(Da l'Unione Sarda)
Il caso della famiglia di cinque persone, tra cui due disabili, che vivono in una stanza di dieci metri quadri è noto al Comune. I servizi sociali sono intervenuti fin dal 2006 trovando un appartamento prima nel Corso Vittorio Emanuele e versando un contributo di 350 euro al mese per l'affitto, poi affittando un'altra casa a Monserrato, per la quale sono stati versati la caparra e tre mesi anticipati, ma dal quale sono stati successivamente sfrattati, poi procurando un posto nella casa-albergo (con un contributo di circa 700 euro mensili) e con un'assistenza costante ai ragazzi.
Il problema - come ha rimarcato l'assessore alle Politiche sociali rispondendo a un'interrogazione presentata (non a lui ma al collega al Patrimonio) il 16 aprile scorso da Marco Espa e Marisa Depau (Pd) - riguarda semmai il Patrimonio. "Bisognerebbe dare a certe categoria di persone una casa comunale, anche in deroga alle graduatorie", ha detto in Consiglio comunale Anselmo Piras, ricordando di avere scritto in proposito all'assessore e al dirigente del Patrimonio.
Accadeva sei mesi fa. E la situazione non si è sbloccata. Così Maria Assunta Pinna, il marito Salvatore Vuciardo e i figli di 15, 11 e 8 anni, continuano a vivere nella stanza di dieci metri quadri, a fare il bagno al ragazzo disabile (è affetto da distrofia cerebrale e tetraparesi spastica) in una bacinella, a dormire (i figli, un'altra è epilettica) in tre in un divano non letto e (i genitori) in terra, su un materasso ad una piazza, a cucinare in un fornello elettrico.
Interpellato a proposito, l'assessore al Patrimonio, Luciano Collu, dice di non conoscere la situazione della famiglia Vuciardo. Significa che smentisce di aver ricevuto una lettera del collega Piras che segnalava il caso e suggeriva deroghe alle graduatorie per i casi disperati? "Ad aprile, quando mi avrebbe scritto il collega, ero appena arrivato in assessorato e c'era anche un altro dirigente". Risposta preoccupante, perché evidenzierebbe la totale mancanza di dialogo tra assessorati. "Vero è", aggiunge Collu, "che dai servizi sociali ci segnalano tanti casi e sono tutti disperati. Abbiamo circa 3700 alloggi più gli appartamenti di via Premuda, che stiamo per consegnare. Analizzerò la situazione della famiglia Vuciardo, vedrò se hanno fatto richiesta per un alloggio comunale e valuterò. Certo, se ci sono stati in precedenza sfratti per morosità è un problema". Espa e Depau, insistono: "Il problema non sono i contributi, ma il diritto del bambino disabile e della famiglia ad avere una casa". (f. ma)
03/10/2008
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