15 settembre 2008

Dispiace. Il primo giorno di scuola e gli alunni con disabilità

(Cagliari 15 SETTEMBRE 2008) – Dispiace. Dispiace che l'anno scolastico, il giorno più bello per molti bambini, sia pieno di preoccupazioni per il futuro di migliaia di famiglie sarde a causa dei provvedimenti in materia del governo nazionale: da una parte i docenti, che temono presto di rimanere senza lavoro, con esuberi e risultati ben più gravi dei tagli previsti per l'Alitalia per il quale il governo si adopera senza tregua.

Dispiace per le nostre famiglie degli alunni con disabilità che vedono con particolare emozione trepidazione e speranza l'arrivo della scuola per i propri figli: oggi già decine e decine di segnalazioni arrivano non solo per la mancanza di docenti di sostegno ma anche perchè molti alunni si ritrovano dimezzato il sostegno attribuitogli l'anno precedente, bambini, alunni, studenti con la sindrome di down, cerebrolesi, autistici... La prevista introduzione dei maestro unico nella scuola elementare inoltre non potrà che aggravare e far decadere di qualità il modello di integrazione in Italia proprio per loro, per i bambini con disabilità che si ritroveranno davanti classi più numerose con minor numero di insegnanti che dovranno provvedere a tutto.


Dispiace perchè gli alunni con disabilità integrati nelle classi dei moltissimi piccoli comuni della Sardegna presto vedranno chiudere la loro scuola e certo non potranno sobbarcarsi chilometri e chilometri per i trasferimenti: la maggior parte, a causa della propria condizione, non può farlo: vedranno cosi negato il loro diritto allo studio, per meri calcoli ragioneristici del Governo nazionale e le loro famiglie impedite a dar loro un'istruzione.


Dispiace inoltre sapere dal ministro Brunetta che moltre famiglie sarde di persone con disabilità sono considerate "fannullone": giusto colpire chi non fa il suo dovere negli uffici pubblici, ma Brunetta compiendo un grave atto discriminatorio nei confronti delle famiglie delle persone con disabilità, ha tagliato, con un tratto di penna, il salario accessorio e una serie di indennità connesse al diritto ai giorni di permesso per i genitori che lavorano nella pubblica amministrazione, accomunando chi vive 24 ore al giorno con l'handicap dentro casa ad un fannullone che trascorre in altre attività i giorni del lavoro. E questo con un danno almeno di 400 euro all'anno per le famiglie.


E nel frattempo (notizia fresca fresca) il governo ha deciso di tagliare il fondo sociale nazionale del 30% portandolo dal miliardo di euro del governo Prodi a poco più di 600 milioni di euro del decreto Tremoni Sacconi presentato alla conferenza Stato Regioni. Meno male che in Sardegna ci diamo da fare con il fondo per la non autosufficienza più cospicuo in Italia e con risorse quasi tutte nostre, sarde.


Che fare?

Speriamo che il Governo ci ripensi ... ma Alle famiglie il mio appello: ricordiamoci che, per quanto faticoso sia possiamo rivolgerci al giudice ordinario. Nel 2005 abbiamo fatto sette cause per la mancanza non solo dell'insegnante di sostegno ma anche per l'attribuzione del giusto numero di ore. Abbiamo battuto la Moratti 7 a zero. Sette volte il tribunale ci ha dato ragione e il diritto costituzionale è stato rispettato.


La regione Sarda valuti se il momento di fare un ricorso alla corte costituzionale per quanto riguarda il decreto 112 del governo per quanto concerne l'organizzazione della rete scolastica, le cui competenze esclusive sono affidate dal nuovo titolo quinto della Costituzione alle Regioni e che il ministro Gelmini vuole regolamentare a livello centrale.


Mobilitiamoci e rimbocchiamoci le maniche tutti insieme: sindacati famiglie docenti e la politica, spero di ogni colore, per la difesa degli alunni sardi in situazioni più di difficoltà e per la scuola in Sardegna.




Marco Espa

Consigliere Regionale della Sardegna e del Comune di Cagliari

PD - Partito Democratico

1 commento:

Anna ha detto...

Sono d'accordo con te!