11 aprile 2008

«L’ex premier teme il confronto con Veltroni e allora attacca me»

«L’ex premier teme il confronto con Veltroni e allora attacca me»
Dopo il voto del 13 e 14 aprile non mi dimetterò: l’ho già detto in Consiglio Per le regionali 2009 parteciperò alle primarie
AUGUSTO DITEL (la nuova sardegna dell'11 aprile 2008)


- Nel giro con Veltroni, che Sardegna ha trovato, presidente Soru?
«Una Sardegna che vuole andare avanti. Una Sardegna piena di speranza. Una Sardegna che non ha nessuna voglia di essere governata da Berlusconi».
- Paga anche nell’isola la scelta del Pd di andare da soli?
«E’ apprezzata dappertutto. In giro per la Sardegna, con Veltroni, abbiamo visto piazze e sale affollatissime. La gente ha capito che da un lato c’è un signore che fa politica da 15 anni e si presenta per la quinta volta come candidato premier, con il codazzo di 15-20 sigle le più disparate; dall’altro, c’è invece un ex sindaco di Roma che ha lavorato molto bene per la sua città e che, a 52 anni, si presenta per la prima volta con un programma chiaro, concreto, praticabile. Un candidato alla guida del Paese che spiega il suo programma e non straccia quello degli altri».
- Berlusconi in Sardegna ha detto che chi vota Veltroni, vota Soru: ce l’ha con lei, insomma.
«Ha paura, e si vede. Silvio Berlusconi teme il confronto con Walter Veltroni e sposta il tiro su di me».
- Il Pdl forse vi dà in recupero ma è sicuro di vincere comunque.
«Vedremo. Certo è che siamo passati dall’amarezza per l’epilogo del governo Prodi alla forte preoccupazione che Berlusconi possa tornare a governare ancora. E’ stata un’esperienza già vissuta e la sofferenza, per la Sardegna, è stata enorme. Mi fa paura il solo pensare che quest’uomo di 72 anni, abituato ad avvelenare i pozzi, possa vincere queste elezioni».
- C’è anche l’ipotesi del pareggio.
«Altro fatto anomalo. Per colpa di una legge elettorale definita dalla destra “una porcata”, è in pericolo la governabilità del Paese. Veltroni e il Pd hanno proposto un esecutivo a termine per modificare quella legge per consentire alla futura maggioranza di governare e all’opposizione di svolgere il suo ruolo. Berlusconi ha rifiutato, e si presenta alla guida un caravanserraglio eterogeneo che non promette nulla di buono».
- Lei è fortemente preoccupato come governatore che dovrà confrontarsi col governo di destra?
«E’ già capitato. Per due anni, la giunta regionale ha avuto come interlocutore (si fa per dire) il governo Berlusconi, che si è distinto per la totale mancanza di ascolto della Regione. Siamo andati da lui per illustrargli il tema delle entrate fiscali e lui parlava del giardino della sua villa, delle sue piante: sono rimasto sbalordito. Poi, sempre a proposito di entrate fiscali, con uno degli ultimi atti del suo governo, ha elargito una altro miliardo di euro alla Sicilia: a noi neanche un cent».
- Poi c’è stata la manifestazione lungo le vie di Roma: oltre 5mila sardi con lei e i sindacati.
«Già, e l’atteggiamento non è mutato. Giorni fa, parlando a Cagliari, vicino a casa mia, Berlusconi mi ha definito più o meno uno squilibrato. Lascio ad altri il giudizio su quanto detto da lui; io ribadisco il mio: rimango sbalordito da chi considera la Sardegna come il giardino della sua casa, di fronte a chi invece pone dei temi essenziali per la Sardegna nel rispetto dello Statuto sardo».
- Vuol dire che, se vince Berlusconi, i buoni rapporti Regione-governo centrale rischiano di rovinarsi?
«Con i due anni di governo Prodi sono stati ottenuti risultati molto importanti. Berlusconi, se uscirà vincitore, continuerà a non occuparsi della Sardegna: darà pacche sulle spalle a tutti, ma non a me».
- Ad Alghero e a Cagliari ha detto di essere un sardo di adozione.
«Ah sì. Da premier è venuto in Sardegna centinaia di volte, a organizzare feste o cene a casa sua. Ha invitato anche me: ho rifiutato. Non si è mai degnato, in tutti questi anni, di venire nella sede della Regione, a Cagliari, in viale Trento. Berlusconi non sa nemmeno qual è il corretto rapporto istituzionale con la Regione, questa non è lealtà costituzionale».
- Molti, non solo a destra, sono convinti che lei si dimetterà dopo il voto del 13 e 14 aprile.
«Lo nego. Ho già detto in consiglio regionale, dunque in un’occasione solenne, che non avrei interrotto il mio mandato, e lo ribadisco ora. Dobbiamo completare il nostro lavoro fino all’ultimo giorno della legislatura».
- A cosa tiene in particolare?
«Provvedimenti per la scuola, riforma della formazione professionale, riforma dei consorzi industriali. Dopo il 15 aprile, ci sarà anche la decisione della Consulta sul referendum della Statutaria».
- G8 alla Maddalena: un’occasione di crescita per la Gallura, ma non solo.
«Va dato atto al governo Prodi di un comportamento leale e attento nei confronti della Sardegna. Si tratta di un’opportunità eccezionale per un’area geografica che ha sempre convissuto con un’economia militare da riconvertire in economia turistica, nel rispetto più rigoroso dell’ambiente. Si spenderanno quasi 200 milioni di euro per un evento che proietterà la Sardegna non solo nelle tv di tutto il mondo; la nostra isola sarà al centro del mondo, i maggiori opinion leader del pianeta si troveranno a occuparsi di noi. Senza dimenticare che il G8 consentirà ai nostri prodotti e alle nostre bellezze di arrivare nelle case di tutto il pianeta. Uno spot impagabile».
- Le opere rimarranno. Come alle Olimpiadi.
«Già. Sarà ampliato l’aeroporto di Olbia, infrastrutture sono previste a Palau, oltre che alla Maddalena. Per le imprese sarde si tratterà di una concreta possibilità di consorziarsi, di crescere».
- Beppe Pisanu vorrebbe lo spostamento dell’evento. I sindaci della Gallura temono ricadute negative sul turismo.
«Ma cosa vuole che siano gli eventuali disagi per i turisti, di fronte a questa opportunità per la Gallura e la Sardegna: alla Maddalena arriveranno non solo 25 capi di Stato, ma anche il presidente dell’Ue, quello della Commissione europea. Certo, anche Bertolaso avrebbe voluto lo slittamento di tre mesi ma il calendario lo decidono i governi, compreso il nostro».
- Veltroni, a Pula, ha parlato di Solar Valley per la Sardegna: propaganda elettorale?
«No, nella maniera più assoluta. La grande industria è legata alla tecnologia; per la bassa tecnologia ci sono altre parti del mondo. La Sardegna ha un atout decisivo da giocarsi: la nuova impresa si sviluppa nel campo della ricerca e della tecnologia e dalla tecnologia nascono le biotecnologie e la biomedicina. In Gallura sarà aperto il San Raffaele, non solo un ospedale ma un centro di ricerca italiano, come istituto che studia la scienza della vita. L’era della Solar Valley è già cominciata: la ricerca sulle energie rinnovabili (grazie a Rubbia e al suo “solare a concentrazione”) è già stata avviata. I pannelli voltaici, da noi, non debbono essere stoccati; bisogna progettarli, costruirli e solo alla fine ospitarli».
- Questo per il sud.
«Anche il nord trarrà benefici. Dalla riconversione della fibra di carbonio si possono realizzare componenti per la nautica e Olbia può ospitare il polo della nautica, com’è accaduto ad Arbatax, sempre che le aziende si consorzino. Sempre a Olbia, nascerà il polo aeronautico».
- Si ricandiderà nel 2009?
«Sì».
- Dopo le primarie?
«Alle primarie ci sarò anch’io».

Nessun commento: