30 gennaio 2009
Marco Espa sul Campus universitario: dal Comune di Cagliari solo cinismo politico e irresponsabilità istituzionale, altro che città dei giovani!
Il Comune di Cagliari entra a gamba tesa nella campagna elettorale per le regionali, e per attaccare Soru spazza via i progetti sul Campus universitario e su Sant'Elia che avrebbero portato in città, in un momento di grave crisi economica, ben 180 milioni di euro di finanziamenti regionali.
Leggiamo infatti sui giornali che la giunta comunale ha bocciato definitivamente il progetto di Campus universitario su cui il Sindaco Emilio Floris aveva firmato un accordo di programma insieme alla Regione.
Nell'assordante silenzio del Sindaco, dispiace constatare che l'ingrato compito di motivare questa clamorosa bocciatura sia stato affidato all'assessore Campus, costretto a mettere insieme una serie di giustificazioni pretestuose e infondate che non fanno onore alla competenza e all'onestà intellettuale da lui dimostrata in altre occasioni.
Il Comune di Cagliari non ha mai fatto nulla per i circa 37.000 studenti dell'Università di Cagliari, mentre la Regione, nella legislatura appena conclusa, ha deciso di investire su questa grande risorsa, dando risposte in termini di servizi innanzitutto per gli studenti in maggiore difficoltà, a partire dai tanti fuori sede.
Le case dello studente oggi presenti in città si trovano in via Trentino, via Roma, via Biasi, via Businco e in via Montesanto: cinque sedi che offrono circa 1.000 posti letto a fronte di una richiesta che negli ultimi anni ha presentato almeno 2.000 domande di studenti risultati idonei all'assegnazione dell'alloggio; dunque ogni anno almeno 1.000 studenti idonei rimangono senza alloggio per carenza di residenze.
È esattamente a questa esigenza che la Regione ha ritenuto di dover dare una risposta, affidando all'ERSU di Cagliari il compito di realizzare una nuova residenza per circa 1.000 studenti ( e non 1.600, come erroneamente dichiarato dall'assessore Campus).
La pretestuosità è nel dire che "sono state aumentate le cubature" del progetto originario. Ma l'accordo di programma serve proprio a ridefinire il progetto ed è uno strumento che prevale sulle concessioni edilizie che avrebbero trasformato il campus in un solo dormitorio! È vero che nel 2006 fu oggetto del protocollo di intesa tra Comune e Regione un progetto di dimensioni ridotte, ma è anche vero che in quel progetto si prevedevano soltanto gli alloggi per gli studenti e dunque era proprio quel progetto ad avere la caratteristica, come dice Campus «di un dormitorio o, nella migliore delle ipotesi, di un albergo». Per superare quel limite si prese in considerazione positivamente un progetto di maggiori dimensioni, che comprendesse – oltre ai 1.000 posti letto – anche i diversi spazi e servizi connessi alla vita studentesca: innanzitutto la mensa, ma anche un auditorium, sale studio, spazi collettivi all'aperto e un polo direzionale. Per avere garanzie sulla qualità dell'intervento e sulla sua integrazione con il tessuto urbano della città fu chiamato a progettarlo il prof. Paulo Mendes da Rocha, importante architetto brasiliano vincitore del Premio Pritzker 2006.
Sulla base del progetto del prof. Da Rocha il Sindaco Emilio Floris ha firmato con la Regione l'Accordo di programma del 28 marzo 2008, avendo a disposizione tutti i dati sulle volumetrie e sulle caratteristiche del nuovo Campus. Come è possibile che neanche un mese dopo, il 24 aprile, la maggioranza di centrodestra del Consiglio comunale abbia clamorosamente bocciato quell'iniziativa del sindaco, non ratificando l'Accordo? E come fa oggi il Comune a dire che quel progetto non va più bene perché, come dice l'assessore Campus «la presenza degli studenti fuori sede debba essere distribuita in tutto il tessuto cittadino»? Ma Campus è al corrente che ci sono già mille posti letto distribuiti nella città tra cinque diverse case dello studente? E come può il Comune impedire a cuor leggero che si dia un alloggio ai 1.000 studenti (aventi diritto) attualmente senza posto letto? Come si fa a dire che sarebbe meglio distribuire gli studenti nel territorio, logica di per se sbagliata? Perché in tutte le maggiori citta internazionali sedi universitarie si fa esattamente il contrario?
Campus definisce gli studenti universitari «un motore di sviluppo non solo economico ma anche e soprattutto culturale», ma il Comune non fa niente per loro, anche quando una mensa universitaria – quella di via Premuda – è ormai divenuta pericolosa da frequentare per gli studenti a causa delle aggressioni e dei pestaggi che si ripetono sempre più frequenti in una zona della città in preda a un gravissimo degrado sociale.
La verità è che le esigenze e il futuro degli studenti sono stati sacrificati in nome della propaganda elettorale e della più ottusa logica di schieramento: si è deciso di impedire che venissero avviate importanti opere anche soltanto parzialmente attribuibili a Soru e al governo regionale, facendo perdere alla città enormi risorse economiche, centinaia di posti di lavoro e migliori condizioni di vita e di studio per migliaia di cittadini e studenti.
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