2 febbraio 2010

Consiglio Regionale: Assistenza ai disabili, «no» agli aumenti

Il Consiglio regionale respinge la mozione del centrosinistra
La Nuova Sardegna 2 febbraio 2010

 CAGLIARI. E' stata respinta (23 «sì» e 27 «no», con 10 astensioni) la mozione del centrosinistra contro il taglio di mille euro per ogni piano personalizzato di assistenza ai disabili gravi. Il centrosinistra che aveva presentato il documento ha tentato sino all'ultimo la soluzione unitaria attraverso un ordine del giorno firmato da tutti i capigruppo, ma si è dovuto arrendere perché non è stato possibile un accordo sulle risorse finanziarie. Le opposizioni avevano comunque sperato nel sostegno di alcune forze del centrodestra, ma Udc e gruppo misto si sono astenuti, mentre Pdl, Riformatori e Psd'Az hanno votato contro.
 La mozione, primo firmatario e relatore Marco Espa (Pd) impegnava la giunta non solo a rimangiarsi il taglio ma anche a prevedere uno stanziamento di almeno 28 milioni di euro, oltre che l'attivazione di un percorso di studio, verifica e monitoraggio sull'applicazione della legge, per colpire eventuali abusi e valorizzare i progetti di qualità.
 «Ridiamo a tutti cento ore di assistenza in più all'anno - ha detto Espa - considerate che abbiamo 337 bambini con disabilità gravissima al di sotto dei sei anni, a loro abbiamo tolto mille euro da progetto. Sono oltre 28 mila i piani che hanno subito decurtazioni, 11 mila di questi avranno un taglio del 33%, 6000 piani si vedranno decurtato il 44% del finanziamento».
 L'assessore alla Sanità, Antonello Liori, ha difeso la scelta di ridurre di mille euro ciascun piano personalizzato di assistenza domiciliare per i disabili gravi. «E' stato un taglio doloroso, ma ci sono stato costretto perché siamo in difficolta», ha spiegato. Tuttavia, l'intervento «mi ha permesso - ha chiarito - di dare risposta a 7000 nuove domande e, soprattutto, mille euro in meno per chi ne prende 14.000 impedisce che gli invalidi più gravi si rivolgano a strutture sanitarie facendo lievitare la spesa pubblica». Secondo Liori, si è raschiato il barile dei residui per trovare le risorse attualmente disponibili e, quindi, occorre ripensare l'applicazione della legge 162.

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