Marco Espa, consigliere regionale del PD esprime la massima soddisfazione per la decisione della Giunta regionale di ricorrere alla Corte Costituzionale contro il decreto Gelmini inerente i tagli e la riorganizzazione della scuola in Sardegna.
Marco Espa aveva lanciato la proposta già in un comunicato stampa (clicca qui) del 15 settembre scorso, poi annunciato in Consiglio Regionale (clicca qui) il 23 settembre durante il dibattito sulla mozione del centrosinistra (poi approvata) in difesa della scuola, ipotizzando l'invadenza del governo su competenze proprie delle Regioni in materia di organizzazione.
"Bisogna resistere con tutti i mezzi. Il governo ha minacciato di nominare un commissario ad acta che potrà eliminare le scuole in ben 60 comuni della Sardegna. Una decisione irresponsabile questa del Governo nazionale che potrebbe colpire proprio il diritto costituzionale degli alunni in condizione più estrema: perchè gli alunni con disabilità integrati nelle classi dei moltissimi piccoli comuni della Sardegna vedrebbero chiudere la loro scuola e certo non potranno sobbarcarsi chilometri e chilometri per i trasferimenti: la maggior parte, a causa della propria condizione, non può farlo: vedranno cosi negato il loro diritto allo studio, per meri calcoli ragioneristici del Governo nazionale e le loro famiglie impedite a dar loro un'istruzione. La Regione si è opposta, facciamolo pacificamente ma con determinazione tutti insieme. Le famiglie sarde continuino comunque a ricorrere alla magistratura per i tagli al sostegno, abbiamo sempre vinto in passato, ci riproviamo. La Regione si prepari a un nuovo ricorso alla Consulta perchè la mozione della Lega sulle classi-ponte per gli alunni stranieri apre la strada alle classi differenziali e speciali per alunni con disabilità, dichiarate illegittime dalla Corte costituzionale con le sentenze n. 215/87 e n. 266/01 "
"Ricordo che il governo ha deciso contemporaneamente di tagliare il Fondo della politiche sociali, portandolo da un miliardo di euro a 600 milioni, suscitando le proteste non solo della Sardegna (che con il governo Soru si è costruita un sistema sociale con fondi propri che fa sopportare meglio gli eventuali tagli) ma anche dell'assessore alle politiche Sociale della regione Veneto, Valdegamberi , governata dal centrodestra, che è anche il coordinatore degli assessori italiani. Valegamberi dichiara: chiederò a Tremonti e a Sacconi di non far morire i servizi sociali del Veneto, ma anche per le altre regioni di cui coordino il settore a livello nazionale, di non essere corresponsabili di un tracollo che travolgerebbe le famiglie e decenni di paziente, sapiente costruzione e programmazione di servizi territoriali, di civiltà sociale di una popolazione".
"Infine voglio ricordare l'ultima vessazione: il Governo considera molte famiglie sarde e italiane di persone con disabilità "fannullone": giusto colpire chi non fa il suo dovere negli uffici pubblici, ma Brunetta compiendo un grave atto discriminatorio nei confronti delle famiglie delle persone con disabilità, ha tagliato, con un tratto di penna, il salario accessorio e una serie di indennità connesse al diritto ai giorni di permesso per i genitori che lavorano nella pubblica amministrazione, accomunando chi vive 24 ore al giorno con l'handicap dentro casa ad un fannullone che trascorre in altre attività i giorni del lavoro. E questo con un danno almeno di 400 euro all'anno per le famiglie."
"Infine voglio ricordare l'ultima vessazione: il Governo considera molte famiglie sarde e italiane di persone con disabilità "fannullone": giusto colpire chi non fa il suo dovere negli uffici pubblici, ma Brunetta compiendo un grave atto discriminatorio nei confronti delle famiglie delle persone con disabilità, ha tagliato, con un tratto di penna, il salario accessorio e una serie di indennità connesse al diritto ai giorni di permesso per i genitori che lavorano nella pubblica amministrazione, accomunando chi vive 24 ore al giorno con l'handicap dentro casa ad un fannullone che trascorre in altre attività i giorni del lavoro. E questo con un danno almeno di 400 euro all'anno per le famiglie."
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