25 luglio 2013

Unione Sarda: Povertà: la fondatrice del centro di via Po Anna Luciani Espa: questo è l'anno peggiore di sempre


L'opera incessante nella lotta contro la povertà del Centro Diocesano di assistenza. Giustizia e soccorso insieme. Ps: quella nella foto é mia mamma...

Unione Sarda del 25 luglio 2013.
La fondatrice del centro di via Po Anna Luciani: questo è l'anno peggiore di sempre

«Tanti cagliaritani disperati»
Assistenza diocesana, in fila per vestiti e medicine


Maria, viso smunto e occhi tristi, tiene per mano la figlioletta di due anni. Marco, pantaloni di una taglia più grande e capelli arruffati color fumo, ha il capo chino. La voce metallica dell'altoparlante gracchia. «Numero 22». Un signore di mezza età si fa spazio tra la folla. A passo lento si avvicina alla scrivania grigiastra, si guarda attorno e consegna un foglio all'operatore davanti a lui. Dopo qualche minuto scompare in un groviglio di stanzoni fatti di scatoloni stracolmi, grucce e scaffali alti sino al soffitto. Poi è la volta di Silvia, cagliaritana, pallida e arrabbiata. «Non ho mai desiderato grandi cose. Sognavo una famiglia felice, un lavoro dignitoso e una casetta». Sino a qualche mese fa lavorava in un call center, «ora non ho neanche i soldi per mangiare». In via Po, al centro diocesano di assistenza, il lunedì e il giovedì il film è sempre lo stesso.DISPERAZIONE Una lunga fila di disperati attende già di prima mattina che le porte del caseggiato grigio si aprano. Mille metri quadri e poco più, "Dove c'è carità e amore lì c'è Dio", si legge all'ingresso. Un tendone tirato ai lati scopre un mondo dove di colorato ci sono solo gli indumenti disposti con ordine accanto alle pareti di un corridoio stretto. «I cagliaritani che ci chiedono aiuto sono sempre di più», rivela Anna Luciani, 83 anni, da trentatré direttrice del centro, oltreché fondatrice. «Questo è in assoluto l'anno peggiore, i poveri aumentano, dare una mano a tutti è difficile».LA STRUTTURA All'interno della struttura dove un tempo c'era l'ex mattatoio si trova di tutto. Giacche, camicie, calze, mutande, pantaloni. In fondo c'è il reparto scarpe, per uomo, donna e bambino. Mocassini, pantofole, sandali, la scelta è ampia. Sulla destra si entra nell'area giocattoli, dove anche gli orsacchiotti sparpagliati tra costruzioni, bambole e macchinine sembrano avere lo sguardo triste. «Molte mamme vengono qui con i loro bambini», racconta Anna Sotgiu, ex farmacista in pensione e volontaria nell'edificio di via Po. «È bellissimo vederli sorridere quando gli diamo cose per tanti scontate o da scartare».PIATTI E POSATE Poco più avanti c'è lo spazio dedicato alla casa. Sopra i ripiani di ferro piatti, posate, tende, tovaglie, lenzuola, cuscini. C'è persino un abito da sposa appeso tra giacche, giubbotti e maglioni. «Anche sposarsi ormai è un lusso per molti», commenta Giancesare Mascia, un altro volontario. Il collega Antonello Atzeni controlla che tutto sia in ordine. «Vedo gente di ogni tipo, giovani coppie alle prese con il mutuo, padri separati, madri con bambini, pensionati. Certe facce le sogno anche la notte».LA FARMACIA Accanto a una piccola cappella c'è la farmacia. «Ci chiedono soprattutto antinfiammatori», spiega Antonella Uras, volontaria addetta al servizio. Poi lancia l'allarme: «La richiesta di pannolini, omogeneizzati e prodotti per neonati è cresciuta. Fatichiamo ad aiutare tutti». Nel reparto alimentari il cibo scarseggia: «Non siamo mai stati così in necessità», ammette Giorgina Ghiselli, volontaria da ventott'anni. «Come vestiario siamo a posto, manca la roba da mangiare: olio, zucchero, caffè, pelati e formaggio». 
Sara Marci

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