2 maggio 2012

Stop ai campanili, è l’ora della metropoli




MARCO ESPA: Ogni anno il capoluogo perde 4,5mila abitanti perché le case costano cifre esorbitanti e i giovani vanno via
di Alessandra Sallemi - La Nuova Sardegna 1 maggio 2012


CAGLIARI Il troncone di metropolitana nel tratto della via Roma forse è opera che non appassiona tanti cagliaritani, ma di sicuro è questione che interessa agli abitanti di Sinnai, Sestu, Maracalagonis perché, con un trenino leggero che arriva in un amen fino a via Roma, ci sarebbe un collegamento rapido e sicuro con la stazione dei treni e con quella dell’Arst. Vale anche per i 12 mila pendolari ogni giorno in arrivo in piazza Matteotti dal sud ovest della costa: per andare al lavoro o all’università hanno bisogno di un trasporto pubblico che adesso non c’è e l’attraversamento di Cagliari si fa tramite bus mai in coincidenza con gli arrivi di pullman e treni. Oppure c’è la non-politica della casa, che spinge fuori Cagliari le giovani coppie, gli anziani, insomma chi non può pagare un’abitazione 5 mila euro al metro quadro e, però, deve tornare in città per lavorare, portare i bambini a scuola, curarsi: i cagliaritani si trasferiscono nei nuovi quartieri dei centri dell’area vasta, pur continuando a gravare sui servizi del capoluogo. Il capoluogo perde 4, 5mila abitanti l’anno, l’area vasta invece nello stesso arco di tempo cresce del 3 per cento e i suoi abitanti varcano ogni giorno la cinta daziaria di Casteddu per servirsi di banche, uffici pubblici, ambulatori o per andare al lavoro. Lo scambio, insomma, è quotidiano e in continua evoluzione, ciò che Cagliari dà e ciò che Cagliari al contrario non sa proprio offrire si ripercuote su una popolazione di 410 mila abitanti, ma d’altronde senza questo grande bacino il capoluogo è destinato a diventare una città di vecchi, con servizi molto costosi e non coordinati. Ecco perché un mese fa il consiglio comunale, quasi all’unanimità, ha votato un ordine del giorno i n cui chiede al consiglio regionale di istituire la città metropolitana composta da 13 comuni:Cagliari, Quartu, Selargius, Assemini, Capoterra, Sestu, Monserrato, Sinnai, Quartucciu, Elmas, Settimo San Pietro, Maracalagonis, Decimomannu. Il Pd del consiglio regionale ha raccolto la richiesta e ieri i consiglieri Marco Meloni, Marco Espa e Chicco Porcu hanno presentato una proposta di legge. Tutto dipende dal consiglio regionale, la legge nazionale istituisce otto aree metropolitane e dà facoltà di crearle alle regioni a statuto speciale.Trasporti, urbanistica, rifiuti, porti, aeroporti, occupazione, sono i settori in cui i comuni cedono la sovranità decisionale e lavorano in accordo con gli altri.Serve?Sì, anche «per contenere i costi»: appalti e acquisiti si farebbero una sola volta e per tutti. Il punto è come arrivarci, il dibattito comincia.
CAGLIARI Una città metropolitana con sindaco, giunta e un consiglio di 34 consiglieri tutti votati direttamente dai cittadini dell’area che dovrà essere definita nei suoi confini e quindi costituita soltanto in seguito a un referendum consultivo. La democrazia è salva, ma parlare di nuovi organismi elettivi in un momento in cui si stanno cancellando le province perché centri di costo senza eccessiva capacità di azione amministrativa appare un controsenso. I consiglieri Espa, Meloni e Porcu non si sono sottratti alla domanda: ma siete sicuri che servano nuovi organismi elettivi che rischiano di essere considerati un modo per rimediare alla soppressione delle province?Espa: «La città metropolitana è vissuta come una realtà che culturalmente c’è già». Porcu: «L’ente intermedio non è il male, il male è quando non si centrano gli obbiettivi. Noi pensiamo che l’area di Cagliari abbia bisogno di una governance forte, scelta dai cittadini e riconoscibile». Meloni: «Una governance forte riduce i costi perché la città metropolitana diventa stazione unica appaltante e centrale unica di acquisto, inoltre nella proposta di legge c’è un preciso vincolo di costo dell’intero organismo». (a.s.)

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