolastica regionale elimini i tagli chiedendo l’aumento dell’organico”


Il sostegno negato. Intervista a Marco Espa.

Decine di segnalazioni di comportamenti anomali nell’attribuzione ai bambini con disabilità

“La direzione scolastica regionale elimini i tagli chiedendo l’aumento dell’organico”

Interviene Marco Espa, consigliere regionale Pd, intervistato da Sergio Nuvoli: “Lo Stato sa già che perderà i ricorsi, eppure costringe le famiglie. Occorre chiedere i danni per il danno esistenziale”

di SERGIO NUVOLI - IL PORTICO DOMENICA 30 SETTEMBRE 2012



Onorevole Espa, ha saputo?
Sì, sta accadendo quello che ogni anno sembra debba succedere come un inevitabile segno del destino.

Che senso ha negare il sostegno alle famiglie e costringerle a presentare ricorsi che regolarmente vincono? E’ il punto più corretto da affrontare. Perché continua a succedere ?
E’ il periodo in cui, purtroppo, le famiglie si vedono costrette a fare ricorso, sostenute da associazioni come l’Abc, la prima – nel 2004 – a crederci. Per le famiglie con figli con disabilità la decisione di ricorrere è pesante, molto dolorosa. Il ricorso non è un fatto facile: è una fatica serissima, non è solo una questione di costi, ma anche un problema psicologico. La cosa più anomala è che, da una parte, le istituzioni – Tribunali, consigli regionali, qualche esperienza in Parlamento – producono provvedimenti e norme a tutela delle persone con disabilità e il loro diritto allo studio. Dall’altra i burocrati statali ritengono più conveniente mantenere questo clima di incertezza, convinti che alla fine lo Stato ci guadagni qualcosa.

Può spiegarsi meglio?
La giurisprudenza del Consiglio di Stato e dei Tar dice con chiarezza che il sostegno deve essere assegna to secondo quanto indicato dalle certificazioni prodotte. Invece di farlo, qualcuno continua a costringere le famiglie a presentare ricorso: probabilmente chi detiene i poteri forti della burocrazia ritiene che per uno che fa ricorso, due non lo fanno. In questo modo il 66% delle risorse è risparmiato. E’ una cosa disumana, cinica, politicamente perdente per chi la lascia fare. Spero tra l’altro che si possa sensibilizzare la Corte dei Conti: i Tar e il Consiglio di Stato cominciano a riconoscere il danno esistenziale.

E quindi?
A chi ha perso la causa – lo Stato, il Ministero, la Direzione regionale – dovrebbe essere richiesto il rimborso delle spese sostenute per ciascuna causa a chi materialmente le ha fatte perdere: sommi 2 - 3mila euro per ciascuna causa. Diventa una somma interessante, che – se chiesta come risarcimento dalla magistratura amministrativa potrebbe far cambiare impostazione alla burocrazia e ai suoi responsabili troppo distratti, che pensano che opporsi alle famiglie tanto non costi nulla. Spero che la Corte dei Conti entri presto in campo, perché il danno esistenziale è determinato dal fatto che lo Stato resiste davanti a cause che sa già di perdere.

Però il bambino perde l’anno.
Guardi, i tribunali sono abbastanza veloci: più che altro, se non ci fossero le associazioni, le famiglie rimarrebbero indifese davanti all’idea di ricorrere. Pensi soltanto all’idea dello Stato che resiste contro i diritti di un bambino con disabilità: è un fatto negativo anche dal punto di
vista emozionale.

Come Davide contro Golia.
Lei vedrebbe, nelle carte delle cause, il nome del ministro che resiste contro il nome del bambino con una disabilità grave. Ripeto: mi sembra un fatto davvero disumano.

Potrebbe essere richiamato il Ministero al rispetto della disabilità?
Non è semplice, ogni atto fa storia a sé: tante situazioni sono soddisfatte, altre no. Quest’anno l’inizio di contenzioso – all’inizio erano solo pochi coraggiosi che hanno aperto una strada – sta diventando un fiume. Grazie a Dio, vedo una presa di coscienza maggiore che provocherà un boom dei ricorsi: davanti ad un’ingiustizia si reagisce.

Alcuni dicono che, nell’attribuzione del sostegno, la Direzione stia forse privilegiando chi l’anno scorso ha vinto il ricorso. Se fosse davvero così, le parrebbe corretto?
Se fosse così, sarebbe illegittimo. La prima volta che la Direzione regionale ha cercato di tappare il buco con questi sistemi è stata bacchettata in modo violento: il diritto al sostegno non si riconosce negandolo ad un altro soggetto, ma aumentando l’organico. Se qualche dirigente fa così, rischia in proprio: sarebbe un atto che rasenta il penale. L’obbligo del dirigente è ottenere personale e ore aggiuntive: le sentenze dicono che la protezione di un diritto legittimo non può essere subordinata ad un problema di bilancio. Lo dicono i tribunali.

C’è un problema di debolezza della direzione regionale nei confronti del ministero?
C’è sicuramente nel meccanismo gerarchico, sono organismi periferici dello Stato. Le certificazioni di medici di base e neuropsichiatri sembrano contare molto poco: eppure sono loro che seguono più da vicino i bambini. Serve maggiore integrazione tra i servizi, ognuno deve rispettare l’altra istituzione: se qualcuno ha dubbi sulle certificazioni, può e deve attivare gli strumenti disponibili per le verifiche.

Sembrano esserci anche problemi sull’assistenza educativa, rifinanziata grazie alla Regione. Ho saputo, forse ci vogliono più risorse. Ma gli enti locali non sbagliano pensando di tagliare la propria spesa storica, togliendo i propri fondi. Qualcuno pensava di assegnare a tutti i bambini lo stesso numero di ore: sarebbe un errore clamoroso. La giustizia è assegnare a ciascuno il giusto, non a tutti la stessa cosa. Spero non si ripetano casi di questo genere: anche su questo c’è una sentenza del Tar.

Tagli al sostegno, interpretazioni fantasiose, richieste di certificazioni in eccesso: faccia un appello alla Direzione regionale.
Ha uno strumento preciso: dia le cattedre in deroga e recuperi in fretta la situazione dovuta ai buchi. L’appello è ad attivarsi subito per risolvere il problema. Se le persone con disabilità non frequentano la scuola, aumenta la spesa per il sociale. Se si rafforza la scuola, si risparmia su altri settori. Ma per capirlo basterebbe il rispetto dei diritti umani

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il dibattito è anche su facebook
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26 settembre 2012

Marco Espa (Pd): "Spariti tutti i soldi contro l'incubo alluvioni? Capoterra rischia di diventare la nuova Messina" (VIDEO) | Casteddu online


Marco Espa (Pd): "Spariti tutti i soldi contro l'incubo alluvioni? Capoterra rischia di diventare la nuova Messina" (VIDEO)


Durante alluvione drammatica a Capoterra Frutti d'oro Sardegna
di Jacopo Norfo
Marco Espa guarda il cielo plumbeo, poi con un clic riaccende quel video choc: un fiume di acqua e fango sul litorale di Capoterra, sono scene di appena 4 anni e 4 morti fa. Il consigliere regionale del Pd lancia un allarme proprio nel giorno in cui -stamattina- decine di capoterresi arrivano sotto il consiglio regionale a protestare per la prevenzione mancata. Marco Espa fa i conti e ci mette poco a capire che non tornano: la giunta Cappellacci non investe sulla messa in sicurezza. "Bisognerebbe portare subito in aula il disegno di legge, ma proprio mentre sta arrivando la stagione delle piogge siamo davanti ad un immobilismo politico che preoccupa migliaia di abitanti. Capoterra rischia di diventare la nuova Messina".
Espa, cosa si muove sul fronte degli stanziamenti e degli interventi contro il rischio idrogeologico, a Capoterra e nelle altre zone a rischio?
C'è un rischio concreto, io dico questo: non fateci dire (sulla nostra pelle) che ve l'avevamo detto. Non sia mai. La drammatica alluvione di Messina del 2009 - ripetutasi a distanza di solo due anni dalla precedente - ci fa capire come i fenomeni metereologici possono ripetersi a brevissima durata di tempo. L'appello del Capo dello Stato Napolitano chiede che si facciano subito le opere di messa in sicurezza idrogeologica del territorio, non certo spese faraoniche per opere di dubbia utilità come il ponte di Messina. Ecco lo Stato, il Governo non si deve dimenticare dell'alluvione in Sardegna del 2008. Il governo ha stanziato SOLO 6 milioni di euro fino ad oggi. Nulla per la messa in sicurezza.  A Capoterra siamo a rischio come a Messina: 10 mila persone sono in pericolo nel bacino di Rio San Girolamo, possono essere direttamente colpite. Non fateci dire (sulla nostra pelle, di noi abitanti del territorio) ve l'avevamo detto, non sia mai!
Eppure la giunta Soru si era mossa subito, stanziando finanziamenti a tempo di record per fare fronte ai danni dell'alluvione: che fine hanno fatto quei soldi?
Ricordo che subito dopo l'alluvione la nostra giunta regionale in quindici giorni - record europeo - aveva erogato i primi contributi a 600 famiglie del territorio. Gli amministratori, Renato Soru in testa, misero in campo una procedura d'emergenza sul filo del rasoio, andò benissimo, e centinaia di famiglie ebbero garantiti in tempi record i loro diritti e noi ci prendemmo responsabilità amministrative, senza paura. Un mio emendamento ridusse il carico della rendicontazione per i possessori di prima casa. Un altro emendamento stanziò ulteriori 25 milioni di euro. Per essere chiari furono emendamenti proposti da me ma condivisi da tutti.
E poi cosa è successo? Fu solo colpa del vento politico cambiato? 
Poi la nostra giunta cadde, ma tutti speravamo che il nuovo presidente utilizzasse i poteri eccezionali del commissario straordinario per l'alluvione, che gli permetteva deroghe sulle gare d'appalto.  Così non è stato, e siamo rimasti noi dall'opposizione a denunciarlo. Si sono succeduti tre assessori che hanno promesso lavori a breve termine ma è ancora tutto fermo e manca completamente  l'informazione. Ora non facciamo più interrogazioni. Sto cercando di capire dove sono finiti i soldi. Ho chiesto l'accesso agli atti gia 4 mesi fa e non tutti gli assessorati interpellati mi hanno risposto, tanto da sollevare la protesta della presidente del consiglio Claudia Lombardo che chiede alla giunta di fornirmi le risposte in tempi brevi. Comunque da oggi sono in possesso come consigliere delle credenziali per il controllo diretto del bilancio regionale. Inizio la ricerca e inoltre, esercitando i miei poteri di controllo di consigliere, chiederò al commissario straordinario Efisio Orrù di mettermi a conoscenza di quante risorse ha a disposizione e se pensa di utilizzare poteri straordinari per i lavori di messa in sicurezza. E informerò la popolazione di ciò che mi verrà detto. Io non mollo.
Ma a livello di legislazione, cosa può fare davvero la Regione per combattere l'incubo alluvioni?
Urge  la discussione del nostro progetto di legge (che vogliamo sia firmato unitariamente da tutto il Consiglio) tutto relativo non a contributi ma alla definitiva messa in sicurezza del territorio di Capoterra, presentato ad aprile e che ancora giace in Consiglio regionale. E' urgente discuterlo, la gente ha paura, sa che non ci sono risorse per la messa in sicurezza definitiva del territorio. L'unico strumento è l'urgente discussione del progetto di legge che prevede stanziamenti per 40 milioni di euro e che sarà sicuramente provvidenziale per finanziare lo studio per la sicurezza del territorio che presto sarà consegnato agli organi regionali. Tutto questo è semplicemente indispensabile. Perchè a Capoterra la gente ha ancora paura.
jacopo.norfo@castedduonline.it

twitter@JacopoNorfo


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19 settembre 2012

Comunicato Stampa: Espa, Lingua Sarda - La Regione vuole “imporre” ai Comuni per decreto e in cinque giorni la Limba sarda comuna (LSC)?

Comunicato Stampa: Espa, Lingua Sarda -  La Regione vuole "imporre" ai Comuni per decreto e in cinque giorni  la Limba sarda comuna (LSC)? 


Lingua Sarda: Interrogazione di Marco Espa, Giuseppe Cuccu e Mario Bruno. La Regione vuole "imporre" ai Comuni per decreto e in cinque giorni  la Limba sarda comuna (LSC)?

 

I Consiglieri regionali del PD Espa, Cuccu e Bruno (tutti membri della Commissione Cultura del Consiglio Regionale) hanno presentato un'interrogazione al Presidente della Regione e all'Assessore alla Pubblica Istruzione affinché venga fatta chiarezza sui criteri fissati dalla Regione per l'utilizzo del sardo scritto nella "produzione testuale (traduzione, materiale divulgativo e promozionale)" degli enti pubblici. La delibera 32/67 del 24 luglio scorso, infatti, prevede una premialità finanziaria (nella misura di 100 mila euro) solo per quegli enti che si conformeranno alla cosiddetta Limba sarda comuna (LSC), con obbligo di darne comunicazione via fax in soli 5 giorni (!!!).


"Si tratta evidentemente di una forzatura che non ha niente a che fare con la difesa e la valorizzazione della lingua sarda – dichiara Marco Espa, primo firmatario dell'interrogazione -  Qualcuno in Regione pensa di poter "costringere" con un incentivo economico e in maniera burocratica i Comuni della Sardegna a prendere posizione in cinque giorni – dopo millenni di storia -  per una "lingua" che non è quella della loro comunità locale? Qualcuno si immagina le reazioni giustissime delle popolazioni interessate? Cosi si sta snaturando l'utile progetto della LSC che, all'interno di veri interventi per la valorizzazione della lingua sarda, aveva previsto, in via sperimentale, l'utilizzo di norme linguistiche di riferimento per la lingua sarda scritta. Non si impone nulla per decreto e tantomeno lasciando intendere che senza l'adesione alla Limba sarda comuna non si riceveranno incentivi. Noi vogliamo partecipazione alle scelte, non imposizioni dall'alto. Per questo chiediamo – conclude Espa - l'annullamento immediato della procedura con adeguata modifica che non penalizzi gli enti locali."


- di seguito  l'interrogazione presentata oggi


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CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

QUATTORDICESIMA LEGISLATURA


INTERROGAZIONE urgente ESPA, CUCCU, BRUNO - con richiesta di risposta scritta, in merito al comportamento linguisticamente discriminatorio messo in atto dalla Regione nei confronti dei Comuni sardi e degli Enti locali per imporre la LCS (Limba Sarda Comuna), con la Deliberazione della Giunta Regionale n. 32/67 del 24 luglio 2012, criterio 3

 

 

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I sottoscritti,

Premesso che

in data 24 luglio 2012 novembre la Giunta Regionale, nell'allegato alla delibera n. 32/67 in oggetto, riteneva opportuno, in merito alla tutela e valorizzazione della lingua sarda, definire dei criteri di ripartizione di fondi regionali integrativi ai finanziamenti della L. 482/99 dello Stato.

Considerato che

in detto allegato il cosiddetto criterio n. 3 distribuisce € 100.000 quale premialità a quei progetti che prevedono, nella produzione scritta degli sportelli linguistici, l'utilizzo delle norme linguistiche di riferimento a carattere sperimentale per la lingua sarda scritta, di cui alla Deliberazione della Giunta Regionale n. 16/14 del 18 aprile 2006, cioè alla norma linguistica meglio conosciuta come LSC (Limba Sarda Comuna).

Considerato che

in riferimento al citato criterio n. 3, numerosi comuni titolari di progetto finanziato dalla sopramenzionata L. 482/99 dello Stato hanno di recente ricevuto una comunicazione scritta nella quale si chiede ai comuni di cui sopra di comunicare "quale norma linguistica ortografica intende adottare nella produzione testuale".

INTERROGANO

 

 

il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della Pubblica Istruzione per sapere:

  1. Per quali motivi la Regione intende "convincere" tanti comuni della Sardegna vincolando l'erogazione dei fondi all'uso della LSC (Limba Sarda Comuna), in contraddizione palese con la stessa Deliberazione istitutiva della Limba Sarda Comuna, Deliberazione della Giunta Regionale n. 16/14 del 18 aprile 2006  che dice "…alcune norme di riferimento sperimentali per la lingua sarda scritta in uscita Fermo restando che intende valorizzare, valorizza e sostiene tutte le varietà linguistiche parlate e scritte in uso nel territorio regionale, la Regione ha ravvisato (…), di sperimentare l'uso del sardo per la pubblicazione di atti e documenti dell'Amministrazione regionale(…) Altri Enti o Amministrazioni pubbliche della Sardegna saranno liberi di utilizzare le presenti norme di riferimento oppure di fare in piena autonomia le scelte che riterranno opportune."

2.      Per quali motivi la Regione non tiene conto del fatto che gli anni dal 2006 a oggi hanno visto la Sardegna protagonista di grandi cambiamenti intervenuti sul versante linguistico, come per es. delle scelte sul settore della lingua sarda operate dal secondo Ente più importante della Sardegna, cioè dalla Provincia di Cagliari, che il 17 marzo 2010, ha approvato con voto unanime del suo Consiglio l'adozione della norma Campidanese della Lingua Sarda.

3.      di annullare e riscrivere immediatamente il criterio n. 3, onde non aprire contenziosi con gli Enti Locali, tenendo conto dello spirito della LSC, che vuole valorizzare, valorizza e sostiene tutte le varietà linguistiche parlate e scritte in uso nel territorio regionale.

 

Cagliari, 19 settembre 2012

 

 

On. Marco Espa

On. Giuseppe Cuccu

On. Mario Bruno