3 ottobre 2008

Referendum: non vado a votare

La mia posizione sul referendum è quella che si basa sull'analisi di alcune oranizzazioni non partitiche, come per esempio il WWF, l'autorevole associazione internazionale ambientalista che prende ad esempio la politica del governo sardo per la protezione equilibrata e sostenibile dell'ambiente.
Ciao Marco Espa

------------------------------------------------

ecco il parere del WWF
Il 5 ottobre in Sardegna si vota per lo sviluppo sostenibile e la tutela dell'ambiente e del paesaggio costiero. Tuttavia, l'eventuale abrogazione della legge regionale n. 8/2004 recante “Norme urgenti di provvisoria salvaguardia per la pianificazione paesaggistica e la tutela del territorio regionale”, più nota come legge “Salvacoste”, non potrà avere alcuna conseguenza sul vigente “Piano Paesaggistico Regionale”.

Lo ribadisce ancora una volta il WWF Italia, a seguito delle affermazioni di alcuni esponenti politici del centro-destra che nei giorni scorsi hanno aperto la campagna referendaria per le consultazioni del 5 ottobre prossimo.

Com’è noto, infatti, il Piano Paesaggistico Regionale è uno strumento normativo reso obbligatorio dalla cosiddetta legge “Galasso” prima e dal nuovo Codice dei Beni Culturali e Paesaggistici dopo. In Sardegna, tra l’altro, la stesura del PPR era già prevista alla L.R. n. 45/89, tuttora vigente in attesa dell’approvazione della nuova legge urbanistica.

Risulta pertanto priva di alcun fondamento la tesi secondo la quale in caso di vittoria del SI cadrebbe automaticamente l’intero impianto normativo del PPR. Secondo il WWF, ancora una volta si assiste allo sperpero di denaro pubblico per promuovere un referendum del tutto inutile e attraverso il quale si tende a screditare l’operato dell’attuale Giunta Regionale in materia di tutela e buon governo del territorio.

Ciò avviene, tra l’altro, in un momento importante della strategia di conservazione delle aree costiere della Sardegna, avviato dall’esecutivo guidato dal Presidente Soru.

Nei giorni scorsi, infatti, la Giunta Regionale ha deliberato l'entrata a regime della Conservatoria delle coste, assegnandole subito in gestione alcuni tratti costieri della Sardegna di notevole pregio ambientale e paesaggistico, come l’isola dell’Asinara e un gran numero di torri costiere. Un provvedimento che il WWF reputa di grande importanza sia sul piano della conservazione che dello sviluppo sostenibile in Sardegna: un modello che sarebbe auspicabile che fosse ripreso anche dalle altre regioni italiane.

L’entrata a regime della Conservatoria delle coste, tende finalmente a spazzare via strane ipotesi, avanzate soprattutto da ambienti imprenditoriali e da alcune forze politiche, sull’inutilità di una struttura ispirata a quelle analoghe della Conservatoire du littoral (Francia) e del National Trust (Inghilterra): che, invece, sono riescite con successo a tutelare e conservare centinaia di aree costiere di pregio creando al tempo stesso importanti occasioni di sviluppo e occupazione. Basti dire che il Conservatoire francese gestisce ben 1000 chilometri di coste.

Adesso, per garantire una maggiore efficacia nella strategia di conservazione dell’ambiente e del paesaggio sardo manca un ultimo tassello, quello relativo all’approvazione della nuova legge urbanistica, sulla quale il WWF aveva espresso un parere cautamente positivo e avanzato alcune proposte di modifica e miglioramento del testo normativo attualmente in discussione.


Visita il sito del WWF, appena rinnovato, dedicato alla battaglia per le coste sarde, www.soscostesardegna.it

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ho fatto un copia e incolla della tua mail nel mio blog con annesso link
Saluti
S e T.
musicamore.blog.tiscali.it