«Basta studi, ora aprite i cantieri»
Unione Sarda 1 ottobre 2009
Non solo studi ma opere concrete. A un anno dall'alluvione ancora irrealizzati i ponti sul fiume e l'ampliamento del letto del San Girolamo.
Capoterra. Diecimila abitanti col cuore in gola e lo sguardo verso il cielo. Piove, su Capoterra. Mentre il 22 ottobre si avvicina e la memoria degli abitanti corre veloce riportando davanti agli occhi il disastro, lo scempio e la morte di quel maledetto giorno di dodici mesi fa.
Un anno dopo qualcosa si è fatto. Molto, troppo resta ancora da fare per restituire sicurezza a un territorio sconvolto dalla cementificazione-killer degli anni Settanta che ha contribuito, insieme all'eccezionalità di quel “ciclone tropicale” capace di scaraventare sulla terra, in un'area limitatissima e dalle 5,30 alle 8,30 del mattino, ben 380 millimetri d'acqua.
Sicurezza, chiedono ancora a Capoterra e in particolare a Poggio dei Pini, a Rio San Girolamo, a Frutti d'Oro.
Lo studio idrogeologico affidato con una gara d'appalto all'Agenzia distretto idrografico e finanziato con 500 mila euro dovrebbe essere ormai definito. Doveva, dovrà costituire la base di partenza per la predisposizione un progetto di messa in sicurezza dell'intera fascia attraversata dal fiume-assassino . Da monte a valle. Ma per ora le indicazioni messe nero su bianco dagli esperti sono sconosciute.
Il sindaco Giorgio Marongiu non ha molta voglia di perdersi in chiacchiere. Ancora meno in questi giorni dove il cielo sulla Sardegna ha fatto i capricci. «Noi abbiano un dato: quello del 22 ottobre. Da lì si deve partire. Non servono studi e poi ancora studi, servono un progetto vero, l'appalto la sua copertura finanziaria. Quattrini che, sia chiaro, non vuole gestire il Comune. Non siamo e non vogliamo essere un'amministrazione famelica, esistono gli enti competenti come il Genio civile, abbiamo anche chiesto che a far le cose ci fosse anche il Consorzio di bonifica che tra l'altro a Capoterra ha già eseguito altri importanti progetti come i canali di guardia», dice Marongiu. «C'è la possibilità di allargare il gretto del rio San Girolamo, possiamo farlo visto che in questi anni non abbiano consentito la realizzazione di nuove lottizzazioni. Va adeguata la sezione idraulica ai dati del 22 ottobre scorso, dobbiamo realizzare i ponti, quello a Rio San Girolamo e quello di Pauliara, l'unico per ora ad essere finanziato. Poi gli altri a monte come quello dell'Hidrocontro. E poi c'è il piano di messa in sicurezza del litorale, quelle barriere anti-erosione ormai indispensabili. Ecco, di questo bisogna parlare e non d'altro».
Intanto tra due settimane dovrà chiudere il cantiere del Genio civile all'altezza della foce del rio San Girolamo. Dove sono stati innalzati gli argini per fermare la piena e proteggere le abitazioni. Interventi parziali - come hanno spiegato gli stessi tecnici del Genio civile - che non preservano certo le lottizzazioni costiere in caso di alluvioni violente come quella dell'ottobre 2008.
«La verità è che nei giorni scorsi è piovuto relativamente poco ma il nostro territorio è andato in crisi», commenta Marco Espa, consigliere regionale residente a Frutti D'Oro II° e primo firmatario della proposta di legge per la messa in sicurezza del territorio. Una norma rimasta però ancora indiscussa in Consiglio regionale. «È davvero urgente che l'assemblea regionale la discuta, come è urgente che venga votata la proroga dei poteri al commissario straordinario per l'alluvione, ruolo ricoperto da Ugo Cappellacci, in corso di scadenza. Tra l'altro nello strumento legislativo avevamo previsto una copertura di 40 milioni, mentre per l'alluvione di Capoterra lo Stato, fino ad oggi, ha concesso incredibilmente appena sei milioni».
ANDREA PIRAS
01/10/2009
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