11 dicembre 2013

Sanità: Il centrosinistra: la Giunta non ha fatto le riforme Espa (Pd) e Arbau (La base): ora si taglino le poltrone

È scontro totale

Il centrosinistra: la Giunta non ha fatto le riforme Espa (Pd) e Arbau (La base): ora si taglino le poltrone

La Giunta esclude tagli, il centrosinistra contrattacca: «È dall'inizio della legislatura che manca una programmazione generale, serve chiarezza sul futuro dei piccoli ospedali e sul destino della sanità sarda». Giampaolo Diana, capogruppo Pd, non usa mezzi termini: «Se alla Regione c'è una zona d'ombra è proprio la politica sanitaria. Il centrodestra, entrato in campo con squilli di tromba, finora ha solo commissariato le Asl. Da cinque anni la spesa sanitaria è fuori controllo: dal consuntivo 2008 è aumentata di 300 milioni. Cappellacci e De Francisci devono dire che cosa hanno prodotto. Le liste d'attesa si sono aggravate, da due anni la Giunta non prevede un euro per l'inclusione sociale dei soggetti svantaggiati. E poi c'è l'incertezza sugli ospedali territoriali: siamo di fronte a una gestione schizofrenica. Auspico una discussione seria che garantisca nei territori le prestazioni e l'assistenza immediata coinvolgendo tutti, a cominciare dai medici di base». Nessuno mette in dubbio che occorra evitare cancellazioni dolorose, soprattutto in periferia. LA BASE ACCUSA A cominciare da Efisio Arbau, consigliere regionale di "La base": «I piccoli ospedali sono necessari. La prima assistenza non può che essere nei territori perché i presìdi nelle città scoppiano già ora. Il fatto che il governo abbia idea di usare le forbici con l'unico scopo di risparmiare non mi sorprende: è lontano dalle nostre realtà. Bisogna mandare a casa Letta per scongiurarli». Quindi uno schiaffo alla Giunta: «In questa partita non ha una posizione chiara: nei fatti non vuole soppressioni, ma parla razionalizzazione. E cos'è la razionalizzazione se non un taglio? La politica deve sparire subito dal governo della sanità sarda: si risparmierebbe parecchio, evitando di spendere milioni con nomine inutili e di innescare, cosa piuttosto frequente, cause di lavoro negli ospedali e nelle Asl».IL PD D'accordo Marco Espa, in commissione Sanità per conto del Pd: «Dobbiamo scongiurare qualunque tipo di taglio lineare, perché alla fine chi paga sono i ceti più deboli. Detto questo, il governo della sanità sarda dall'inizio della legislatura, quindi anche prima di questa gestione dell'assessorato, è stato un fallimento. Nel 2009 il centrodestra ci diceva che avrebbe riformato il settore, cosa che alla resa dei conti non ha fatto. Aveva promesso il piano sanitario regionale, che si è ridotto a un cambio di poltrone ai vertici delle Asl attraverso un emendamento dell'emendamento. Con un piano sanitario serio avremmo contrattato a testa alta la specialità della Sardegna senza la necessità di fidarci di amici o presunti tali. E oggi la Giunta non si ritroverebbe, per esempio, a tentare di ridurre la spesa farmaceutica, che è esplosa. Forse avremmo risorse sufficienti per valutare, caso per caso, nel rispetto della qualità degli interventi per gli utenti, quali ospedali tenere aperti e quali trasformare in servizi territoriali».IL CENTRODESTRA La difesa dell'operato della Giunta è affidata a Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia: «L'assessore è stata chiara, non ci sarà alcun taglio dei presìdi territoriali», dice. «In ogni caso, se da Roma decidessero di andare avanti e, nel Patto per la Salute, di procedere con le chiusure, faremo le barricate. Quanto alle critiche dell'opposizione, ricordo agli esponenti del centrosinistra che i tagli dei piccoli ospedali volevano farli loro, nella passata legislatura. Ma si sa, hanno perso la bussola da tempo».Lorenzo Piras RIPRODUZIONE RISERVATA



È scontro totale

Il centrosinistra: la Giunta non ha fatto le riforme Espa (Pd) e Arbau (La base): ora si taglino le poltrone

La Giunta esclude tagli, il centrosinistra contrattacca: «È dall'inizio della legislatura che manca una programmazione generale, serve chiarezza sul futuro dei piccoli ospedali e sul destino della sanità sarda». Giampaolo Diana, capogruppo Pd, non usa mezzi termini: «Se alla Regione c'è una zona d'ombra è proprio la politica sanitaria. Il centrodestra, entrato in campo con squilli di tromba, finora ha solo commissariato le Asl. Da cinque anni la spesa sanitaria è fuori controllo: dal consuntivo 2008 è aumentata di 300 milioni. Cappellacci e De Francisci devono dire che cosa hanno prodotto. Le liste d'attesa si sono aggravate, da due anni la Giunta non prevede un euro per l'inclusione sociale dei soggetti svantaggiati. E poi c'è l'incertezza sugli ospedali territoriali: siamo di fronte a una gestione schizofrenica. Auspico una discussione seria che garantisca nei territori le prestazioni e l'assistenza immediata coinvolgendo tutti, a cominciare dai medici di base». Nessuno mette in dubbio che occorra evitare cancellazioni dolorose, soprattutto in periferia. LA BASE ACCUSA A cominciare da Efisio Arbau, consigliere regionale di "La base": «I piccoli ospedali sono necessari. La prima assistenza non può che essere nei territori perché i presìdi nelle città scoppiano già ora. Il fatto che il governo abbia idea di usare le forbici con l'unico scopo di risparmiare non mi sorprende: è lontano dalle nostre realtà. Bisogna mandare a casa Letta per scongiurarli». Quindi uno schiaffo alla Giunta: «In questa partita non ha una posizione chiara: nei fatti non vuole soppressioni, ma parla razionalizzazione. E cos'è la razionalizzazione se non un taglio? La politica deve sparire subito dal governo della sanità sarda: si risparmierebbe parecchio, evitando di spendere milioni con nomine inutili e di innescare, cosa piuttosto frequente, cause di lavoro negli ospedali e nelle Asl».IL PD D'accordo Marco Espa, in commissione Sanità per conto del Pd: «Dobbiamo scongiurare qualunque tipo di taglio lineare, perché alla fine chi paga sono i ceti più deboli. Detto questo, il governo della sanità sarda dall'inizio della legislatura, quindi anche prima di questa gestione dell'assessorato, è stato un fallimento. Nel 2009 il centrodestra ci diceva che avrebbe riformato il settore, cosa che alla resa dei conti non ha fatto. Aveva promesso il piano sanitario regionale, che si è ridotto a un cambio di poltrone ai vertici delle Asl attraverso un emendamento dell'emendamento. Con un piano sanitario serio avremmo contrattato a testa alta la specialità della Sardegna senza la necessità di fidarci di amici o presunti tali. E oggi la Giunta non si ritroverebbe, per esempio, a tentare di ridurre la spesa farmaceutica, che è esplosa. Forse avremmo risorse sufficienti per valutare, caso per caso, nel rispetto della qualità degli interventi per gli utenti, quali ospedali tenere aperti e quali trasformare in servizi territoriali».IL CENTRODESTRA La difesa dell'operato della Giunta è affidata a Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia: «L'assessore è stata chiara, non ci sarà alcun taglio dei presìdi territoriali», dice. «In ogni caso, se da Roma decidessero di andare avanti e, nel Patto per la Salute, di procedere con le chiusure, faremo le barricate. Quanto alle critiche dell'opposizione, ricordo agli esponenti del centrosinistra che i tagli dei piccoli ospedali volevano farli loro, nella passata legislatura. Ma si sa, hanno perso la bussola da tempo».Lorenzo Piras RIPRODUZIONE RISERVATA



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