26 agosto 2011
L'Unione Sarda - Espa: «Il crocifisso? Far valere i valori coi fatti»
Ritorno a me: io cerco (dico cerco, mica è semplice) di essere un cattolico praticante, nel senso di non considerare il vangelo solo una storiellina culturale identitaria alla leghista ma che mi riguarda. Ciò nonostante, a casa mia non ho nessun crocifisso. Nel mio ufficio, non ho nessun crocifisso. Forse perché sento che un amministratore che si richiama ai quei valori debba laicamente (si, anche se a qualche sacerdote del laicismo che vuole spaccare il mondo in due sembrerà strano ma siamo tutti laici, credenti e non credenti) far vedere i valori con i fatti, non solo dichiararlo.
Le persone vogliono testimoni, non predicatori. Persone che testimonino fatti che sono in grandissima parte condivisi, come la solidarietà o la difesa degli diseredati e degli ultimi. Chi poi fa politica, rifacendosi ai valori del crocifisso dica no alle politiche governative di tagli alle politiche sociali (prevista una scure di 24 miliardi di euro nei prossimi due anni), sia a favore dell'integrazione e dell'accoglienza degli immigrati (come non pensare a Giuseppe e Maria clandestini in Egitto), degli zingari e sia durissimo contro l'evasione fiscale e a favore del sostegno alla famiglia. Da questo mi viene da valutare un sindaco. Non giudico sui simboli Zedda su questo come non giudicavo Emilio Floris. Per questo dico: mai usare il crocifisso, simbolo per eccellenza di non violenza, come manganello a favore delle nostre idee, per le nostre fedi o convinzioni o ancor meno contro qualcuno.
Marco Espa(Consigliere regionale del Pd)
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22 agosto 2011
ESPA (PD): Sanità, 300 milioni di deficit, una vergogna. La verità sui conti della sanità in Sardegna la responsabilità è tutta di questo governo regionale.
Disavanzi sanitari della Sardegna (milioni di euro)
2003 195
2004 280
2005 234
2006 88
2007 22
2008 137
Fonti:
Anni 2001-06: Accordo Regione Sardegna, Ministeri dell'Economia e della Salute (dati corretti con attribuzione di competenza); allegato 3, tab 17, ( http://www.regione.sardegna.it/j/v/66?s=1&v=9&c=27&c1=1249&id=4908 )
Anni 2007-08: Ministero Economia, RGE 2008, vol II, tab SA.3 ( http://www.mef.gov.it/doc-finanza-pubblica/dfp.rgse.asp )
(AGI) - Cagliari, 22 ago. - "La lettura delle cifre contenute nella proposta di nuova legge finanziaria regionale 2011 conferma l'allarme inascoltato sui conti in sanita' che i Riformatori lanciano ormai da dieci anni all'intera politica sarda". Lo ha dichiarato il capogruppo dei Riformatori in Consiglio regionale Pierpaolo Vargiu nel ricordare che "la stima di fabbisogno in sanita' per il 2012 e' ormai vicina ai 3400 milioni di euro, con un disavanzo rispetto alla delibera CIPE nazionale (che ormai potremmo definire 'costo standard' in sanita') che e' consolidato intorno ai 300 milioni di euro". "Cio' significa - secondo l'esponente politico - che ogni anno la Sardegna sottrae 300 milioni di euro agli investimenti produttivi e alla crescita economica per 'tappare' i propri buchi in sanita'. La cifra di 300 milioni di euro acquista ancora maggior impatto se viene paragonata al totale degli investimenti previsti per il 2012 nel turismo, uno dei settori 'piu' strategici' della nostra economia: appena 38 milioni di euro complessivi. E' evidente che non tutti i 300 milioni di euro del nostro disavanzo sanitario sono figli di una cattiva gestione. Ma e' altrettanto evidente che la rinuncia a fare coraggiose scelte strategiche strutturali genera un immobilismo che e' figlio della polemica sterile tra due schieramenti politici entrambi incapaci di dare adeguate risposte di innovazione: un lusso stupido, che fotografa l'inadeguatezza complessiva della nostra classe dirigente, incapace di decisioni impopolari nell'interesse generale. Ancora una volta i Riformatori sottolineano come in sanita' sia giunto il momento delle decisioni 'non partisan', di assunzione di responsabilita' sulla qualita' della salute che vogliamo. Soltanto se dimostreremo per primi di avere coraggio nelle nostre scelte potremmo condurre con determinazione le nostre battaglie con Roma in difesa dei diritti dei sardi: chi usa male i soldi che possiede e' poco credibile nel chiederne altri". (AGI) Red/Cog
21 agosto 2011
Sardegna24, oggi - Cagliari, Bellezza e arte non devono avere partito, di Marco Espa* - Betile e dintorni...
da Zaha Hadid ha vinto lo Stirling Prize, il prestigioso premio internazionale conferito ogni anni dal Royal Institute of British
Architects (RIBA).
Il Presidente della Fondazione MAXXI Pio Baldi dice "E' con grande gioia che condividiamo con Zaha Hadid questo importante riconoscimento, assegnato ad un edificio che continua a meravigliare
per la sua bellezza. Questo premio contribuisce a diffondere ancora l'immagine straordinaria del museo, che ha già conquistato i romani e molti turisti di tutto il mondo".
Habemus MAXXI, cosi scriveva entusiasticamente “Il Giornale” nel
decantare "l'emozione senza pari" nel percorrere l'interno dell'ultima
realizzazione di uno dei più grandi architetti contemporanei viventi,
Zaha Hadid. Il MAXXI di Roma, lo straordinario museo dell'arte
contemporanea che è stato aperto al pubblico a marzo del 2010. Ma gli
attuali amministratori capitolini, sindaco, assessori, rigorosamente
di centrodestra, non si sono persi l'occasione di fare una
entusiastica apertura, plaudendo coralmente insieme al ministro alla
Cultura all'ultimo capolavoro dell'iraniana che renderà ancora più
bella la città eterna. Poco giustamente gli importa che il progetto
proviene da amministrazioni comunali e nazionali del centrosinistra,
Rutelli e Veltroni, che li hanno preceduti. Si godono, e fanno bene,
la bellezza delle cose che valgono, che rimangono nel tempo.
A Cagliari invece, molti dei nostri amministratori del centrodestra,
in Regione e in Comune come in Parlamento ci sono andati giù duro
contro la straniera usurpatrice per il Museo del Betile, fino ad
affossarlo insieme al master plan per Sant'Elia da 220 milioni di euro
e 1200 posti di lavoro, gia firmato da Soru e il sindaco Emilio Floris
che poi fece marcia indietro. "Vogliamo gli ingegneri sardi, volete
stuprare il paesaggio di Cagliari con l'ecomostro del Betile di una
improbabile archistar", ci hanno detto in consiglio regionale e
nell'aula del comune di Cagliari. Come non ricordare poi sempre in
quel periodo quando, nel solito clima esasperato e con grande risalto
nella stampa, l'on. Pili dette, di fatto, della copiona a Zaha Hadid,
vincitrice del Pritzker Architecture Prize, del Blueprint
Award-Architect of the Year, del WIRED Rave Award, del RIBA Worldwide
Award, membro della Royal Academy of Arts di Londra, scoprendo, dopo
averle scaricate da Internet ben otto fotografie in cui si vedevano
che in diverse architetture della Hadid compaiono grandissime
similitudini al Betile, quelle che lui stesso aveva definito "…le
solite sinuosità, le curve più o meno azzardate, gli spazi più meno
inutili".
Bastava allargare un poco lo spettro delle ricerche su Google, e
avrebbe scoperto che dopo la Hadid si sarebbero potute smascherare
figure del calibro di Frank Gehry, Richard Rogers, Tadao Ando, Le
Corbusier, Filippo Brunelleschi, Francesco Borromini, Andrea Palladio
e tantissimi altri architetti che in tutte le epoche storiche hanno
"copiato" se stessi.
Chiedete ora ad Alemanno perchè non ha bloccato il MAXXI. Il Betile
poteva essere il riscatto di Sant'Elia, il primo passo verso
l'integrazione della zona più emarginata di Cagliari. Pensiamo per
esempio a Bilbao, una città che dopo una fase di declino legato alla
crisi delle sua economia industriale, ha ricostruito una propria
vocazione e un percorso di crescita e di nuova immagine
internazionale. Non c'è dubbio che il rilancio di Bilbao abbia trovato
una rappresentazione, a livello locale e internazionale, nell'immagine
del museo Guggenheim realizzato da Frank Gehry, una delle architetture
contemporanee più note in tutto il mondo. Una grande opera
architettonica – e un sapiente marketing urbano – hanno riscattato
Bilbao dal rischio di marginalizzazione e declino. Invece a Cagliari,
dopo aver scempiato il Poetto con il ripascimento, si pensava a fare
propaganda, non al ben-essere dei cittadini.Una grande occasione di
sviluppo per Cagliari e per la Sardegna persa? Tocca ora a Massimo
Zedda capire come rilanciare, insieme alle altre amministrazioni,
capire se in un momento di crisi possiamo trovare soluzioni che diano
un senso allo sviluppo della città.
* Marco Espa consigliere regionale del PD
12 agosto 2011
Sanità, Espa (PD): "perchè la Giunta ha cancellato la Casa della salute di Senorbì?"
COMUNICATO STAMPA
Sanità, interrogazione dell'on. Espa (Pd) sulla cancellazione del finanziamento per la Casa della salute di Senorbì
Cagliari, 12 agosto 2011 - La cancellazione del finanziamento stanziato per la realizzazione della Casa della salute di Senorbì è l'oggetto dell'interrogazione urgente presentata dall'on. Marco Espa, consigliere regionale del Pd e vicepresidente della Commissione Sanità. "Inspiegabilmente, dietro proposta dell'ex Assessore regionale dell'Igiene e Sanità e dell'Assistenza sociale, la Giunta regionale – è scritto nel testo - ha rimodulato la distribuzione delle risorse derivanti dal Por Fesr 2007/2013 (deliberazione 24 maggio 2011, n. 26/27) cancellando l'intervento di realizzazione della Casa della Salute di Senorbì", nonostante il fatto che "con deliberazione n. 32/10 del 4.6.2008, era stato deciso di utilizzare le risorse del POR FESR 2007/2013 per la predisposizione del Programma regionale "Case della Salute", che prevedeva, tra gli altri interventi, la realizzazione della Casa della Salute di Senorbì". Tra l'altro "in attuazione di quel programma, il Direttore generale dell'Asl 8, in accordo con la Conferenza dei sindaci del distretto Trexenta, come risulta da articoli di stampa, avevano raggiunto un'intesa di massima per il potenziamento della struttura di Senorbì con l'apertura di un centro dialisi e il potenziamento del servizio di Radiologia".
L'on. Marco Espa ha chiesto, quindi, di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della Sanità per sapere "se non ritenga necessario ripristinare il finanziamento per la Casa della Salute di Senorbì già previsto, vista l'analisi dei servizi socio-sanitari dei quali necessita il distretto dei comuni della Trexenta e che vedono Senorbì punto di riferimento naturale per il territorio" e "quali provvedimenti urgenti intenda adottare, ad esempio con una modifica ad integrazione della delibera della Giunta Regionale 26/7 del 24 maggio 2011, affinché venga tutelato il diritto alla salute dei cittadini di Senorbì e della Trexenta attraverso la realizzazione di una struttura sanitaria fondamentale per il soddisfacimento di un servizio adeguato con un bacino di utenza di circa 29.000 abitanti". (E.L.N.)
CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
QUATTORDICESIMA LEGISLATURA
INTERROGAZIONE urgente Marco ESPA con richiesta di risposta scritta, sulla cancellazione del finanziamento stanziato per la realizzazione della Casa della salute di Senorbì.
Il sottoscritto,
premesso che l'Azienda sanitaria (ASL) n°8 di Cagliari eroga da diversi anni prestazioni di assistenza sanitaria decentrata attraverso il poliambulatorio di Senorbì che svolge e garantisce, attraverso questa sede ospedaliera, a tutti i comuni della Trexenta un'azione decongestionante grazie ad una efficace opera di intercettazione delle necessità dei pazienti;
considerato che la riforma del Sistema sanitario regionale prevede, tra i suoi obiettivi principali, la deospedalizzazione e l'aumento della disponibilità dei servizi socio sanitari a favore degli anziani anche attraverso la realizzazione di case della salute che meglio riescono a soddisfare i bisogni dei pazienti nella loro comunità di origine;
considerato che, con deliberazione n. 32/10 del 4.6.2008, era stato deciso di utilizzare le risorse del POR FESR 2007/2013 per la predisposizione del Programma regionale "Case della Salute", che prevedeva, tra gli altri interventi, la realizzazione della Casa della Salute di Senorbì.
Considerato che, in attuazione di quel programma, il Direttore generale dell'Asl 8, in accordo con la Conferenza dei sindaci del distretto Trexenta, come risulta da articoli di stampa, avevano raggiunto un'intesa di massima per il potenziamento della struttura di Senorbì con l'apertura di un centro dialisi e il potenziamento del servizio di radiologia
preso atto che inspiegabilmente, dietro proposta dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, la Giunta regionale ha rimodulato la distribuzione delle risorse derivanti dal POR FESR 2007/2013 (deliberazione 24 maggio 2011, n. 26/27) cancellando l'intervento di realizzazione della Casa della Salute di Senorbì;
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) se non ritenga necessario ripristinare il finanziamento per la Casa della Salute di Senorbì già previsto, vista l'analisi dei servizi socio-sanitari dei quali necessita il distretto dei comuni della Trexenta e che vedono Senorbì punto di riferimento naturale per il territorio;
2) quali provvedimenti urgenti intenda adottare, ad esempio con una modifica ad integrazione della delibera della Giunta Regionale 26/7 del 24 maggio 2011 affinché venga tutelato il diritto alla salute dei cittadini di Senorbì e della Trexenta attraverso la realizzazione di una struttura sanitaria fondamentale per il soddisfacimento di un servizio adeguato con un bacino di utenza di circa 29.000 abitanti.
Cagliari, 12 agosto 2011
Firmato
On. Marco Espa
11 agosto 2011
Sanità, la vergogna del Cup. L'On. Espa (Pd) al presidente Cappellacci: "Vi abbiamo avvertito sei mesi fa"
CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
- telefonicamente, tramite il numero unico regionale di prenotazione sanitaria 1533;
- telefonicamente, tramite i CUP;
- di persona, recandosi negli sportelli appositamente dedicati nelle ASL, nelle aziende ospedaliere e negli ospedali in genere;
avendo appreso che:
- dal mese di dicembre 2010 gli utenti che chiamano il centro unificato hanno grandissime difficoltà ad ottenere risposta;
- di conseguenza il carico di richieste si ripercuote sui centri unificati di prenotazione con l'effetto che tutti gli operatori risultano sempre occupati e le chiamate degli utenti vengono sistematicamente disconnesse,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se:
1) siano a conoscenza di tale malfunzionamento del numero unico regionale di prenotazione sanitaria 1533 e dei CUP;
2) non ritengano opportuno destinare maggiori risorse umane ai centri unificati di prenotazione, in modo da garantire ai cittadini un servizio efficiente;
3) non ritengano indispensabile attivare un servizio di attesa per le chiamate, in modo da consentire agli utenti che non riescono a mettersi immediatamente in contatto con l'operatore di non perdere la priorità acquisita.