27 settembre 2008

No ai tagli nella scuola. Mio intervento in Consiglio Regionale

Consiglio Regionale della Sardegna
Seduta n. 439 del 23 settembre 2008
Intervento del consigliere Espa (non revisionato)

Discussione congiunta delle mozioni numero 179 e 191. Mozione Balia - Biancu - Uras - Lanzi - Corrias - Barracciu - Cerina - Cachia - Bruno - Davoli - Gessa - Sanna Simonetta - Caligaris - Calledda - Cherchi Silvio - Cocco - Corda - Cucca - Cuccu Giuseppe - Cugini - Espa - Fadda - Floris Vincenzo - Frau - Giagu - Ibba - Lai - Licheri - Manca - Agus - Masia - Mattana - Meloni - Orrù - Pacifico - Pinna - Pirisi - Pisu - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Alberto - Tocco - Sanna Franco - Serra sull'allarmante situazione della scuola sarda a seguito dei nuovi tagli agli organici. E della Mozione Amadu - La Spisa - Cherchi Oscar - Contu - Licandro - Lombardo - Petrini - Pileri - Pittalis - Rassu - Sanjust sui tagli alla scuola sarda a causa della razionalizzazione prevista dal Governo.


ESPA (P.D.). Grazie Presidente. Sarò estremamente breve. Io ho sentito il ragionamento di molti colleghi che pensano non solo alle forme, ma anche ai contenuti di quello che è tutto il comparto scuola. E quindi anche si pensa, qualcuno pensa alla qualità della scuola, e quindi alla qualità dell'insegnamento. Ma, io sono convinto, come tanti colleghi del centrosinistra, che il concetto di razionalizzazione, che prevede la riforma del Governo sulla scuola, in realtà hanno l'obiettivo di assaltare la scuola pubblica. Ne sono profondamente convinto perché io credo che alla fine si cercherà di creare un sistema, una scuola di serie A, e una scuola di serie B. E qualcuno, prima di me, ha ricordato che il sistema delle fondazioni è questo: creare, come succede in tanti Stati dove il sistema delle fondazioni viene applicato, scuole per ricchi, o comunque danno possibilità, a chi se lo può permettere, di qualità; e scuole di serie B, invece, per il resto della popolazione. Chiudo rapidamente su questa affermazione. Chi prende i danni, e lo dico ai colleghi, soprattutto ai colleghi di centrosinistra, chi subisce i danni di questo tipo di riforma scolastica? Lo subiscono le persone che hanno esigenze speciali, cioè coloro che sono più in difficoltà. Non potevo non dire questo! Ecco, io penso, per esempio, che la chiusura delle scuole, per esempio la chiusura delle scuole nei piccoli centri della Sardegna provocherà che cosa? Che per esempio per gli alunni con disabilità non sarà esigibile il diritto costituzionale “istruzione”, perché non potranno assolutamente fare chilometri, non potranno, non è che non vorranno. Io, poi, sono chiaramente, lo dico perché qualcuno ha parlato di scandalo rispetto a quello che hanno fatto gli insegnanti il primo giorno di scuola, ma io vi leggo questo, e chiedo una riflessione. Una lettera uscita sui giornali di un’alunna, un’alunna che dice: “Ho 17 anni, ho l'atrofia spinale, la mia funzionalità rimasta è solo l'avambraccio destro, ecco, vado a scuola, sono una studentessa del quarto anno del liceo classico e, come ogni studentessa, sto iniziando un nuovo anno, ma mi viene comunicato improvvisamente che non mi spettano più diciotto ore di sostegno, bensì nove, come ho sempre avuto gli anni precedenti. Praticamente, qualcosa di più di un'ora al giorno. Quest'anno ci sono stati molti tagli, ci dicono. Mi domando, che cosa ci può essere ancora per me di tagliare?”. Questa è una domanda che riguarda centinaia di ragazzi che hanno avuto una scuola di qualità, processi d’integrazione di cui tutti siamo nobilmente e positivamente contenti. Ma, davanti a questo, questo è uno scandalo! Cosa succederà per le famiglie? Succederà che rimarrà la strada dei ricorsi. Io ricordo quello che era successo un paio di anni fa, dove le famiglie sarde avevano ricorso per i tagli del sostegno contro il Ministero, e il Tribunale sardo gli aveva dato sette a zero. Avevamo vinto sette cause su zero. La cosa che però crea, e ripeto, posso capire certe situazioni pubbliche che riguardano i docenti, ma a me scandalizzerà di più quando il Ministero, come farà questa volta, ricorrerà contro quel bambino con disabilità. Ma ricorrerà proprio dal Giudice, dirà: “Io, Ministero, per conto dell’Avvocato dello Stato, ricorro contro Franco di otto anni”. Cioè questi sono gli scandali, non sono solo gli scandali le manifestazioni che fanno i docenti. Io chiudo, anche perché è notizia contemporanea, questo lo dico al volo, è notizia contemporanea che il decreto Brunetta, io penso che l'assessore Dadea è ben consapevole di questo, sappia che il decreto Brunetta ha dato questa ulteriore mazzata alle famiglie di persone con disabilità, perché le ha paragonate a fannulloni, e quindi gli taglia, ai dipendenti pubblici, gli taglia, a chi prende i permessi della “104”, avrà ridotti i compensi aggiuntivi, con un taglio di 400 euro all'anno. Ma, questo lo lascio, appunto, per un altro dibattito.
Ecco, io credo che la Regione debba valutare in maniera seria se abbiamo gli elementi, oltre a continuare a comportarsi con energia, come secondo me sta facendo in questo momento, se ci sono gli elementi per ricorrere alla Corte costituzionale, così come viene fatto ad esempio dalla regione Toscana, se si valuti che una legge che si spinge a dire che si valuteranno, la legge, lo Stato valuterà le modalità dell'attuazione della riforma sul territorio regionale, cioè anche sulla Sardegna, se questo non tocca il potere concorrente della nostra Regione. Grazie.

15 settembre 2008

Dispiace. Il primo giorno di scuola e gli alunni con disabilità

(Cagliari 15 SETTEMBRE 2008) – Dispiace. Dispiace che l'anno scolastico, il giorno più bello per molti bambini, sia pieno di preoccupazioni per il futuro di migliaia di famiglie sarde a causa dei provvedimenti in materia del governo nazionale: da una parte i docenti, che temono presto di rimanere senza lavoro, con esuberi e risultati ben più gravi dei tagli previsti per l'Alitalia per il quale il governo si adopera senza tregua.

Dispiace per le nostre famiglie degli alunni con disabilità che vedono con particolare emozione trepidazione e speranza l'arrivo della scuola per i propri figli: oggi già decine e decine di segnalazioni arrivano non solo per la mancanza di docenti di sostegno ma anche perchè molti alunni si ritrovano dimezzato il sostegno attribuitogli l'anno precedente, bambini, alunni, studenti con la sindrome di down, cerebrolesi, autistici... La prevista introduzione dei maestro unico nella scuola elementare inoltre non potrà che aggravare e far decadere di qualità il modello di integrazione in Italia proprio per loro, per i bambini con disabilità che si ritroveranno davanti classi più numerose con minor numero di insegnanti che dovranno provvedere a tutto.


Dispiace perchè gli alunni con disabilità integrati nelle classi dei moltissimi piccoli comuni della Sardegna presto vedranno chiudere la loro scuola e certo non potranno sobbarcarsi chilometri e chilometri per i trasferimenti: la maggior parte, a causa della propria condizione, non può farlo: vedranno cosi negato il loro diritto allo studio, per meri calcoli ragioneristici del Governo nazionale e le loro famiglie impedite a dar loro un'istruzione.


Dispiace inoltre sapere dal ministro Brunetta che moltre famiglie sarde di persone con disabilità sono considerate "fannullone": giusto colpire chi non fa il suo dovere negli uffici pubblici, ma Brunetta compiendo un grave atto discriminatorio nei confronti delle famiglie delle persone con disabilità, ha tagliato, con un tratto di penna, il salario accessorio e una serie di indennità connesse al diritto ai giorni di permesso per i genitori che lavorano nella pubblica amministrazione, accomunando chi vive 24 ore al giorno con l'handicap dentro casa ad un fannullone che trascorre in altre attività i giorni del lavoro. E questo con un danno almeno di 400 euro all'anno per le famiglie.


E nel frattempo (notizia fresca fresca) il governo ha deciso di tagliare il fondo sociale nazionale del 30% portandolo dal miliardo di euro del governo Prodi a poco più di 600 milioni di euro del decreto Tremoni Sacconi presentato alla conferenza Stato Regioni. Meno male che in Sardegna ci diamo da fare con il fondo per la non autosufficienza più cospicuo in Italia e con risorse quasi tutte nostre, sarde.


Che fare?

Speriamo che il Governo ci ripensi ... ma Alle famiglie il mio appello: ricordiamoci che, per quanto faticoso sia possiamo rivolgerci al giudice ordinario. Nel 2005 abbiamo fatto sette cause per la mancanza non solo dell'insegnante di sostegno ma anche per l'attribuzione del giusto numero di ore. Abbiamo battuto la Moratti 7 a zero. Sette volte il tribunale ci ha dato ragione e il diritto costituzionale è stato rispettato.


La regione Sarda valuti se il momento di fare un ricorso alla corte costituzionale per quanto riguarda il decreto 112 del governo per quanto concerne l'organizzazione della rete scolastica, le cui competenze esclusive sono affidate dal nuovo titolo quinto della Costituzione alle Regioni e che il ministro Gelmini vuole regolamentare a livello centrale.


Mobilitiamoci e rimbocchiamoci le maniche tutti insieme: sindacati famiglie docenti e la politica, spero di ogni colore, per la difesa degli alunni sardi in situazioni più di difficoltà e per la scuola in Sardegna.




Marco Espa

Consigliere Regionale della Sardegna e del Comune di Cagliari

PD - Partito Democratico

11 settembre 2008

Quella richiesta di cambio generazionale del Papa

Dalla Sardegna parte forte l'appello di Benedetto XVI sulla necessità “ di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile”: ci interpella tutti, aprendo una riflessione che investe la politica sarda come quella nazionale.
All'inizio si era pensato ad una richiesta generica di cattolici in politica, riducendo la portata universale della sua affermazione. Qualche collega ha esultato mettendo impropriamente a titolo del proprio partito un merito, preconizzando la necessita di un nuovo partito cattolico. In realtà il papa chiede in primo luogo ai cristiani di impegnarsi in politica, ma chiede nello stesso tempo un cambio generazionale. Penso alla Sardegna, ai nostri partiti di sinistra come di destra: abbiamo il coraggio per questa sfida? Una visione poi quella di Benedetto, che chiede competenza e rigore morale, non chiede politici che fanni i tuttologhi o che senza sobrietà predicano valori ma non li testimoniano essi stessi. Non mi piace quest'argomento, ma certo la politica è ammantata di persone che dichiarandosi cattolici e ritenendo poi di dover dare lezioni morali agli avversari, in realtà testimoniano personalmente altri valori, altre storie.
Il Papa arla alla politica ma anche a tutta la Chiesa: mettendo al centro la laicità, non propone un politico che sia un mero “amplificatore” delle richieste delle nostre gerarchie ecclesiali ma, richiamando il Concilio Vaticano II, valorizza la responsabilità del laico che, lui, deve proporre soluzioni di sviluppo sostenibile. Tutto questo in Cagliari, mentre si celebrava una persona, non una statua: Maria, madre di Dio, la donna politica del Magnificat: "Ha disperso i superbi... Ha rovesciato i potenti...Ha innalzato gli umili... Ha ricolmato di beni gli affamati... Ha rimandato i ricchi a mani vuote...”. Papa Benedetto ha colto nel segno e Maria, la nostra Madonna di Bonaria, lo ha aiutato.

SU TUVIXEDDU "BENE L'AZIONE COMPENSATIVA DELLA REGIONE CON L'IMPRESA PRIVATA E CON IL COMUNE. "


Positive le notizie che giungono su Tuvixeddu: la Regione responsabilmente dopo aver trovato un primo accordo con i privati riconoscendone i legittimi interessi e dando vita ad uno scambio compensativo che fa crescere il patrimonio pubblico archeologico con un primo lotto a disposizione di Cagliari, di tutti i cittadini, continua il dialogo con la parte privata e propone nuovi scenari in favore del Comune di Cagliari. Non sarà semplice ma il dialogo è aperto nell'interesse pubblico di difesa della necropoli, senza danneggiare il privato.

Mi domando allora perchè illustri rappresentanti istituzionali del centrodestra remino contro: con interrogazioni, mozioni sui livelli comunali e regionali pare siano contrari a prescindere a qualunque tipo di accordo tra Regione e privati.

Si raggiunge un primo accordo che riconosce l'interesse legittimo dei privati e nel contempo si regala alla città un pezzo di stroria millenaria, e alcuni colleghi inneggiano al "bisogna andare avanti nei lavori, costi quel che costi". Non si rendono conto che tuvixeddu non ha colore politico? E' di tutti, della città di Cagliari prima di tutto? Forse per loro la propaganda contro Soru va fatta a tutti i costi, anche a danno di Cagliari e dei cagliaritani.

La Regione vada avanti, il Comune sia responsabile e i privati difendano i loro interessi legittimamente ma chi ha rappresentanza pubblica nelle istituzioni, di qualunque colore sia la smetta di fare propaganda irresponsabile e di "gufare" contro l'accordo sulle sorti di un bene pubblico così importante per tutti e che diventerà una delle più importanti attrazioni per la città di Cagliari. Noi speriamo che l'accordo con i privati ci sia. Vogliamo bene a Cagliari.