Seduta n. 103 del 5 marzo 2010
Intervento dei consigliere on. Espa
Copia provvisoria non revisionata
Discussione del TU 121/122 Provvedimenti in favore delle persone con handicap grave di cui alla legge 162/98
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Espa, relatore di minoranza.
ESPA (P.D.), relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Io devo dire che sono molto soddisfatto che questa legge arrivi in Aula, perché mi sembra che le battaglie che sono state sostenute dalle comunità locali, dalle famiglie, dalle persone con disabilità, il movimento che c'è stato per chiedere il ripristino dei 1.000 euro per ogni progetto personalizzato, sia una battaglia importante che sta iniziando a far vedere i propri frutti. A me piace sempre ricordare – e lo ricordo – che questa legge non è una legge contro la povertà, è una legge che riguarda i diritti umani e la non discriminazione di sardi che sono in situazioni estreme. Quindi, per questo noi siamo attenti e siamo molto partecipi a questa situazione, perché è una legge che offra dei servizi personalizzati, e che, ricordo sempre, fin dalla sua origine, è stata sempre sostenuto in maniera bipartisan. Ecco, è una legge che, ricordo sempre, estremizza la sussidiarietà, questo concetto caro a molte persone, cioè che la pubblica amministrazione, attraverso questi contributi, che, ripeto, non sono contributi che vanno a persone o vano ad associazioni, ma sono contributi per veri servizi, quindi che comunque creano un percorso di lavoro per operatori professionali, è una legge che non fa sostituire l'istituzione alla famiglia. E' un discorso veramente importante per noi.
Vedendo un attimo il testo di questa legge: su questa legge noi abbiamo espresso in Commissione prudenzialmente un voto di astensione. Lo dico perché? Perché siamo – l'ho detto prima – molto soddisfatti del fatto che sono stati recuperati in questa prima fase 14 milioni di euro. Siamo soddisfatti che i mille euro vengano restituiti a tutta una fascia di progetti, una fascia di progetti che parte soprattutto dalle persone che sono in situazioni di maggiore gravità, ma riteniamo che questo passo non sia ancora sufficiente, quindi non siamo assolutamente contrari a questo modo di procedere, ma noi riteniamo che come si trovano le risorse, lo dico anche all'onorevole Steri che credo abbia avuto un ruolo importante nella definizione di questo processo che ha portato poi a questo risultato che credo sia un risultato di tutti, credo che i soldi, mi viene da dire in maniera molto cruda, i soldi si trovano per ogni cosa; io ritengo che anche la popolazione anziana, che non è in una situazione di estrema gravità, ma che anche la popolazione anziana debba avere riconosciuto il reintegro di questo taglio dei 1000 euro. Io so bene che c'è uno sforzo da parte di tutti, credo che gli enti locali si prendano le loro responsabilità e quindi contribuiscano a ripianare il deficit di questa legge, ma ritengo che gli enti locali, in questo momento, non siano in grado di poter sostenere questo impatto da ulteriori 14 milioni; per questo noi presenteremo un emendamento in Aula che, ancora una volta, chiede con responsabilità, è veramente lo dico questa volta senza nessuna acrimonia né polemica, rivendicando una battaglia sicuramente che è nostra, che abbiamo voluto fare, che il centrosinistra ha voluto condurre, ma che in questo momento mi sembra veramente possa trasformarsi definitivamente in una battaglia di tutti. Io devo dire che ho difficoltà a pensare al come giustificare, per la popolazione anziana che in questo momento ha avuto una riduzione di 1000 euro, mi viene difficile dire: "Non c'è nessun contributo aggiuntivo per questa popolazione", quindi, per quanto io abbia sempre detto, e lo ripeto ancora, che la legge numero 162 è una legge che nasce proprio come legge per le persone al di sotto dei 65 anni, non è una legge che nasce per tutti, ma in Sardegna, per una serie di motivi che io dirò subito, è stata estesa alla popolazione intera che abbia, ovviamente, questo tipo di certificazione, cioè la certificazione di disabilità. E io spiego perché, secondo me, Assessore, gentili colleghi, Presidente, conviene dare anche un po' di risorse per chiudere, fare l'ulteriore sforzo per fare in modo che la Sardegna rimanga la prima in Italia in questo settore, rimanga con questo segno di grande civiltà, una civiltà che porta a sostenere la famiglia lì dove risiede, e non la sostituisce, non mercifica anche l'amore della famiglia, ma gli dà un sostegno, non gli dà un contributo che permette di comprarsi la macchina nuova o di prendersi la tv a colori, ma da servizi che sono controllati dalle stesse famiglie. La famiglia, ricordiamo, ha il potere di scegliere gli operatori, di scegliere gli operatori con contratti diretti, c'è un sistema virtuoso, ripeto, che ha portato circa 14.000 posti di lavoro in questi anni, però io dico, perché anche per gli anziani, secondo me, in questo momento, poi l'anno prossimo rivisitiamo, perché probabilmente è giusto, io penso che bisogna fare il fondo per la non autosufficienza degli anziani, per tutti, per chi ha problemi e per chi ne ha meno, però, la questione anziani e sicuramente una questione diversa dagli scopi della numero 162, ma spiego perché questo strumento è utile anche in questo caso; perché, io lo voglio ricordare, e lo ricordo qui, in aula, che questo investimento di 10 anni che è stato fatto da, secondo me, un dato importante. Noi sappiamo che, per esempio, per i servizi di istituzionalizzazione, che ovviamente ci devono essere in Sardegna, non è che possiamo rimanere senza servizi di accoglienza per le persone, però il tasso della Sardegna rispetto alla popolazione è del 4,1 per mille, mentre la media nazionale e dell'8 per mille; c'è una differenza del 50 per cento, e noi ci chiediamo perché in Sardegna è così… solo perché non siamo stati capaci? Non è così! Perché ci sono 17.000 anziani che ricevono l'esigua somma di 5 mila euro all'anno, o anche meno, e in questa maniera sono vincolati, c'è il vincolo a non poter usufruire degli istituti. Quale è la differenza? La differenza è che con un investimento di 5000 euro all'anno la Regione non spenderebbe, e per esempio io ho fatto il caso di 2795 persone anziane in situazione di gravità, quindi quelli al di sopra dei cosiddetti 80 punti, per chi capisce la materia, cioè persone che sono o allettate, o veramente in una situazione di assoluta non autonomia, ma estrema, una non autonomia che hanno bisogno di compagnia, quindi che hanno bisogno di accudimento 24 ore su 24, e probabilmente anche con mezzi, con macchine respiratorie, io dico che con la numero 162 noi spendiamo 13 milioni di euro, per queste persone, le più gravi. Io l'ho già detto, e lo abbino alla questione che appunto l'istituzionalizzazione in Sardegna è crollata rispetto al resto d'Italia; perché? Perché queste 2795 persone sono tutte persone, e ripeto, non è questione di avere la certificazione di invalidità, è il loro stato che è stato certificato estremo, sono tutte candidate teoricamente a poter chiedere un posto in una residenza, quindi, questa è la questione. Allora, se questo processo parte, invece di spendere 13 milioni di euro, noi né spenderemo, senza neanche accorgercene, 61 milioni di euro, che vanno però tutti a carico della spesa del famoso capitolone della sanità da 3 miliardi di euro. Quindi, in un momento in cui parliamo anche di problemi di bilancio della sanità, io dico: "Attenzione!", perché noi, dare in questo momento e integrare risorse anche per gli anziani vuol dire fare prevenzione, com'è stato fatto in questi 10 anni, perché ripeto, il tasso del 4 per mille rispetto a quello nazionale dell'8 per mille, è un tasso perché è stato un investimento, e noi, ripeto, per ogni persona anziana che viene messa in residenza, la Regione spende 21 mila 900 euro all'anno, contro i 5 mila all'anno dalla legge numero 162. Questo perché? Perché è diventato quasi un processo spontaneo che oramai… all'inizio io mi ricordo, nel 2000-2001, per esempio, quand'eravamo qui, in Consiglio regionale a fare le battaglie, ci dicevano: "No, no, ma guardate che le famiglie sarde vogliono istituzionalizzare, le famiglie sarde non vogliono farsi carico né dei figli disabili, né degli anziani", ci dicevano questo nel 2000 in Consiglio regionale. E noi dicevamo: "Ma proviamo, sperimentiamo", e poi allora ci sono stati i primi 123 casi, sono diventati 1500 l'anno dopo, ad un certo punto sono esplosi a 4500 e tutti hanno capito che era una realtà, cioè che se la famiglia è sostenuta, ma con servizi che decide lei, allora si fa carico anche delle situazioni più difficili. Allora, io, pur condividendo tutto il percorso che è stato fatto fino adesso, e condividendolo fino in fondo, ritengo che anche su questa materia "anziani", che va rivista sicuramente all'inizio del nuovo processo di progettazione, noi dobbiamo fare in quest'Aula, se vogliamo, se ci riusciamo, uno sforzo ulteriore per fare in modo che anche gli anziani al di sotto dei 75 punti, con questo provvedimento abbiano una soddisfazione; questo io voglio dire, e lo voglio dire in questo momento non come persona che appoggia una parte, ma neanche come una persona che ha la voglia di voler sbandierare… io, ripeto, sono molto attento alle questioni della gravità estrema, quindi potrei dire: "Ma, vabbè, quelli che sono meno gravi, pazienza!", però, lo faccio proprio da un punto di vista quasi amministrativo. Sono convinto che noi, mantenendo questa impostazione in questa legge, riusciamo a dare risparmio alla spesa sanitaria in generale, e lo dico da amministratore. Certo che poi tanti colleghi chiedono: "Vogliamo vedere i dati, dobbiamo vedere tutti gli aspetti", vogliono avere un osservatorio di dati da avere per fare ragionamenti seri su questa legge, quindi si devono fare dei ragionamenti che non siano ragionamenti, lasciatemelo dire, un po' da bar, dove ognuno col senso comune pensa cosa è giusto e cosa non è giusto, ma abbiamo 10 anni di esperienza di governi che si sono succeduti, e che hanno una mole di dati che ci permette di fare un'analisi approfondita. Devo dire subito che sono totalmente d'accordo sui controlli, quindi sul comma numero 1, ma non lo dico perché in questa legge ci sono imbroglioni in più rispetto ad altre attività produttive, lo dico perché che se ci sono i controlli noi favoriamo le persone che hanno ancora più bisogno, quindi i controlli, secondo me, sono doverosi. Già adesso, la legge, ha un meccanismo di autocontrollo, perché comunque le persone che non hanno veramente bisogno, o grandi disabilità, scendono giù in classifica, e quindi sono facilmente rintracciabili per capire chi è che sta in qualche maniera creando delle difficoltà, però stiamo parlando di decine di casi su 28.000, quindi, per questo l'esperienza rappresenta un'esperienza che va rafforzata, va implementata, va verificata, ma va anche giornata in maniera positiva, perché se questo Consiglio, se la Commissione preposta aprirà una sessione di lavori su questo tema, scoprirà quanto può essere virtuoso stanziare risorse che in realtà sono veramente degli investimenti che abbassano anche la spesa sanitaria. Ecco, quindi, questo volevo dirlo proprio perché la nostra posizione è questa: noi vorremmo proporre all'Aula, proponiamo convintamente all'Aula in un emendamento il fatto che riusciamo a coprire i 14 mila euro successivi. Allora questo io lo devo dire perché sempre ci viene fatta un'osservazione: "non possiamo far crescere la spesa all'infinito", e io dico che questo è molto vero, infatti ho già proposto che seriamente come si fa per materie economiche, come si fa per materie ambientali, ci si riunisca a entrare nel merito anche da un punto di vista tecnico, ma non parlo di tecnico quando parlo di persone con disabilità. Io non credo – lo dico, scusate colleghi medici – al potere esclusivamente che i medici sanno come si fanno queste cose; io credo che il sapere sociale e la politica, in questo caso, tutti ci fa diventare esperti. Non esistono i disabili di questo consigliere o di quel consigliere. Questa materia appartiene a tutti perché – lo voglio ricordare e lo abbiamo detto – il trend della crescita della popolazione anziana, che ci piaccia o non ci piaccia, quando noi saremo anziani aumenta del doppio in pochi anni; fra vent'anni sarà aumentato del doppio. Quindi la questione sociale della non autosufficienza grazie a Dio noi la stiamo affrontando da dieci anni, abbiamo un'esperienza importante che abbiamo finanziato e dico non con sacrificio, ma l'abbiamo finanziata creando una prevenzione che in altre regioni italiane, dalla ricca Lombardia, che gli facciamo un baffo – scusatemi, Presidente, non dovevo usare questo termine –, all'Emilia-Romagna, alla Campania, al Piemonte stesso, noi in questa regione diamo lezioni a chiunque su questo argomento, però, attenzione, da questo punto di vista sappiamo che siamo in vantaggio perché quando fra vent'anni la popolazione anziana sarà aumentata del 50 per cento, e la demografia dirà questi dati, noi dovremo affrontare emergenze che siamo già in grado adesso di accogliere. Per quello noi insistiamo spesso da un punto di vista contabile che siamo contrari ai tagli in questa materia, ai tagli parlo – come è già è stato detto, sono cose che sono notorie – i fondi sono aumentati, lo sappiamo, sono passati da 95 milioni di euro a 105 milioni di euro in quest'anno aumentando le domande. Voglio ricordare che anche negli anni precedenti c'erano stati ulteriori passaggi di raddoppi di casi da un anno all'altro. Ecco, su questo ci sono due materie; una è la materia dei controlli, e io ricordo ancora, continuo a fare l'appello che abbiamo fatto anche come centrosinistra, che l'Assessorato, anche se non ha poteri diretti perché i poteri sono più del Ministero, veramente dica che le commissioni che danno l'invalidità per la "104", quindi per la legge numero 162, non possono darla a chiunque. Su questo, attenzione, diventa il malcostume che c'è stato per le pensioni di invalidità. La "104" è una cosa seria, destinata alle persone con disabilità, non a chiunque, non alle persone che, come dire... adesso non voglio entrare nel merito. Quindi lì bisogna fare il primo atto di prevenzione. La seconda cosa, però, è rafforzare, rafforzare perché attraverso queste procedure noi siamo convinti che si risparmi.
L'ultima questione voglio ricordare, proprio perché siamo profondamente convinti che bisogna dare risposte perché sono risposte che riguardano gli investimenti e non l'assistenzialismo, è ancora una volta un forte appello e richiesta forte a questa Giunta, all'Assessore che dica al Governo nazionale nei tavoli a cui partecipa con estrema forza, se poi c'è bisogno di un appoggio dell'Aula noi siamo pronti a darlo, che non è possibile che il Governo nazionale tagli continuamente le risorse alle Regioni per la non autosufficienza. Come voi sapete il Governo nazionale ha deciso che l'anno prossimo ci saranno 100 milioni in meno. Il Governo nazionale stanzia per tutta Italia 400 milioni di euro per la non autosufficienza. Ecco, l'anno prossimo ha deciso di tagliare. Allora su questo il nostro Assessore, il nostro Presidente se veramente vuole andare con la schiena dritta deve dire... questa questione è una questione che riguarda tutti, non è un problema della Sardegna – e noi ovviamente facciamo la nostra parte e lo facciamo con orgoglio che mettiamo risorse nostre per non avere difficoltà in futuro–, noi dobbiamo chiedere che sia una tematica, che non ci sia il Ministro dell'economia che prevalga rispetto a chi, perché noi sappiamo che non siamo solo noi del P.D. e non solo noi della sinistra a combattere in Parlamento perché ci sia un rafforzamento di questi fondi, ma purtroppo in silenzio molti parlamentari del centrodestra insistono perché questa tematica venga compresa non tra le tranche dell'assistenzialismo, ma nelle tranche dell'investimento, proprio perché nessuno vuole smantellare un sistema sociale e un sistema di sicurezza sociale che ci rafforza; nessuno vuole finire come negli Stati Uniti, dove adesso si sta cercando di rimediare; nessuno vuole fare in modo che ci siano fasce immense della popolazione senza assistenza e nessuno pensa, qui dentro almeno, io ne sono convinto, noi ne siamo convinti, che ha la vista corta e quindi non guarda cosa succederà fra dieci anni, cosa succederà tra vent'anni. Quindi, io da questo punto di vista ho la convinzione che possiamo dare risposte a tutti, bene, quindi noi siamo molto favorevoli a che vengano reintegrati a tutta una serie di categorie, come le persone al di sotto del 65 anni, i 1.000 euro per le persone, come è scritto nel testo, da 64 a 100 punti, che venga dato il 65 per cento alle persone con gravità maggiore, che venga dato il 100 per cento agli anziani al di sopra, quindi con gravità, restituire i 1.000 euro a quelli al di sopra dei 75 anni, ma riteniamo che per la fascia degli anziani al di sotto dei 74 punti di gravità secondo noi, per le motivazioni che ho detto prima, crediamo che quest'Aula debba fare un breve ragionamento, deve capire di fare un ulteriore sforzo per poter veramente uscire poi unitariamente con dignità da quest'Aula sapendo di aver fatto un fatto importante che condiziona il benessere di migliaia di sardi, nel senso che gli dà un vantaggio in più. Noi favoriamo il benessere di migliaia di sardi. Quindi questo, come dire, è il percorso che noi indicheremo a quest'Aula attraverso la discussione generale ma anche attraverso poi l'emendamento che abbiamo presentato.
2 commenti:
Marco, il grido dei GIUSTI ha messo in moto una potente onda, che ha rotto i primi argini. Continuiamo a tenere al massimo l'attenzione e alimentiamo la speranza in una società che si fa carico fino in fondo dei problemi dei più fragili.
Bravo, Marco,Brava Ada ma... Grazie Chiara!
Mi pare che ci sia una visione delle cose davvero centrata! La società vista dall'angolazione del più debole, la tenacia nell'azione fino al risultato, la forza di coinvolgere tutti a partire dai politici di parte avversa...Questa è una politica che conquista e che voglio sostenere.
Grazie e buon lavoro! G. Murru
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