Pagina 7 - Sardegna
Tensioni a Capoterra: vie allagate, fango e detriti. Il ricordo dei 4 morti
CAPOTERRA. Con la pioggia ritorna la paura a Capoterra, Frutti d'Oro,
San Girolamo e Poggio dei Pini dove il 22 ottobre di due anni fa
un'alluvione ha provocato la morte di quattro persone. Scenari già
visti: acqua, fango e detriti fuori dai tombini, strade allagate e
allarme generale soprattutto nelle case costruite lungo il rio San
Girolamo, epicentro del disastro avvenuto nel 2008. La Protezione
civile ha annunciato che il tempo peggiorerà nelle prossime ore e fra
gli abitanti delle frazioni capoterresi c'è chi teme una riedizione
della sciagura.
Evento tutt'altro che improbabile considerato che due anni non sono
bastati alla Regione per far partire il piano di messa in sicurezza
dell'area a rischio. Tutto è rimasto com'era al momento
dell'alluvione: «Non è possibile che a ogni pioggia qui si ritorni
all'emergenza - ha protestato il consigliere regionale Marco Espa
(Pd), che abita a Frutti d'Oro - abbiamo bisogno di interventi e ne
abbiamo bisogno subito. C'è un commissario straordinario per
l'alluvione che si chiama Ugo Cappellacci, ci sono 35 milioni di euro
da spendere ma non si riesce a partire con i lavori. Mi chiedo che
cosa si stia aspettando». In consiglio regionale - insiste Espa -
giace da tempo un progetto di legge che prevede la richiesta di 40
milioni da spendere sul Rio San Girolamo, l'area considerata più a
rischio di Capoterra.
Protesta anche l'assessore comunale alle politiche sociali Marco
Zaccheddu: «La situazione non è più sostenibile, servono interventi
immediati perché la popolazione ha paura».
Il 24 settembre scorso centinaia di abitanti di Capoterra hanno
sfilato in corteo per le vie del paese con lo slogan «per non
dimenticare e per non essere dimenticati». Un'iniziativa lanciata dal
movimento 'Capoterra solidarietà e pari dignità' nato - come aveva
spiegato il presidente Carlo Carcangiu - perché lo studio
idrogeologico del territorio venga messo in pratica e perché venga
attuata la messa in sicurezza dell'area a rischio: «Siamo preoccupati
per i ritardi» aveva detto il sindaco Giorgio Marongiu.
Il 24 maggio la Procura ha chiuso l'inchiesta sui fatti del 2008 e a
breve partirà la richiesta di rinvio a giudizio per undici persone,
accusate di disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Sono i
dirigenti del Genio civile Virgilio Sergio Cocciu, Raffaela Serra,
Gianbattista Novella e Antonio Deplano, il responsabile sicurezza e il
presidente della coop Poggio dei Pini Giampaolo Cillocu e Giovanni
Calvisi, il sindaco di Capoterra Giorgio Marongiu, il funzionario
della Protezione civile Sergio Carrus, l'ingegnere del comune di
Capoterra Italo Deiana, il progettista Enrico Montaldo e l'impresario
Ettore Corongiu. (re.ca)
Tensioni a Capoterra: vie allagate, fango e detriti. Il ricordo dei 4 morti
CAPOTERRA. Con la pioggia ritorna la paura a Capoterra, Frutti d'Oro,
San Girolamo e Poggio dei Pini dove il 22 ottobre di due anni fa
un'alluvione ha provocato la morte di quattro persone. Scenari già
visti: acqua, fango e detriti fuori dai tombini, strade allagate e
allarme generale soprattutto nelle case costruite lungo il rio San
Girolamo, epicentro del disastro avvenuto nel 2008. La Protezione
civile ha annunciato che il tempo peggiorerà nelle prossime ore e fra
gli abitanti delle frazioni capoterresi c'è chi teme una riedizione
della sciagura.
Evento tutt'altro che improbabile considerato che due anni non sono
bastati alla Regione per far partire il piano di messa in sicurezza
dell'area a rischio. Tutto è rimasto com'era al momento
dell'alluvione: «Non è possibile che a ogni pioggia qui si ritorni
all'emergenza - ha protestato il consigliere regionale Marco Espa
(Pd), che abita a Frutti d'Oro - abbiamo bisogno di interventi e ne
abbiamo bisogno subito. C'è un commissario straordinario per
l'alluvione che si chiama Ugo Cappellacci, ci sono 35 milioni di euro
da spendere ma non si riesce a partire con i lavori. Mi chiedo che
cosa si stia aspettando». In consiglio regionale - insiste Espa -
giace da tempo un progetto di legge che prevede la richiesta di 40
milioni da spendere sul Rio San Girolamo, l'area considerata più a
rischio di Capoterra.
Protesta anche l'assessore comunale alle politiche sociali Marco
Zaccheddu: «La situazione non è più sostenibile, servono interventi
immediati perché la popolazione ha paura».
Il 24 settembre scorso centinaia di abitanti di Capoterra hanno
sfilato in corteo per le vie del paese con lo slogan «per non
dimenticare e per non essere dimenticati». Un'iniziativa lanciata dal
movimento 'Capoterra solidarietà e pari dignità' nato - come aveva
spiegato il presidente Carlo Carcangiu - perché lo studio
idrogeologico del territorio venga messo in pratica e perché venga
attuata la messa in sicurezza dell'area a rischio: «Siamo preoccupati
per i ritardi» aveva detto il sindaco Giorgio Marongiu.
Il 24 maggio la Procura ha chiuso l'inchiesta sui fatti del 2008 e a
breve partirà la richiesta di rinvio a giudizio per undici persone,
accusate di disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Sono i
dirigenti del Genio civile Virgilio Sergio Cocciu, Raffaela Serra,
Gianbattista Novella e Antonio Deplano, il responsabile sicurezza e il
presidente della coop Poggio dei Pini Giampaolo Cillocu e Giovanni
Calvisi, il sindaco di Capoterra Giorgio Marongiu, il funzionario
della Protezione civile Sergio Carrus, l'ingegnere del comune di
Capoterra Italo Deiana, il progettista Enrico Montaldo e l'impresario
Ettore Corongiu. (re.ca)
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